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Le mini recensioni di Horror Magazine – Notte di nozze | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la piccola recensione a Notte di nozze, di Marco Spelgatti, edito da Edizioni Hypnos; un estratto:
Si racconta L’Orrore di Dunwich di H.P. Lovecraft dal punto di vista del personaggio Lavinia Whateley. Spelgatti non vuole certo imitare o fare il verso al buon HPL, anzi se ne allontana e scava nei sentimenti, rimesta nella rabbia e nella tristezza e nelle speranze tirando fuori tutto quanto di non detto c’è in Lovecraft. Perché sono le cose taciute che creano aspettativa e sciupano il presente. E così Lavinia ci racconta com’è essere diversi e soli, cosa vuol dire non essere abbastanza per gli altri, quello che si prova a non avere posto in nessun luogo e in nessun tempo. Ma allo stesso tempo racconta che è possibile bastare a se stessi e che la vita risiede anche nel compromesso. Con Notte di nozze, Marco Spelgatti ci racconta una storia che da conosciuta si fa inedita con uno linguaggio che è carezza e furia.
Albergare
Torme di forme allergiche alla complessità inumana albergano nelle stanze dei grimori psichici.
Degradi e furbate
I degradi verso il mare psichico sono più apprezzabili dalle alture cognitive di una lucida e affilata mente, in grado di discernere le menzogne dalle furbate, possibile fionda gravitazionale sugli abissi torbidi dei Grandi Antichi.
Ciò che si nasconde
Riferisci di essere stato abusato dall’energia dominante, volute politiche con cui si nasconde il desiderio di un nulla psichico che è da GrandiAntichi.
Follie endogene
Lo scoppio psichiatrico ha investito una quantità di immobili, resi pregni dalle follie endogene del Profitto.
Fortresses
La fortezza dei vaccari predoni si sposta ovunque, manovrata da occultismi inumani lovecraftiani.
Hypnos. Rivista di letteratura weird e fantastica. Vol. 13 | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione di Cesare Buttaboni al numero 13 della rivista Hypnos, pubblicazione dedicata ovviamente al weird. Un estratto:
Non ci sono dubbi, il nuovo numero di Hypnos è un’autentica bomba per gli appassionati di narrativa horror!
In copertina campeggia il nome di Ramsey Campbell, da qualcuno considerato (come nel caso dell’esegeta di H.P. Lovecraft, S.T. Joshi) come il più grande scrittore horror vivente. Si tratta di un punto di vista opinabile ma indubbiamente Campbell è un gigante del genere e c’ha pensato Edizioni Hypnos, pubblicando di recente la novella “lovecraftiana” L’ultima rivelazione di Gla’aki, a rinnovare l’interesse per quello che è un maestro dell’horror contemporaneo, con all’attivo romanzi iconici come La bambola che divorò sua madre (1976), La faccia che deve morire (1979) e La setta (1981).Questo numero 13 della rivista risulta così un’occasione succulenta per i seguaci di Ramsey Campbell: ci vengono proposti un’intervista (con domande di Andrea Vaccaro, Ivo Torello e Matteo Carnio) e uno splendido e pauroso racconto inedito intitolato Lo schema.
Ma questo numero di Hypnos non si ferma certo a Campbell e ci presenta alcuni racconti assolutamente degni di interesse. In particolare ho trovato notevole Egnaro di M. John Harrison, autore che deve molto alla tradizione di un autore come Arthur Machen che viene da lui riletto in maniera originale. A me personalmente questo racconto ha ricordato anche qualcosa di Borges anche se su un piano più weird e di genere.
Dossier Cthulhu | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione ai tre romanzi apocrifi su Sherlock Holmes che interagisce col pantheon lovecraftiano, romanzi scritti da James Lovegrove ed editi in Italia da Giallo Mondadori. Un estratto:
Non si contano i mash-up con protagonista Sherlock Holmes. Il più famoso detective della storia della letteratura ha incontrato un gran numero di personaggi: da Fu Manchu a Dracula, passando per il dottor Jekyll.
Nella maggior parte dei casi, pur essendo letture più che godibili, l’incontro tra due personaggi vede inevitabilmente prevalere il punto di vista di uno rispetto all’altro. Non è il caso del Dossier Cthulhu, capace di rendere giustizia sia alla prodigiosa capacità deduttiva del detective creato da Sir Arthur Conan Doyle sia agli inesplicabili orrori che regolano l’universo ideato da H.P. Lovecraft. Ma quello in cui Lovegrove riesce con particolare bravura è piegare al suo racconto la storia letteraria di Sherlock Holmes. Profondo conoscitore dell’opera di Conan Doyle, l’autore ha una giustificazione per ogni piccola sbavatura al canone. Riscrive, come in un puzzle, i dettagli che occorrono a rendere credibile la sua storia. Senza la minima forzatura, Sherlock Holmes cede all’occulto senza però perdere il suo ferreo razionalismo. Lo stesso succede agli altri personaggi creati da Conan Doyle che vengono trasferiti in un mondo del tutto inedito, senza che per questo smettano di essere riconoscibili.
Racconti macabri | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la recensione di Cesare Buttaboni a Racconti macabri, di Claude Seignolle. Eccone uno stralcio:
Jacques Van Herp (1923-2004), critico di fantascienza, letteratura fantastica e scrittore, paragona la sua opera a quella di Poe, H.P. Lovecraft e Jean Ray, evidenziandone i caratteri di originalità e forza, “in primis” il forte legame di Seignolle con la tradizione folclorica francese, così come sottolineato anche da un altro importante critico del fantastico come Jacques Bergier. Lo scrittore francese è infatti imbevuto delle tradizioni del folklore della Francia. Nel corso della sua vita si è consacrato alla raccolta sul terreno delle tradizioni popolari in tutte le loro forme di espressione, interrogando direttamente la popolazione dei villaggi. Il materiale, raccolto da Seignolle in alcuni volumi, costituisce la base di molti dei suoi racconti fantastici e quindi anche di alcuni di quelli presenti in questa antologia, uscita in origine nel 1966 presso Marabout (di cui la presente edizione preserva, nello stile di questa collana, copertina e veste grafica) dove trovarono posto anche Histoire maléfiques, Histoires vénénueses e Récits cruel oltre al citato La Malvenue.
Il clima letterario attorno al fantastico in Francia in quel periodo era favorevole grazie anche al ruolo della rivista Fiction, sulle cui pagine furono pubblicati anche dei racconti di Seignolle. In Racconti macabri vengono trattati tutti i topos del genere come i vampiri, i licantropi, i fantasmi e il diavolo. D’altronde non va dimenticato come il grande tema dell’opera di Seignolle è quello del diavolo, argomento che ha trattato in alcuni volumi come Le Diable dans la tradition populaire e Les Evangelis du diable, quest’ultimo una vera e propria bibbia nera dell’occulto.
Fra i racconti presenti in questa raccolta, notevole è L’Uomo che sapeva in Anticipo, in cui un falegname riesce a prevedere chi è destinato a morire tramite il dono della premonizione. Realizza così in anticipo le bare per evitare lo spreco di materiale. Il finale è atroce e beffardo. Spicca anche La memoria del legno, in cui si narra la vicenda di uno scultore che trae l’ispirazione per raffigurare le sue opere dal legno di bare rubate: l’atmosfera macabra non lascia indifferenti e sconfina nell’allucinazione. In Isabelle troviamo invece un fantasma uscito da un dipinto, mentre nell’atroce Quello che aveva sempre freddo assistiamo a un tragico equivoco fra i morti e i vivi di un villaggio che si chiude con un finale crudelissimo. La fine del mondo si stacca parzialmente dall’atmosfera perversa e sadica di queste storie: si tratta in effetti di una sorta di racconto apocalittico.
Ma forse il testo migliore è proprio quello più lungo che chiude l’antologia ovvero Il famiglio. Qui, come in La Malvenue, Seignolle riesce a descrivere il paesaggio della campagna francese e il contesto rurale (con tutte le sue superstizioni) in maniera estremamente efficace. Si tratta di una storia di magia dove non manca l’immancabile casa infestata e dove lo scrittore calca la mano con la descrizione di carcasse di cani e gatti in putrefazione con un tocco necrofilo che deve sicuramente qualcosa a Poe.