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Archivio per Weird

Presentazione a Roma di Tegumenta, di Paolo Ferrante


Sabato 18 maggio alle 18.00 presenterò Paolo Ferrante e il suo Tegumenta alla galleria Chroma, a Roma in Via del Mandrione 103, 89/c (qui l’evento FB); il libro, edito da Moscabianca, è un diario emozionale assai particolare e illustrato dallo stesso autore: vi invito a venire perché – davvero – l’opera lo merita e scoprirete lì il perché.

Ci vediamo lì?

Ospite il 10 e 16 maggio alla Alessandro Manzetti Academy


Sono davvero lieto – e grato ad Alessandro Manzetti – per essere ospite della sua Academy, oggi 10 maggio alle 21.00 e anche il 16; maggiori info sulla pagina FB dell’Academy: ci vediamo lì sulla piattaforma StreamYard?

Intervista a Maurizio Cometto: uno scrittore da anni in bilico fra weird e fantascienza | HorrorMagazine


Su HorrorMagazine c’è una bella intervista di Cesare Buttaboni a Maurizio Cometto, autore del romanzo Le leggi dell’ordine etico, uscito per DelosDigital, che sto leggendo e che mi sta dando belle soddisfazioni; un estratto della chiacchierata:

1.Sei un autore poliedrico che ha toccato diversi generi letterari: quali sono le sfide che incontri nel passare da un genere all’altro? Credi che ci sia un filo conduttore che collega le tue opere, indipendentemente dal genere?

R: Ciao Cesare e grazie per questa bella occasione. Ho iniziato con il fantastico puro, ho proseguito con il weird, sono passato al fantasy di formazione e infine sono approdato al distopico dopo una puntata nel mainstream. Qualcuno potrebbe pensare che ho le idee confuse, ma non è così. Semplicemente, mi piace cambiare e sperimentare nuove possibilità. La mia idea è che uno scrittore, qualunque scrittore, tiri fuori il meglio di sé quando tenta strade inedite; viceversa, il fossilizzarsi su generi o territori sicuri porta inevitabilmente al ripetersi e all’inaridire la propria vena creativa. Ci sono delle eccezioni, ma spesso è così. Un filo conduttore tra le mie opere: forse, semplicemente, l’essere non totalmente “allineate” al genere in cui si tenta di classificarle. Poi ci sono temi come la memoria, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, la ricerca di un significato alle proprie esperienze e al proprio passato, e tanti altri, ma questi li lascerei scoprire ai lettori.

2.Ci puoi parlare de Il costruttore di biciclette, un romanzo che ebbe l’onore di avere l’introduzione di Valerio Evangelisti? Molti lo considerano ancora oggi un libro di culto e una delle tue cose migliori.

R: È un romanzo a cui sono molto affezionato, per vari motivi. Innanzitutto, è il mio primo romanzo pubblicato (avevo esordito con una raccolta di racconti, L’incrinarsi di una persistenza, sempre per le edizioni Il Foglio). In secondo luogo, inaugurò la storica collana “Fantastico e altri orrori” de Il Foglio, e insieme mi fece conoscere l’allora curatore Vincenzo Spasaro, con cui nacque una profonda amicizia che dura ancora adesso. E infine, grazie alla benevolenza del grande e compianto Valerio Evangelisti, che seppe apprezzarlo, mi permise di farmi conoscere a un pubblico di lettori un poco più vasto. In sé questo romanzo contiene molti degli elementi a me più cari, ed è stato un punto di partenza per altre successive esplorazioni. Per certi versi inaugurò il filone cosiddetto “Magnivernese” della mia produzione, cioè quella più weird e più legata alla mia infanzia. Non a caso è stato posto all’inizio di Magniverne, un libro che cerca di mettere un po’ di ordine in quest’area del mio immaginario.

3.Il contesto storico ed economico degli anni 2007-2008, segnati dalla prima crisi economica del secolo, sembra essere un elemento centrale nel romanzo Cambio di stagione, una delle tue opere migliori a mio avviso. Come hai integrato questa situazione di instabilità e precarietà nell’evoluzione del protagonista e nella narrazione complessiva del libro?

R: Mi ha aiutato molto il fatto di viverla in prima persona. Questo libro è figlio diretto di quella crisi economica, i cui effetti, per fortuna non catastrofici, almeno sul piano personale, potei toccare con mano. Si tratta di un libro per certi versi irripetibile, perché, appunto, spuntato fuori dall’unione tra il mio immaginario e certe situazioni di vita lavorativa che mi sono ritrovato ad affrontare. Iniziai scrivendo il racconto Lo smeraldo a porta nuova, cercando di riportare sulla pagina il senso di precarietà e di sfiducia che si respirava allora. Non avevo idea che avrei scritto successivamente altri racconti con gli stessi personaggi, ambientazione e temi. Ma quella vena risultava fervida e urgente, e così uscirono fuori tutti gli altri pezzi, uno dopo l’altro. L’idea di collegare i racconti con un filo conduttore, in modo da farlo diventare una sorta di “romanzo a episodi”, venne dalla discussione con Vincenzo Spasaro, a cui li avevo sottoposti; in quest’ottica revisionai tutti i racconti e scrissi l’atto conclusivo, L’angelo della morte, che scava nella Torino Egizia e ne porta fuori, in fondo, un segno di speranza. Il libro uscì per le edizioni Il Foglio nel 2011, e oggi lo si può leggere anche in formato ebook, essendo uscito per Delos Digital nel 2023. 

 

Il rituale dei due mari | FantasyMagazine


Su FantasyMagazine la segnalazione di “Il rituale dei due mari”, di Stefano Spataro, racconto uscito per la collana weird di DelosDigital curata da Luigi Pachì; la quarta:

Taranto, futuro prossimo. L’ex industria siderurgica, ormai riconvertita a mega-corporazione nel campo alimentare, pare nasconda affari poco chiari riguardo alla produzione della carne. L’indagine è condotta da due agenti della Europol, una sorta di polizia federale europea, che arriverà a scoprire che nei sotterranei del Castello Aragonese si nasconde qualcosa di ancora più grottesco e surreale del “semplice” cannibalismo: un rito che si perpetua da anni e che coinvolge vari elementi e una creatura antica e mostruosa, che non attende altro che essere liberata dalla sua schiavitù.

Ospite il 10 e 16 maggio alla Alessandro Manzetti Academy


Sono davvero lieto – e grato ad Alessandro Manzetti – per essere ospite della sua Academy, il 10 e 16 maggio; maggiori info sulla pagina FB dell’Academy: ci vediamo lì?

Grazie a Matteo Scarfò e Andrea Lupia


Desidero ringraziare pubblicamente Matteo Scarfò per la sua competente presentazione di ieri sera al Teatro Flavio di Roma, dove ha illustrato il mio raccoltone di romanzi Psiconauti dimensionali con domande assolutamente pertinenti e oltremodo intelligenti; mi sono sentito molto a mio agio anche grazie alle splendide letture di Andrea Lupia dei brani che Matteo ha scelto, viaggi indietro nella percezione delle mie cose, nei mood e nelle trascendenze che hanno animato un percorso della mia vita.
Grazie, davvero col cuore.

Extramondi 24 – Rotta verso l’ignoto | Oggi 3 maggio presentazione di “Psiconauti dimensionali”


Oggi 3 maggio, alle 19.30 presso il Teatro Flavio in Roma, presenterò la raccolta di miei romanzi Psiconauti dimensionali, edita da Kipple Officina Libraria; l’occasione sarà la rassegna Extramondi – Rotta per l’ignoto dei nuovi territori del Cinema fantastico italiano: Matteo Scarfò guiderà il pubblico attraverso i meandri psichici e dimensionali contenuti nei romanzi, mostrando gli elementi sciamanici, quantici, mistici, matematici, imperialconnettivi.

L’appuntamento è in Via Giovanni Mario Crescimbeni 19, ci vediamo lì?

Extramondi 24 – Rotta verso l’ignoto | 3 maggio presentazione di “Psiconauti dimensionali”


Il 3 maggio, alle 19.30 presso il Teatro Flavio in Roma, presenterò la raccolta di miei romanzi Psiconauti dimensionali, edita da Kipple Officina Libraria; l’occasione sarà la rassegna Extramondi – Rotta per l’ignoto dei nuovi territori del Cinema fantastico italiano: Matteo Scarfò guiderà il pubblico attraverso i meandri psichici e dimensionali contenuti nei romanzi, mostrando gli elementi sciamanici, quantici, mistici, matematici, imperialconnettivi.

L’appuntamento è in Via Giovanni Mario Crescimbeni 19, ci vediamo lì?

Concerto Connettivo a Roma, oggi 30 aprile – Walpurgisnacht’s edition (LastSeal)


La seconda iterazione del Concerto Connettivol’inaugurazione fu a Genova – si svolgerà oggi 30 aprile a Roma, al Defrag in Via delle Isole Curzolane 75, nella cornice del festival Visioni Futuribili Expo – Tra fantascienza, avanguardie e squarci sul futuro organizzato dal collettivo CRUSH – Collettiva Arte Visiva; l’evento – qui su FaceBook – vedrà la partecipazione di molti artisti che, attraverso l’uso di un largo spettro di media, saranno impegnati dalle 17.30 fino a notte fonda nel definire il concetto del Connettivismo live. Questo è il programma:

Dalle 17.30

• 𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di Eleonora D’Agostino.
• 𝐏𝐚𝐧𝐞𝐥 𝐍𝐨𝐯𝐨𝐜𝐚𝐫𝐧𝐢𝐬𝐭𝐚 con Eleonora D’Agostino & Stefano Spataro (commento sonoro di Stefano Bertoli).
• 𝐃𝐣𝐬𝐞𝐭 𝐞𝐥𝐞𝐭𝐭𝐫𝐨𝐬𝐜𝐮𝐫𝐨 & 𝐚𝐥𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 a cura di Chløe Nøn Pt.1.
• 𝐏𝐚𝐧𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐧𝐧𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨 con Lukha B. Kremo, Giovanni De Matteo, Marco Milani e Sandro Battisti (commento sonoro di Stefano Bertoli).

Dalle 21.00

• Intro connettivista – 𝐑𝐞𝐚𝐝𝐢𝐧𝐠 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐚𝐧𝐢𝐟𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐧𝐧𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐬𝐦𝐨.
• 𝐒𝐨𝐮𝐧𝐝𝐬 𝐛𝐲 𝐄𝐦𝐚𝐧𝐮𝐞𝐥𝐞 𝐏𝐞𝐬𝐜𝐢𝐚, 𝐬𝐩𝐨𝐤𝐞𝐧 𝐛𝐲 𝐊𝐫𝐞𝐦𝐨.
• 𝐒𝐨𝐮𝐧𝐝𝐬 & 𝐕𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐬 – ‘𝐐𝐮𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚’: bagni di gong & sounds by Maurizio Limongi & Stefano Bertoli, spoken by Sandro Battisti.
• 𝐒𝐨𝐮𝐧𝐝𝐬 𝐛𝐲 𝐊𝐫𝐞𝐥𝐥, ‘𝐕𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐮𝐜𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢’ 𝐬𝐩𝐨𝐤𝐞𝐧 𝐛𝐲 𝐂𝐡𝐥ø𝐞 𝐍ø𝐧.
• 𝐒𝐨𝐮𝐧𝐝𝐬 𝐛𝐲 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 𝐁𝐞𝐫𝐭𝐨𝐥𝐢, ‘𝐓𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐥𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐨𝐬𝐬𝐢𝐝𝐢𝐚𝐧𝐚’ 𝐬𝐩𝐨𝐤𝐞𝐧 𝐛𝐲 𝐒𝐚𝐧𝐝𝐫𝐨 𝐁𝐚𝐭𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢.
• 𝐒𝐨𝐮𝐧𝐝𝐬 𝐛𝐲 𝐂𝐡𝐥ø𝐞 𝐍ø𝐧, 𝐬𝐩𝐨𝐤𝐞𝐧 𝐛𝐲 𝐋𝐮𝐤𝐡𝐚 𝐁. 𝐊𝐫𝐞𝐦𝐨.
• 𝐒𝐨𝐮𝐧𝐝𝐬 𝐛𝐲 𝐊𝐫𝐞𝐥𝐥, ‘𝐓𝐰𝐢𝐧 𝐏𝐞𝐚𝐤𝐬’ 𝐬𝐩𝐨𝐤𝐞𝐧 𝐛𝐲 𝐂𝐡𝐥ø𝐞 𝐍ø𝐧.
• 𝐒𝐨𝐮𝐧𝐝𝐬 & 𝐕𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐬 – 𝐁𝐚𝐠𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐠𝐨𝐧𝐠 𝐛𝐲 𝐒𝐭𝐞𝐟𝐚𝐧𝐨 𝐁𝐞𝐫𝐭𝐨𝐥𝐢.

Dalle 23.30

• Proiezione del mediometraggio ‘𝐈𝐥 𝐊𝐚𝐬𝐨 𝐊𝐫𝐞𝐦𝐨’.
• Intervista al regista 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐄𝐪𝐮𝐢𝐳𝐳𝐢.
• 𝐒𝐨𝐮𝐧𝐝𝐬 𝐛𝐲 𝐄𝐦𝐚𝐧𝐮𝐞𝐥𝐞 𝐏𝐞𝐬𝐜𝐢𝐚.
• 𝐃𝐣𝐬𝐞𝐭 𝐞𝐥𝐞𝐭𝐭𝐫𝐨𝐬𝐜𝐮𝐫𝐨 & 𝐚𝐥𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐛𝐲 𝐂𝐡𝐥ø𝐞 𝐍ø𝐧 𝐏𝐭. 𝟐.

Ci vediamo lì?

Intervista a Francesco Corigliano: un viaggio alle radici del Weird | HorrorMagazine


Su HorrorMagazine c’è l’intervista di Cesare Buttaboni a Francesco Corigliano, autore e saggista weird tra i più quotati; vi lascio ad alcuni brani della chiacchierata:

1.”Malasacra” è finora il tuo libro più importante. Si avverte come un senso si Apocalisse imminente. Hai cercato di trovare una via a una sorta di Sacro capovolto in questi racconti?

Malasacra raccoglie alcuni dei racconti che più mi hanno aiutato a formarmi nel campo del fantastico. L’ispirazione principale resta perlopiù quella lovecraftiana, anche se in alcuni testi ho tentato di trovare una prospettiva diversa, più moderna. Certamente il sacro è un tema centrale di alcuni di quei racconti (come in Sancta Sanctorum e Del male), che poi ho approfondito in storie successive. 
Per me il sacro, inteso soprattutto nell’accezione cattolica, è un argomento che si presta perfettamente alla narrazione fantastica odierna (oltre che essere un punto fondamentale della tradizione letteraria, a cominciare dal gotico). L’idea che il soprannaturale si incarni nel materiale, e che pur diventando concreto non perda la sua qualità metafisica, è un concetto che porta in sé un senso di inquietudine molto vicino alla sensibilità contemporanea. Soprattutto se si immagina che quel sacro abbia una concezione di “giusto” e “sbagliato” diversa da quella comune. In un’epoca che celebra la ricerca del controllo assoluto, la prospettiva che Dio esista e che ce l’abbia con noi può risultare antiquata ma non per questo meno terrificante.

2.Nel racconto “Il dragone del vuoto”, hai descritto il conflitto tra l’antica conoscenza e lo scetticismo moderno. Qual è il messaggio principale che desideravi comunicare attraverso questa allegoria surreale?

Il dragone del vuoto è uno dei racconti di Malascra a cui tengo di più. L’idea di base era quella di giocare con il concetto di “iperoggetto”, descrivendo un’entità che sfidasse I normali approcci conoscitivi. Il Drago è un drago, ma anche una tradizione e una maledizione, una cosa che non si vede ma che pesa sui tetti delle case, che permea un’intera comunità e ne replica i tratti. Per delineare i confini di un ente quasi impercepibile, ho pensato che fosse necessario deformare la prospettiva narrante, e calare il lettore nella mente di qualcuno che sfida l’inconoscibile e che ne è ossessionato. Per affrontare la sua quest lo studioso deve partire dalla conoscenza antica, adattandola in modo nuovo (le pagine che diventano lenti degli occhiali) e confrontandosi direttamente col mostro invisibile. Probabilmente l’intera storia può essere vista come un’allegoria dello studio, della filosofia e anche altro. Direi però che il finale esprime una certa sfiducia epistemologica.

3.In ‘Funerale’, la tua narrazione trasporta il lettore a San Filario, nell’entroterra calabrese, dove una misteriosa confettura sembra determinare non solo la vita e la prosperità degli abitanti, ma anche il loro trapasso. Questo scenario evoca fortemente il folk-horror, con i suoi elementi di oscurità e mistero. Come hai utilizzato l’ambientazione, il tono narrativo e i riferimenti al folk-horror per immergere il lettore negli oscuri riti del Funerale immaginato?

In Funerale ho tentato di rappresentare il punto di vista infantile dinanzi a eventi che sono insieme familiari e minacciosi. La tradizione è rassicurante per gli adulti, ma per arrivare a quel senso di comfort bisogna comunque attraversare un momento di consapevolezza, una soglia che può risultare spaventosa. C’è un primo Natale per tutti, una prima Pasqua e una prima festa del santo patrono. E c’è anche un primo funerale. A San Filario questo cambiamento consiste nel conoscere il mistero che si stende sotto il paese; un mistero il cui orrore viene lenito dal senso della comunità, da volti e sapori conosciuti, e da una fiducia quasi sacrale nella sapienza degli adulti e dei vecchi. Il rito di passaggio della morte coinvolge il defunto, la sua famiglia e l’intero paese, legando tutti in un senso di identità morboso e opprimente, ma che a una bambina può sembrare la cosa più meravigliosa del mondo.
Questa impostazione mi sembrava adatta all’uso della seconda persona singolare, per evocare un tono che fosse insieme di confessione e di comando, un monologo/dialogo interiore infantile.

 

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