HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per Paradigma olografico
Ognuno col proprio modo
Riprovevoli istanti estatici rendono l’esperienza delle complesse linee di codice olografico, ognuno con la sua visione, ognuno che le compila nel proprio modo.
Percepisci il non visto
L’affronto è stato reso olografico dal tuo approccio sinestetico al sistema delle realtà evanescenti, quelle che insistono non viste sulla tua pelle.
Oltre le
Dispiego le paratie di contenimento affinché i codici olografici divengano espansi, oltre le sette dimensioni canoniche.
Entropia inestinguibile
Poche dismissioni nella linea percettiva del fronte, quando le parole assumono valenze ambigue, quando i significati derivanti sembrano segnali persi nello skyline olografico.
Proiezioni olografiche
Le tue semplicità si adombrano nella luce interiore che sa di proiezioni olografiche.
“Hagia Sophia magnaura” di Sandro Battisti, Delos Digital. A cura di Alessandra Micheli – LES FLEURS DU MAL BLOG
Su LesFleursDuMal è uscita una recensione, a cura di Alessandra Micheli, a uno dei miei molteplici racconti che stanno uscendo nella collana DelosDigital L’orlo dell’Impero, dedicata alla mia produzione sull’Impero Connettivo: Hagia Sophia Magnaura.
Vi lascio alla recensione integrale, volevo prenderne qualche brano ma, davvero, mi è stato impossibile scegliere e leggendola tutta esce fuori esattamente quello che volevo trasmettere al lettore. Ringrazio, davvero tanto, per aver colto ogni sfumatura del racconto e colgo l’occasione per ricordarvi il link alle mie pubblicazioni imperiali uscite per DelosDigital.
Ci sono momenti in cui ci si sente quasi sospesi, in attesa che un segno possa decifrare il nostro futuro o anche tradurre in parole comprensibili il presente. E l’immagine migliore che possiamo usare per descrivere questi attimi è una scacchiera. Pensateci: pedoni bianchi e neri attorno a una regina che in fondo decide il risultato della partita. Non è un caso se questo simbolo lo ritroviamo in ogni cattedrale, in ogni storia dal contenuto esoterico. Mosse ragionate, che cercano di non far morire nessun pezzo di sé, e tanta astuzia, che a volte viene sacrificata da una sorta di sicurezza nelle proprie capacità.
E a volte, per poter vincere, bisogna morire o sacrificare qualcosa.Forse questo significato che mi ha attratto del libro di Sandro Battisti. E se non posso svelarvi tutta la trama, né il significato senza spoilerare, posso però dirvi cosa è accaduto in me, mentre la partita proseguiva.
Mi sono sentita dentro il libro.
Perché in fondo io stessa stavo giocando una partita a scacchi con il peggior degli avversari: me stessa. E attorno a me mille voci, capisci di confondere o forse di dire verità importanti. Ma in quel clamore non sempre possiamo decifrare cosa sia necessario e cosa spazzatura.
Credetemi.
Le voci arrivano da parti che non vi aspettavate, da angoli trascurati e dimenticati. Da grandi edifici ricchi di bellezza, edifici che hai sempre amato, raccontato, custodito. E a gestire il gioco qualcosa di molto più grande.
Persino di te.
Persino della partita stessa, che ha importanza soltanto al fine della rivelazione finale.