HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per Tersicore
Nlooln / Lynch – Veer
Lascia andare ogni flusso spurio, chiudi gli occhi e ammira la deframmentazione frattale del reale.
The Shallow Graves – The Phantom Heart
Il presenzialismo di sé è una ricerca necessaria, ma sterile.
Postlooperish – I Live in the Mountains because of You
L’introspezione va gestita, prima che ti devi infinitamente su vie pericolose.
Approfondimenti – The Art of Darkness – La storia della musica gothic nel libro di John Robb :: Gli Speciali di OndaRock
OndaRock recensisce molto approfonditamente il volume enciclopedico The Art Of Darkness, di John Robb, che in 650 pagine traccia una storia della musica goth, ma anche delle sue origini, degli influssi che l’hanno generata e delle derive che man mano si sono generate; a naso, mi pare che ci siano molti più di nomi citati di quanto fosse lecito attendersi, vi lascio perciò a qualche brevissimo stralcio, investite almeno cinque minuti nell’attenta lettura del post.
È però il punk a scatenare l’onda lunga della darkwave. Per una miracolosa alchimia, come spesso accade nella storia della musica popular, si vengono a saldare una serie di elementi disparati: retaggi del passato e spirito del tempo, influenze culturali e sotto-culturali e moda, urgenza creativa e marketing musicale. Tutto concorre alla nascita di un fenomeno che – come osserva Robb – trovava nel punk e nel post-punk il linguaggio più adatto del momento a rendere la musica centrale nelle vite dei giovani. Come se il gothic fosse in fondo la semplice derivazione oscura della stagione del “no future”, la tappa successiva di una rivoluzione che aveva profondamente modificato lo stesso approccio alla musica all’insegna del do-it-yourself, consentendo una proliferazione di gruppi inimmaginabile fino a qualche anno prima.
L’ascoltatore sprovveduto tende a decretare la fine della stagione dark all’incirca alla metà degli anni 80, quando wave e post-punk cedettero il testimone al new pop, lasciando progressivamente il centro della ribalta. Ma, così come per il prog, dato per morto alla fine degli anni 70, è una ricostruzione del tutto superficiale e fuorviante.
Come si diceva, è stato soprattutto l’industrial rock a incorporare, già dai primi esperimenti degli anni 80, attitudine ed estetica dell’era darkwave. È in particolare nella fucina industriale di Sheffield, tra scantinati fatiscenti e vecchie fabbriche abbandonate, che si propaga un fermento creativo irrefrenabile. Il retroterra sono le liturgie rumoriste che il guru Genesis P-Orridge sta facendo deflagrare a Londra con i suoi Throbbing Gristle. Ma gli orizzonti sono ancora più ampi. Possono rincorrere i sogni anarcoidi dei vecchi pionieri dadaisti di Zurigo (Cabaret Voltaire), oppure, possono spostare le lancette ancora più in là, verso un futuro indefinito dove l’elettronica robotica dei Kraftwerk e i groove jazz-funk si lasciano trascinare dai bassi ossessivi del dark-punk verso un’avantgarde minacciosa e destabilizzante, come nel caso dei Clock Dva di Adolphus “Adi” Newton (ex-Human League). Esperienze che si riveleranno indispensabili per lo sviluppo del movimento industrial degli anni Novanta, capitanato dai Nine Inch Nails di Trent Reznor, ma anche da band come Nitzer Ebb, Skinny Puppy e Front Line Assembly. E se gothic è soprattutto un’atmosfera, più che un vero e proprio stile, non potranno non esser accostate al termine anche vicende musicali in parte divergenti, come quelle di Current 93, Coil, Nurse With Wound e Whitehouse.
Duplex Ride @ Lazzaro “Pixel an at Exhibition”/ 24-28.05.2023 | Duplex Ride
Chi è a Genova la prossima settimana può godere di queste avanguardie espressive, tra musica, arte e installazioni visive. Fateci un salto, non ve ne pentirete 😉
In corrispondenza con la Genova BeDesign Week, il Comune di Genova organizza “PIXEL AT AN EXHIBITION,” una selezionata produzione nazionale e internazionale di opere NFT (Non Fungible Token).
Per tutta la durata della manifestazione, Lazzaro – Galleria d’Arte Contemporanea accoglierà “NON FUNGIBLE CHOC!”, un allestimento di soli video con proiezione di opere internazionali statiche. Durante le serate presso LAZZARO – Galleria d’Arte Contemporanea.
DUPLEX RIDE propone quattro live set di elettronica – ambient
Mercoledì 24 maggio :
FLUDD (Marco Cacciamani) – Minimal / AmbientGiovedì 25 maggio :
ASPERA PROJECT (Stefano Roffo) – LoungeVenerdì 26 maggio :
GEDRON (Gerardo Fornaro) – Space /DroneSabato 27 maggio : JAGOLABORATORIUM
(Claudio Ferrari + Alessandro Bona) – Creative ElectronicsTutte le serate di sonorizzazione avranno inizio alle 21.
Orson Hentschel – Heavy Light | Neural
[Letto su Neural]
Sono passati già tre anni dal suo ultimo album in studio e Orson Hentschel ritorna con una nuova prova, Heavy Light, suo quarto progetto su formato esteso che è composto da otto tracce d’un elettronica sensuale e rarefatta, ricca d’atmosfere space-cosmiche, oniriche e avvolgenti, sonorità che comprendono ritmiche spesso fratturate e misuratissime. Alle composizioni presentate fanno seguito un’installazione cinematografica a 3 canali e una performance visiva dal vivo: fondendo elementi di film, danza e musica in una sintesi espressiva eclettica e formalmente impeccabile. Hentschel espande il formato dell’album convenzionale e l’ispirazione per il tutto, ci spiega, sono state le strade di una Berlino praticamente deserta, durante il primo lockdown causato dall’infezione di Covid 19, evento per il quale la luce è diventata l’elemento più vibrante della metropoli, influenzando sia le immagini che i suoni sui quali stava lavorando. Per Hentschel, insomma, è la stessa vita urbana ad essere caratterizzata da impulsi differenti e i droni, i trattamenti elettronici vari, non fanno che restituire questa complessità mantenendo sempre alta la tensione nella modulazione dei vari tappeti sonori che sono dipanati in maniera assai eclettica e coinvolgente. “Fare una passeggiata in una città vuota ti rende estremamente sensibile all’ambiente circostante, al suono, alla luce o ai movimenti”, racconta Hentschel, che era curioso di sapere come un danzatore avrebbe interagito con questo speciale stato di percezione in un processo di improvvisazione. La collaborazione con la talentosa e magnetica Michelle Cheung è a questo proposito particolarmente riuscita proprio nel video della title track, dove preponderanti sono anche le ambientazioni, razionaliste e notturne, siderali e ballardiane. Stilisticamente lo sperimentatore sembra a suo agio con tecniche musicali che occhieggiano a una qualche narrazione ma la sua operatività infine è indipendente dalle immagini, che sono apparentate alla musica solo successivamente, come in una cronaca soggettiva che ha già interiorizzato le dinamiche del tessuto urbano. A seguito dell’emergenza Coronavirus molte sono state le limitazioni per il settore dei beni, delle attività culturali e dello spettacolo, quella che però non si è mai fermata è la voglia di sperimentare e conservare pronte le energie e la creatività anche in una situazione di forte privazione.