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Intervista a Lucio Besana, sceneggiatore degli incubi, autore dell’inspiegabile | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine è uscita una bella intervista di Cesare Buttaboni a Lucio Besana, autore “oscuro” tra i più apprezzati in Italia; vi lascio a uno stralcio:
Nelle recensioni dei tuoi libri, viene spesso menzionata la tua abilità nel creare atmosfere suggestive e coinvolgenti. Qual è il tuo processo creativo per costruire queste atmosfere uniche e suggestive?
Nella Serie Cremisi sono partito dalle zone d’ombra della nostra realtà, quelle aree, anche banali, fuori dalla portata immediata e remota della nostra percezione – un paese lontano, il numero di porte nella nostra casa, la nostra memoria. Il presupposto è semplice: per esempio, una nazione che non conosci occupa, nella tua immaginazione, lo stesso spazio di una nazione mai esistita. Ho giocato su questa sovrapposizione per introdurre elementi fantastici nell’esperienza di realtà del lettore. Allo stesso tempo l’ho posizionato nel punto di vista di un turista, di un passante, di qualcuno che non è toccato direttamente da ciò che vede, e che paradossalmente assiste ad eventi prodigiosi e orribili con distacco. Quel distacco, quell’incapacità di meravigliarsi e inorridirsi, era ciò che volevo raccontare.
In Ombre dei Vivi e dei Morti lo scopo era dare al lettore la sensazione di ricordare la storia, più che di viverla leggendo. Per farlo sono partito dal linguaggio dei personaggi narranti e ho astratto la Valle che ha ispirato il romanzo fino a renderla un luogo della memoria più che un luogo reale.
L’Innocenza del Buio è un romanzo più ampio e con un concept classico. Per scriverlo mi sono riferito a canoni noti: Stephen King, il romanzo gotico. La progressione è quella tradizionale: l’orrore è dapprima accennato, poi arriva in ondate sempre più violente fino a esplodere. Mi sono permesso di sperimentare solo nelle parti dedicate alle vite passate dei protagonisti, dove ho cercato uno stile più emotivo e immediato. Ma l’effetto che doveva dare il romanzo era semplice e chiaro, non esigeva particolari accorgimenti di stile e struttura.Oltre ai tuoi progetti passati, quali sono le tue aspirazioni future come scrittore? Ci sono temi o generi che desideri esplorare che non hai ancora toccato?
La mia priorità per il momento è di pubblicare il materiale che resta dalla mia ultima sessione di scrittura, conclusa nel 2022 e durata circa sette anni, la stessa da cui sono uscite la “Serie” e “Ombre”. Ho quasi finito. Il prossimo titolo che vorrei pubblicare è il romanzo “La Stanza Bianca”, un incrocio ideale tra Salem’s Lot di King e Casa di Foglie di Danielewski. Sono alla ricerca di un editore mainstream e potrebbe volerci ancora qualche tempo. Sto anche pensando a una seconda antologia, una raccolta dei racconti pubblicati negli ultimi anni su varie collane e antologie. Ho già un editore di fiducia interessato, stavolta nella scena indipendente, ma ne riparleremo dopo l’uscita del romanzo. Per il seguito sto accumulando idee e materiale, ma non so dire quando e se queste suggestioni prenderanno una forma definita. Non mi metto fretta. Posso solo dire che non mi sembra di andare nella direzione della “Serie Cremisi” o di “Ombre”. Sto cercando qualcosa di diverso.
Nel frattempo, continuo a insegnare, a tradurre (ho in cantiere un secondo Blackwood e un altro romanzo caro a Lovecraft) e sto pensando a un saggio sul cinema e la letteratura weird e horror.
Le mie intenzioni sono di continuare a pubblicare sia nell’indipendente, senza compromessi e per un pubblico specializzato, sia nel mainstream, tentando di fidelizzare un pubblico più trasversale. Non penso che le due identità siano incompatibili, ma immagino che a un certo punto dovrò scegliere una strada o l’altra. Vedremo.
Intervista a Laura Scaramozzino, distopia del junk food | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine una bella intervista di Cesare Buttaboni a Laura Scaramozzino, autrice di J-Card, proposta horror-sociale-distopico che ha riscontrato consensi generali; un estratto:
J-Card affronta temi complessi come le disuguaglianze sociali e le conseguenze delle scelte passate. Qual è stata la tua fonte di ispirazione per creare questo mondo distopico e quali messaggi intendevi trasmettere ai lettori attraverso la storia di Adele e Francesco?
Innanzitutto, grazie per questa intervista preziosa. Rispondo alla prima domanda dicendo che mi sono ispirata ad alcune ricerche che ho condotto nell’ambito del rapporto tra cibo ultraprocessato e l’insorgere delle malattie croniche. Quando ho scoperto ci fosse un nesso molto stretto tra il consumo del cibo spazzatura e, per esempio, l’insorgere dei tumori, ho rimuginato a lungo su questa scoperta. Rinvio, in particolare, agli studi della Dottoressa Maria Rosa di Fazio e del dottor Philippe Lagarde. Non sono né un medico né uno scienziato, ma seguendo i loro studi mi si sono aperti gli occhi. Basti vedere che cosa accede negli Stati Uniti, nei quali il consumo del cosiddetto Junk food, che ha un costo irrisorio ed è dunque accessibile ai più indigenti, provoca obesità e malattie cardiovascolari soprattutto nella frangia più povera della popolazione. L’argomento ha dapprima ispirato il racconto Junk Food selezionato e pubblicato sulla rivista Alkalina e, in un secondo momento, la novella J-Card con cui ho voluto, in una sorta di allegoria distopica, dare veste istituzionale a una realtà sotto gli occhi di tutti. I poveri sono sempre più costretti a mangiare male e a vivere peggio.
La trama di J-Card è ricca di suspense e colpi di scena. Come hai lavorato per mantenere alta la tensione narrativa durante lo sviluppo del romanzo?
Ho spolverato il mio amore per il noir e per certe atmosfere paranoidi che adoro. In questo, sono debitrice alla mia passione per i racconti di Cornell Woolrich che raccontava l’ambivalenza dell’agire umano come nessuno. Niente è come sembra e tutti i personaggi agiscono per ragioni inconsce o legate alla sfera emotiva più cupa e ambigua.
Pietà per le ombre | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione di Cesare Buttaboni a Pietà per le ombre, raccolta di racconti di Thomas Owen, uscita per Alcatraz; un estratto:
Thomas Owen, noto per la sua abilità nel trasportare i lettori in territori narrativi oscuri e inquietanti, ci offre con Pietà per le ombre (Agenzia Alcatraz) una raccolta di racconti che va oltre il semplice genere dell’orrore. In questa serie di quindici storie, l’autore esplora le sfumature più oscure della psiche umana e della realtà circostante, conducendo i lettori in un viaggio affascinante e intriso di mistero. Ciò che rende Pietà per le ombre un’opera straordinaria è la capacità di Owen di creare un’atmosfera ricca di tensione e suspense, senza ricorrere a effetti facili o a eccessi di gore.
Al contrario, la sua prosa è caratterizzata da un’elegante nonchalance, che permea ogni pagina e rende l’esperienza di lettura ancora più coinvolgente. Owen trasforma le situazioni quotidiane in scenari di suspense e inquietudine, invitando i lettori a esplorare gli angoli più oscuri della mente umana. Con una maestria narrativa sorprendente, l’autore gioca con le aspettative dei lettori, conducendoli lungo un percorso tortuoso e imprevedibile, dove nulla è ciò che sembra. In ogni racconto, Owen mostra una profonda comprensione della psicologia umana, mettendo in scena personaggi complessi e situazioni ambigue che pongono interrogativi profondi sull’esistenza umana e sul significato della realtà. Le storie si sviluppano con un ritmo incalzante, trascinando i lettori in un vortice di emozioni e sensazioni contrastanti, fino al sorprendente epilogo. Ma ciò che rende Pietà per le ombre davvero memorabile è la sua capacità di suscitare riflessioni profonde sull’essenza stessa del terrore e della pietà. Owen esplora i confini sottili tra bene e male, luce e ombra, conducendo i lettori in un labirinto di dubbi e incertezze che li terrà incollati alle pagine fino all’ultima parola. Ma ciò che fa veramente eccezionale questa raccolta è la capacità di Owen di elevare l’ordinario al di sopra del comune, il quotidiano al di là della consuetudine, svelando l’inquietante presenza del soprannaturale in ogni angolo, dietro ogni porta chiusa, dietro ogni volto familiare. Con una maestria paragonabile ai grandi maestri dell’orrore, Owen dimostra che il vero terrore non dimora nelle profondità oscure dell’universo, bensì nel cuore stesso dell’uomo.
Guida ai migliori 150 libri horror | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di “Guida ai migliori 150 libri horror”, saggio di Alessandro Manzetti che esplora con dovizia di particolari e competenza l’argomento; la quarta:
Dal due volte vincitore del Bram Stoker Award ecco una guida essenziale ai 150 migliori libri di narrativa horror, dark fantasy e weird pubblicati dal 1986 al 2020, con schede commentate e a punteggio per singola opera e preziosi contributi di grandi autori, editor e critici internazionali. Alessandro Manzetti ci propone una Guida che non ha precedenti, un libro essenziale da tenere sul comodino, per tutti gli appassionati del genere e per chi vuole andare alla scoperta delle migliori opere del fantastico mondiale.
Independent Legions presenta “The Black Lord” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di The Black Lord, novella di Colin Hinckley in uscita per Independent Legions. La quarta:
Vermont, Stati Uniti. Una famiglia distrutta. Un padre alcolizzato. Uno zio in prigione. Una madre che ha perso la speranza. E Danny… che non c’è più, scomparso dal nulla. Eddie è soltanto un bambino quando vede la sua vita andare in frantumi e crede che il suo fratellino sia stato risucchiato dalla foresta. Resta solo mentre gli adulti brancolano nel buio, e affronta un terrore tutto suo.
Dal bosco un’impossibile creatura avanza sussurrandogli da dietro la finestra che il fratellino scomparso è nelle sue mani. E se vuole riaverlo… deve soltanto aprire quella dannata finestra. Mentre i minuti passano e le speranze per Danny si riducono sempre di più, il tessuto stesso del mondo si disgrega, accogliendo terrori ultraterreni di indicibile provenienza. Una lotta cosmica e metafisica, nella materia impalpabile della creazione e del disfacimento primordiale. Un omaggio ai classici che rivoluziona la dark fiction.L’esordio folgorante di un autore dalla straordinaria voce, di luci e ombre, dove il folk horror si unisce ed evolve in un weird ancestrale e atavico che distorce i propri confini per puntare l’orrore cosmico.
Le stelle bollenti di John Shirley | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione di “Stelle bollenti”, di John Shirley, autore legato al cyberpunk ma anche all’horror; il volume è edito da Independent Legions e contiene l’ultima raccolta di racconti dell’autore; la quarta:
Prima edizione italiana della raccolta di racconti The Feverish Stars (pubblicata in inglese nel 2021) del Premio Bram Stoker Award e International Horror Guild Award John Shirley. La raccolta contiene 21 racconti di fantascienza dark, horror, weird e dark fantasy pubblicati in varie riviste e antologie e alcuni inediti.
Dall’Introduzione di Richard Christian Matheson
“Nei meditabondi distretti della narrativa oscura, la scrittura del gangster Byroniano John Shirley si distingue per lo stile sofisticato e affilato, e la prosa mesmerizzante. Venti dei suoi migliori racconti, e alcuni inediti, sono raccolti in questo volume di poetiche richieste di d’aiuto, e che si tratti di orrore, artificiose eresie o di un cosmo che lascia filtrare cupo karma, le autopsie delle visioni di Shirley si risvegliano. In mezzo a tali torrenti narrativi, i molti appassionati del genio dell’autore assaporeranno i suoi lavori come pentothal di sodio e grazia.”
Nostra Signora la Notte: e altri incubi lovecraftiani | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione di Cesare Buttaboni a Nostra Signora la Notte (E Altri Incubi Lovecraftiani) di Miranda Gurzo, raccolta di racconti d’ispirazione lovecraftiana, autopubblicata dalla stessa autrice. Un estratto:
Nel fitto intreccio delle tenebre e delle visioni notturne, Miranda Gurzo si erge come una sacerdotessa dell’oscuro, guidando i suoi lettori attraverso un labirinto di terrore e meraviglia con la sua raccolta di racconti, Nostra Signora la Notte (E Altri Incubi Lovecraftiani). Quest’opera, un’ode alla oscurità che risuona con le dissonanze dell’universo lovecraftiano, non manca di spunti visionari e onirici e di una certa vena macabra che ricorda, oltre che Lovecraft, anche Poe (nel primo racconto Esequie premature i protagonisti vedono le proprie bare in anticipo mentre in Il giardino segreto una donna si ritrova in un cimitero in cui e già stata preparata la sua tomba).
Attraverso le nebbie sconosciute di Labile, una Biella reinventata come un’eco distorta della realtà, Gurzo intreccia le trame del folklore locale con le visioni tormentate dei suoi sogni. In questo mosaico di orrore e fantasia, emerge Nostra Signora la Notte, un racconto epico che sprofonda nelle profondità di Rosazza, la Rennes le Chateau italiana, portando con sé le tempeste dell’ignoto e le angosce ancestrali. Il respiro di Lovecraft si avverte in ogni pagina, come un sussurro proveniente dalle profondità insondabili dell’ignoto. Gurzo non teme di abbracciare le radici del terrore cosmico, ma va oltre, esplorando le tenebre che si nascondono dietro gli angoli più remoti della mente umana. In questo regno di follia e disperazione, nulla è ciò che sembra, e ogni passo porta i lettori più in profondità nel cuore stesso dell’incognita. Questo racconto è un piccolo gioiello di antiche leggende del folklore locale che affondano le proprie radici nei Miti di Cthulhu.
Ciò che distingue questa raccolta è la sua audacia nell’esplorare nuove frontiere dell’orrore. Gurzo si libra tra le nebbie del passato e le ombre del futuro, intrecciando le trame della ghost story e dell’horror con la maestria di un tessitore di destini. I suoi personaggi sono enigmi viventi, sfumature di luce e ombra che danzano lungo i confini dell’esistenza. Maestra nel creare atmosfere cupe e misteriose, l’autrice invoca visioni che strappano il velo della normalità, rivelando il caos primordiale che si cela dietro la facciata del quotidiano. In ogni pagina, il lettore è trascinato in un vortice di terrore e meraviglia, dove i confini tra sogno e realtà si sfumano e i demoni dell’inconscio prendono forma.
Delos Digital presenta “Krampus – La leggenda è viva” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di Krampus – La leggenda è viva, di Davide Stocovaz, racconto horror-Folk nostrano del nord-est più estremo, uscito per la collana InnsMouth di DelosDigital curata da Luigi Pachì. La quarta:
Quattro giovani si recano sulle montagne della Carnia, in Friuli Venezia-Giulia, per festeggiare il capodanno nello chalet di un loro coetaneo. Durante il tragitto di andata, però, una valanga rischia di travolgere la loro automobile.Giunti nello sconosciuto posto di Val Chiara si rendono conto che una creatura leggendaria, assetata di carne umana, tiene in scacco il paese.
La storia si svolge nella maestosa cornice montana della Carnia, dove la leggenda del Krampus è molto viva e sentita in tutto il territorio.
Zona 42 presenta “Ombre dei Vivi e dei Morti” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di Ombre dei Vivi e dei Morti, novella di Lucio Besana che non ha certo bisogno di presentazioni; in uscita per i tipi di Zona42:
Per gli abitanti della Valle non è insolito che la gente sparisca nel nulla o che muoia senza una ragione. Sono le Ombre, tutti in Valle lo sanno. Ci sono sempre state a dispensare miracoli o sciagure, ma dopo la costruzione della centrale sono diventate sempre più ostili.
Tra saga famigliare e fiaba dark, tra folk horror e malinconia, tra weird e storia industriale, Ombre dei Vivi e dei Morti ci conduce in un viaggio nel lato oscuro del progresso tecnologico, verso tutto ciò che è andato perso, verso una casa che non è più la nostra.