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Hyde in Time finalmente a Torino e nelle librerie | PostHuman
Su PostHuman un post che spiega bene cosa succede con l’operazione di Mario Gazzola “HydeInTime”, edito da Edikit, in cui Stevenson e il suo JeckyllHyde c’entra con tutte le metaforiche scarpe. Ringrazio per le citazioni/ringraziamenti, ma io sono solo rimasto abbagliato dall’operazione, assai geniale. Un estratto:
Tre manoscritti inediti, un unico killer dall’800 al 2000, crimini come opere d’arte nel romanzo-trilogia di Mario Gazzola per Edikit, in anteprima al Salone del Libro di Torino 2023, con le visioni pittoriche di Roberta Guardascione e le note del concept album dei Death SS sul tema del doppio malefico.
L’unica cosa che ormai è già stata svelata dall’intervista dell’ANSA è che… si tratta di un brillante gioco di finzione architettato dal Gazzola medesimo, che ha finto di ritrovare manzonianamente l’inedito in soffitta e inventato di sana pianta i suoi sanguinari seguiti, destreggiandosi fra imitazioni della lignua letteraria ottocentesca, citazioni di autori che Stevenson poteva conoscere (Baudelaire, De Quincey, De Sade, scienziati e parapsicologi della sua epoca etc.) e divertiti omaggi celati nel testo ad autori a lui successivi come Lovecraft, Clark Ashton Smith, Bradbury – come noterete in quest’altra anteprima su Fantasy Magazine, del primo ingresso di Hyde al Marébito – ma anche Robert Bloch e Harlan Ellison, Alan Moore, Valerie Martin, persino a registi come Stephen Frears, Roy Ward Baker e Walerian Borowczyk.
Costruzione postmoderna spalleggiata altrettanto brillantemente dalla musa visuale Roberta, che supera se stessa triplicandosi nelle finte stampe alla Doré di Jane Mason, nei Sickert apocrifi e nell’Eddie in cui impiega come pattern cromatici ‘sauvage’ frammenti di Picasso, Bacon, Kandinskij, Pomodoro e Abramovic.
Sperling & Kupfer presenta “L’innocenza del buio” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di L’innocenza del buio, scritto da Lucio Besana e Roberto De Feo, che hanno prodotto un romanzo davvero interessante – come dubitarne?
Dopo anni di ricerche, lo psichiatra infantile Christian Basili sembra aver trovato i soggetti che potrebbero avvalorare le sue teorie: quattro bambini che, pur non conoscendosi, condividono gli stessi ricordi di una vita passata. Frammenti sbiaditi degli anni trascorsi tra le due guerre in un castello al confine con la Francia, appartenuto ai coniugi Poitier. Matteo, Miriam, Kevin ed Erica si trasferiscono nel castello insieme a Christian e alla sua assistente Sara. Anche se non subito, l’esperimento si dimostra un successo: i ragazzi rammentano sempre più episodi della loro esistenza di un secolo prima. Memorie felici che presto, però, si rivelano un inganno: una forza oscura infesta il castello, un’entità misteriosa e crudele che vuole ridestarsi e tornare a fare del male.
La nuova carne Edizioni presenta “Le lumache non possono saltare” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di Le lumache non possono saltare, di Carlo Salvoni, uscito per La Nuova Carne Edizioni. La quarta:
Li ricordate i pomeriggi d’estate della tarda adolescenza? Le ore che non passano nel caldo, la noia che ingoia il nulla, i compiti dimenticati in un angolo ammuffito… Che cosa potrebbe succedere se a interrompere questi memorabili attimi dilatati nel tempo fosse un evento inaspettato, come una pioggia di piccoli sassi leggeri?
Le lumache non possono saltare è il ricordo di un’estate diversa, quella dove forse l’adolescenza finisce per lasciare spazio a qualcos’altro, una nuova fase della vita, un modo diverso di vedere e sentire le cose. Ma è anche il racconto di eventi inspiegabili che irrompono nella vita monotona del narratore, un ragazzo che prova a buttare i suoi pensieri su carta per spiegare l’inspiegabile: un neo che si stacca e si muove, piccoli animali che esplodono, un cielo coperto da bellissime nuvolette rosa, sensuali come riccioli di carne morbida.
Independent Legions Publishing presenta “Horror Guru” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di Horror Guru, saggio sulla letteratura horror moderna e contemporanea in uscita per “Independent Legions”; la curatela dell’opera è del pluripremiato Stoker Alessandro Manzetti; ecco la quarta:
Il volume esplora la narrativa horror e dark fantasy dal 1986 al 2022, presentando questi due ‘generi oscuri’ in una nuova chiave divulgativa. Macrogeneri, protagonisti, visioni, focus, interviste, aneddoti, estratti di opere e tanto altro.
Il volume è arricchito inoltre da cinque racconti di grandi maestri internazionali: Preda di Joe R. Lansdale, Rosso di Richard Christian Matheson, La Fortuna di Lonegan di Stephen Graham Jones, Il Giglio di Marmo di Kathe Koja e Per Posta di Josh Malerman.
DANZA MACABRA Expo | LOBODILATTICE
Aprile sarà un mese caldo per i romani amanti dell’oscurità e dell’horror particolare; prenderà il via, infatti, dal 30 marzo fino al 30 aprile, Danza Macabra, una rassegna che si muoverà dalle suggestioni e riflessioni (anche critiche) mosse da esposizioni come quelle di Gunther von Hagens, alle effervescenze dell’Azionismo Viennese e di pratiche artistiche come quelle di Damien Hirst, ma non tralasciando approfondimenti sulla cultura popolare e il suo imprescindibile legame con il macabro come spazio di discorsi individuali e collettivi, tra folklore, fumetti, mondo del tatuaggio e giochi.
Danza Macabra, inoltre, è uno spazio che non tralascerà di approfondire dialoghi sulla percezione di cosa sia macabro o meno, dal momento che molti elementi della vita di tutti i giorni, se ci soffermiamo ad analizzarli con distacco, sono forse molto più “macabri” di ciò che culturalmente e socialmente siamo portati a percepire come inquietante e disturbante.
La manifestazione è curata da Eleonora D’Agostino, antropologa attiva da tempo in ambito museale e divulgativo, e da Matteo Gabos, artista, grafico e musicista che collabora con varie realtà del panorama romano, è un evento che intende affrontare tutte le sfumature del “macabro”; l’evento è a cura del Crush, Collettiva Arte Visiva, in collaborazione con l’associazione culturale Defrag, che è anche il locale dove si svolgerà l’intera rassegna. L’inquietudine più ironica e il macabro più serioso balleranno insieme al pubblico, tra arte visiva, workshop, musica, conferenze e performance. Presto aggiornamenti, e tra l’altro il 30 aprile – leggete il programma qui – ci sarà una bella sorpresa.
“Metamorfosi di primavera” è il racconto vincitore del nostro Contest | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine il racconto Metamorfosi di primavera, di Filippo Santaniello, vincitore del Contest di Primavera, concorso indetto proprio da HorrorMagazine. Vi lascio all’incipit, che ha dell’inquietante limitaneo all’orrorre.
Io e Nadia giungemmo alla conclusione che l’infestazione avesse origine al di fuori del nostro appartamento solo con l’arrivo della primavera.
Lo capimmo quando ci accorgemmo che, in un solo giorno, sul lato adesivo della trappola antitarme collocata in dispensa, si era formato un ricco ecosistema di farfalline che, per liberarsi dalla prigionia, si dibattevano così forte da lacerarsi le ali, restando tuttavia appiccicate allo strato di feromoni da cui erano attratte.
Erano camole della farina. Conclusa la metamorfosi da larve in falene, avevano volato dal loro nido alla nostra dispensa dove avevano trovato la morte tra atroci sofferenze.
L’infestazione, dunque, proveniva da fuori, e in poco tempo fummo invasi d’insetti.
Per Nadia era una buona cosa.
Era grata per l’abbondanza di ciò che, dopo l’incidente, è diventata la sua unica fonte di nutrimento.
Da quel giorno, mia moglie non è più la persona di prima. Ora si nutre solo di camole e altre specie di insetti. Ecco perché ci sembrava importante scoprire l’origine dell’infestazione: Nadia avrebbe potuto mangiare a volontà – come quando ha sminuzzato coi denti le farfalline incollate alla trappola antitarme – e io avrei protetto dai parassiti primaverili le mie scorte di pasta e carboidrati.
Per cui, avendo appurato che gli insetti non provenivano dal nostro appartamento, abbiamo collocato trappole a feromoni vicino alle porte dei nostri vicini.
La trappola con più insetti, avrebbe indicato la fonte dell’infestazione.
Questo accadeva qualche giorno fa, ma oggi, quando sono tornato a casa dal lavoro e ho letto il biglietto che Nadia mi ha lasciato in cucina, ho capito che deve aver individuato l’appartamento infestato senza di me.
Sul biglietto Nadia ha scritto in stampatello il cognome dei nostri vicini di casa, i Sistopaoli.
Non ho perso tempo…
Gianfranco Nerozzi | ThrillerMagazine
Su ThrillerMagazine una bella intervista a Gianfranco Nerozzi, autore estremamente intrigante nella sua complessità oscura. Un estratto:
Dove sei quando scrivi? Sia fisicamente che mentalmente…
Ho due sedi di lavoro. Lo studio principale è in soffitta, molto piccolo e avvolgente. Stipato di libri. Con un lucernario che mostra una piccola porzione di cielo. Lavoro su due postazioni di computer, una accanto all’altra, con quattro schermi a disposizione. Collegato a casse home theatre per sentire bene la musica. Sulla sinistra c’è un tabellone di sughero tipo quello degli indizi degli investigatori dell’FBI, dove attacco note, fotografie di ambientazioni, personaggi, stralci di idea di trama, che a volte collego con fili di cotone colorati, proprio come se stessi effettuando un’indagine su qualcuno o su qualcosa. Misteri da risolvere. Storie. Assassini da scoprire. Fatti e misfatti.
Poi ho uno studio secondario approntato in una veranda che dà sulla mia collina di ciliegi. Con vetrate che mostrano paesaggi bucolici con lo sguardo che può allungarsi fino a sfiorare montagne lontane. E distese di boschi. Un luogo di lavoro troppo ameno per creare cose truci. Che uso più che altro per rileggere. Per correggere. Per redigere appunti.
Quando scrivo, quando produco, fisicamente sono in questi due luoghi.
Mentalmente invece, mi pare scontato dire che sono dentro alla storia che sto cercando di narrare, non credo ci saranno scrittori che risponderanno in altro modo. Ma credo ti sia dimenticato di chiedere la cosa più importante: dove mi trovo spiritualmente, quando scrivo. E siccome voglio essere piuttosto collaborativo durante questo crudo interrogatorio, te lo voglio rivelare lo stesso: con lo spirito sono dentro ai palpiti di ogni personaggio, dentro ad ogni loro respiro. Nel sangue e nei sorrisi e nelle lacrime, dentro a tutte le grida e nei pensieri. Dentro a tutto e dentro a niente.Come scegli le tue vittime e i tuoi assassini?
Non li scelgo, me li ritrovo addosso. All’inizio ci sono piccole e grandi idee di massima. Poi tutto si evolve, quando si palesano i personaggi. Soprattutto il cattivo di turno o il mostro, (nel mio caso, occorre comprendere pure questi, eh). Le vittime arrivano di conseguenza. Quando il villain è quello giusto, tutto diventa più facile. Ogni cosa deve essere in equilibrio con la trama. In funzione di quello di cui vuoi parlare. Simbolismi che si incrociano. Cerchi da chiudere e battiti da condividere. Assassini e vittime. Non mi hai chiesto però come scelgo i miei eroi, e prima che tu mi dia una botta in testa per estorcermi una risposta in merito, ti rimando alla visione di uno specchio. L’immagine di quello che sono sussurra nel buio, oltre quel riflesso.
Quale è il tuo modus operandi?
Te lo posso rivelare con due parole emblematiche: ordo caos. Il filosofo Edgar Morin diceva che tutto ciò che è fisico, dagli atomi agli astri, dai batteri agli uomini, ha bisogno di disordine per organizzarsi e trovare forme nuove. Ecco io applico un metodo di creazione basato su questo concetto: schizzato e incredibilmente faticoso, scrivendo senza preparare o redigere sinossi iniziali (a meno che non mi venga esplicitamente richiesto dall’editore). Lavoro quindi nel caos creativo più assoluto, senza sapere bene dove andrò a parare. Con l’esigenza assurda di essere in ritardo per la consegna. Solo quando finire il lavoro è diventata un’impresa impossibile, mi parte tutto.
Porre ordine al caos allo stremo delle forze… ecco questo è il mio cazzo di modus operandi…
Con Il vaso di Pandora Luigi De Pascalis arriva nella collana Odissea Fantasy | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione dell’uscita, per i tipi di DelosDigital, di “Il vaso di Pandora”, raccolta di racconti di Luigi De Pascalis; la quarta (libro da leggere, assolutamente, se solo conoscete qualcosa dell’autore):
Dodici racconti, per dodici diverse epoche, dall’antica Roma al futuro, attingendo a un’idea di fantastico senza confine che mescola fantasy, horror, ucronia e fantascienza.
Tra antiche divinità mesopotamiche, spiriti maligni affrontati da esperti di cabala, bellissime maghe, creature della notte, misteri inter-dimensionali, feroci creature, antiche maledizioni, paradossi spazio-temporali, stregonerie, treni infiniti e un omaggio a Buzzati, un famoso scienziato alle prese con le insidie del futuro, fino a un lontano futuro, Luigi De Pascalis ci conduce in un viaggio alla scoperta di noi stessi.
Bompiani presenta “La voce della quercia” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione di La voce della quercia, romanzo di Andrew Michael Hurley edito da Bompiani. La quarta, molto interessante:
Richard e Juliette devono affrontare il dolore più grande che due genitori possano provare: la morte improvvisa di Ewan, cinque anni. Starve Acre, la loro casa al confine con la brughiera, da cuore di una nuova famiglia è diventata un nodo di dolorosi ricordi. Juliette è convinta che Ewan sia ancora con loro, in qualche forma, e cerca l’aiuto di un gruppo di occultisti per parlare con lui. Richard invece si concentra sul campo di fronte a casa, il campo dove Ewan amava giocare da solo, e avvia gli scavi alla ricerca dei resti di una quercia antica e maledetta. Che nesso c’è fra il passato remoto di quel luogo, teatro di forme di sommaria e brutale giustizia, la strana malattia che si è portata via Ewan, e la sua propensione alla violenza? La terra rivoltata darà forse le sue risposte, ma non saranno quelle che ci si aspetta.