HyperHouse

NeXT Hyper Obscure

Archivio per novembre, 2022

Nulla si crea…


Non restano molte altre cose da dire, né da immaginare, perché l’intero scibile psichico è pervaso da un continuo rimestare delle vibrazioni, e delle suggestioni.

Lankenauta | Aspettando che l’inferno cominci a funzionare


Su Lankenauta la recensione di Giovanni Agnoloni a Giorgio Manganelli. Aspettando che l’inferno cominci a funzionare, scritto dalla figlia di Giorgio, Lietta Manganelli. Un estratto:

Aspettando che l’inferno cominci a funzionare (La Nave di Teseo) racconta tutto l’arco dell’esistenza, prima di tutto umana e naturalmente anche letteraria (combinazione che, nel percorso di un creatore di mondi mentali e di alternative alla piatta successione delle cose cui spesso la vita si riduce, è inevitabile, tanto che Lietta ha dovuto fare un lavoro di ricerca e “sfrondatura” della verità da tutte le sovrapposizioni “mitiche” create dallo stesso “Manga”, come lei chiama affettuosamente il padre). Qui l’itinerario dei giorni, mesi e anni di questa interessantissima e tormentata vita di artista e grande intellettuale – perché di questo parliamo, quando ci occupiamo di Manganelli – viene, appunto, raccontato. L’intenzione di Lietta, cioè, non era, fin dall’inizio, quella di scrivere una “biografia”, ma di stendere una sorta di racconto orale, che avrebbe benissimo potuto essere offerto a un uditorio ristretto davanti a una tazza di tè freddo o a un caminetto acceso (a seconda delle stagioni) – tanto è vero che diversi degli episodi riportati li conoscevo già, avendomene Lietta parlato in privato in varie occasioni d’incontro.
È precisamente questo il fascino di un libro che – mi si perdoni l’espressione un po’ cliché – cattura dalla prima all’ultima pagina, trascinando nel mistero viscerale e coinvolgente di una vita segnata da molteplici sofferenze e carenze affettive (soprattutto dal lato della madre e della moglie), ma, forse proprio per questo, alimentata da una continua necessità di mettere a fuoco o, junghianamente, di individuare, come il Manga avrebbe, presumo, amato dire, rifacendosi alle sedute psicanalitiche con Ernst Bernhard che tanto lo aiutarono. In questa segreta fornace di immagini e temi intimi, filo conduttore e àncora di salvezza di un uomo geniale e profondamente lacerato, si inserisce il bellissimo – e sia pur “strano”, con lunghe stagioni di assenza, inizialmente neanche dovute a lui – rapporto con Lietta, che diventa la sua vera “seconda metà”, in una vita in cui nessuna donna riuscì mai a dargli quello che, in primis, non aveva saputo trasmettergli sua madre.
Ben più di tutte le compagne che ebbe dopo la separazione dalla moglie, fu la figlia a riuscire a tirargli fuori tutta la tenerezza di cui aveva bisogno (nel senso di riceverla, ma anche, e forse ancor più, di darla), come dimostra una bellissima lettera che le indirizzò e che l’autrice ha riportato per intero nel libro. Solo con lei – e qui azzardo una mia opinione – era autenticamente se stesso. Non a caso, Lietta sarebbe poi diventata la depositaria del suo lavoro, creando il Centro Studi Giorgio Manganelli e curando la catalogazione e la pubblicazione della maggior parte dei suoi scritti, tanto che la mole di opere manganelliane uscite postume (ivi inclusi i suoi numerosissimi editoriali e le tante recensioni) supera nettamente quella delle pubblicazioni avvenute mentre era in vita.

Non prevedibile


Nelle concrete istanze delle parole le figure divengono volatili e olografiche, emanazioni di un ineffabile sistema dimensionale non prevedibile.

Il fisico Melvin Vopson vuole dimostrare che viviamo in una realtà virtuale | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com un’interessante segnalazione riguardo al nostro ecosistema reale che alcuni ritengono sia invece una simulazione virtuale – tipo Matrix, insomma. Vi lascio ad alcuni passi significativi dell’articolo:

Il cinema e le serie tv/in streaming giocano da anni con l’idea che la nostra vita sia solo una realtà virtuale particolarmente evoluta, passando da Il tredicesimo piano (The Thirteenth Floor, 1999) a ovviamente la saga di Matrix ma anche al Sublime di Westworld, questi sono solo alcuni degli esempi di fiction in cui i protagonisti scoprono di vivere in una realtà virtuale (potremmo aggiungere Tron, ma lì ne sono consapevoli). Ma ci sono scienziati convinti che non si tratti solo di finzione e uno di loro è convinto di poterlo dimostrare.
Nel 1989 il matematico John Archibald Wheeler aveva postulato che l’universo fosse fondamentalmente matematico e che poteva essere un costrutto non di materia ma di informazioni, coniando il termine It From Bit. Nel 2003 il filosofo Nick Bostrom della Oxford University aveva formulato la sua ipotesi sulla simulazione, partendo dal concetto che una civiltà può aver raggiunto un tale livello di evoluzione per cui la tecnologia è diventata così sofisticata che la simulazione sarebbe indistinguibile dalla realtà e i partecipanti non sarebbero consapevoli di esserne parte. Il fisico dell’M.I.T. Seth Lloyd si è portato ancora oltre, ipotizzando che l’intero universo sia solo un gigantesco computer quantistico. Infine, come potete vedere qui sopra, nel 2016 Elon Musk si era detto convinto che viviamo in una simulazione. E se può servirvi, anche Scott Adams, creato del geniale fumetto Dilbert ne è assolutamente convinto. Ma c’è chi di recente si è spinto ancora più in là: il fisico Melvin Vopson della Portsmouth University ha dichiarato di poter dimostrare che viviamo in una simulazione. Partendo dal principio di massa-energia-informazione che potete scoprire qui (ma è parecchio tecnica) Vopson ha dichiarato in un saggio per The Conversation che una realtà simulata contiene una grande quantità di Information Bits ovunque e che questi bit rappresentano il codice, “Quindi rilevare questi bit proverà la teoria della simulazione”.
Vopson ritiene che i bit abbiano una piccola massa che, se rilevata, dimostrerà la loro esistenza. Come? Per il fisico l’informazione rappresenta la quinta forma di materia nell’universo e il suo esperimento per provare la sua teoria è il seguente: cancellare le informazioni all’interno delle particelle elementari e delle relative anti-particelle e annientarle con un flash di energia, il che le farebbe esplodere e e rilasciare fotoni rivelatori. Per farlo ha anche lanciato una pagina di crowdfunding su Indiegogo per realizzare una sistema di annientamento positroni-elettroni contente una tecnologia creata appositamente per rilevare contemporaneamente fotoni gamma e infrarossi.

La potenza dell’astrazione


Il siero è in circolo da pochi istanti quantici, e ha già compresso ogni informazione con la potenza dell’astrazione.

Cover reveal di Argyroprateia @Impero Connettivo, “Nèfolm e dintorni


Questa è la cover di Ksenja Laginja per la prossima uscita della collana L’orlo dell’Impero, DelosDigital editore: Argyroprateia, seconda puntata della serie “Nèfolm e dintorni”, dedicata alla capitale dell’Impero Connettivo, in cui vengono esplorati alcuni luoghi della metropoli che hanno lo stesso nome dei quartieri di Costantinopoli. L’ebook uscirà nei prossimi giorni, KeepTalking

L’ultima campagna romana in Italia (1155-1156). Manuele Comneno e la guerra in Puglia. – TRIBUNUS


Su Tribunus un lungo articolo che dettaglia quella che poi, dopo pochi secoli, diventerà l’agonia dell’Impero Romano, nella sua declinazione bizantina: la riconquista del Sud Italia – Puglia – nel corso del XII secolo. Sarà l’ultima volta che l’imperium romano metterà piede in Italia.

Durante la sua lunghissima Storia, l’impero romano perde in diversi momenti il controllo sull’Italia, culla stessa dello Stato romano e sede delle prime, importanti conquiste della sua Storia. Dopo averla perduta con la fine dell’imperium in Occidente nel V secolo, e dopo la riconquista giustinianea con la guerra gotica del 535-553, l’Italia viene faticosamente difesa, ma persa pezzo per pezzo.
Mentre il vescovo di Roma acquisisce man mano sempre più autonomia e si stacca dalla sudditanza imperiale, nel 751 i Longobardi conquistano Ravenna, ponendo fine all’Esarcato e alla presenza romana in Italia settentrionale.
A sud, invece, la presenza imperiale riesce a perdurare più a lungo, per quanto con enormi sforzi, ma l’arrivo dei Normanni nell’XI secolo fa infine crollare anche il Catepanato: dopo aver perduto tutto il meridione della Penisola, nel 1071 viene conquistata anche l’ultima roccaforte romana rimasta, Bari.
L’Italia è definitivamente perduta. Ma è tutt’altro che dimenticata: ci vuole qualche decennio, ma quando la situazione imperiale sembra finalmente stabilizzata (il periodo a cavallo tra XI e XII secolo è terribilmente difficile per l’impero, attaccato su tutti i lati e con un esercito da ricostruire), il desiderio di riprendere possesso delle terre perdute si fa sempre più forte nella mente dell’imperatore Manuele Comneno.

Quanto è certo è che, dopo la pace del 1158, nessun altro imperatore romano tenterà mai più una campagna per la riconquista dell’Italia. Dopo il tentativo fallito di Manuele Comneno, nonostante gli iniziali successi, l’Italia sarà per sempre separata dall’impero romano e definitivamente perduta.

Tenebre sull’impero | FantasyMagazine


Su FantasyMagazine la segnalazione di “Tenebre dell’Impero”, romanzo di Giorgio Smojver e Gianmaria Ghetta che indagano tramite la narrativa gli aspetti magici delle battaglie e strategie dell’alto impero di Roma.

Principato di Augusto, l’età dell’oro dell’impero: il mondo è in pace sotto il governo di Roma. Eppure, al confine dell’Italia, dove le Legioni hanno occupato le montagne indomite e misteriose solo da pochi anni, una magia terribile, più antica di Roma stessa, risorge. Solo gli Speculatores, la longa manus dell’imperatore, possono affrontarla.
Principato di Flavio Vespasiano: il dominio di Roma in oriente è scosso dalle guerre esterne e da quelle civili. Un’unità di élite, composta da legionari della Terza Legione Gallica e da cavalieri semibarbari di Pannonia, deve mantenere l’ordine, senza supporto da parte dei governatori romani deboli o corrotti. Scoprirà come, dietro quelle che appaiono semplici rivolte locali, si annidino potenze primordiali e arcaiche, forse di origine non terrestre.

Tre storie di magia, guerra e avventura, sullo sfondo di un’epoca storica straordinaria.

La distopia di Davide Del Popolo Riolo | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com la segnalazione di La ricerca della perfezione morale, racconto lungo di Davide Del Popolo Riolo uscito per la collana Dystopica di Delos Veronesi. Di cosa si parla?

Eureka, piccolo pianeta minerario ai margini dell’universo. La perfetta Sondra Laakini si erge a moralizzatrice e, forte di seguaci accecati dall’ideologia populista, inizia un percorso coercitivo contro la società. Crea una dittatura filosofica a cui nessuno riesce a opporsi, facendo precipitare la tranquilla esistenza planetaria in una muta disperazione.
Può un’idea, se gestita dalle persone sbagliate, possa trasformarsi in un’arma? Toccherà a Lena scoprirlo, provando sulla sua pelle il bruciante calore della follia umana.

Irradiate


Lì dove l’apparenza è reale.

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