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Archivio per Roger Waters

RECENSIONI: ROGER WATERS LIVE @ UNIPOL ARENA, BOLOGNA – THIS IS NOT A DRILL TOUR | PinkFloydItalia


Su PinkFloydItalia la recensione al concerto bolognese di Roger Waters, avvenuto pochi giorni fa e che, da quanto leggo in giro, ha flashato invariabilmente tutti gli spettatori, anche quelli di altre date sparse per l’Europa, per il NordAmerica. L’incipit:

Onore a Roger Waters, uno dei pochi artisti che negli ultimi decenni non sono piegati alla deriva nichilista e rinunciataria della cultura dominante, continuando invece a denunciare la violenza di un sistema di potere diventato ancora più pervasivo e distruttivo, per certi versi, rispetto agli anni ’70. Lo storico leader dei Pink Floyd, giunto alla soglia dei suoi 80 anni, testimonia di avere ancora una carica di energia contestatrice (ormai merce rara), non solo per le posizioni che ha preso pubblicamente sul conflitto russo-ucraino ma anche soprattutto per il tour che sta portando in giro per il mondo: “This is not a drill” (questa non è un’esercitazione), definito il suo primo tour di addio.

Sono stato alla prima data di Bologna, venerdì scorso, all’Unipol Arena, e mi sono trovato immerso in uno concerto di quasi tre ore in cui messaggio artistico e messaggio politico si intrecciano indissolubilmente in uno spettacolo fatto non solo di musica ma anche di scenografie e proiezioni su schermi alti tre metri, disposti a croce sopra il palco al centro dell’arena. Un’opera d’arte totale.

PINK FLOYD: IN USCITA IL LIBRO “TOGETHER WE STAND DIVIDED WE FALL” – L’ANALISI CRITICA DEL FILM THE WALL | PinkFloydItalia


Su PinkFloydItalia è uscita questa singolare segnalazione sul libro “Together we stand divided we fall”, versi della celebre song “Hey You” contenuta nell’album dei Floyd “The wall”. Nicola Randone ne è il curatore e indaga da più di dieci anni i significati intrinseci al film omonimo, diretto da Alan Parker.

L’opera “The Wall” dei Pink Floyd non è solo un film, né tantomeno semplice musica pop. I fan conoscono bene le tante sfaccettature nella poetica di Roger Waters (il writer principale) e il suo gusto per le tematiche di tipo esistenziale, ma per molti “The Wall” è rimasto sempre un mistero troppo complesso da approfondire: perché una rockstar drogata dovrebbe diventare un dittatore e che c’entra tutto questo con un padre morto in guerra, una madre iperprotettiva, un maestro di scuola troppo zelante nel voler formare le giovani menti e poi un matrimonio fallito? Cosa c’è dietro la “visione fugace” di Comfortably Numb e perché il maestro ripete sempre ai suoi alunni che non possono avere il dolce se non mangiano la carne? A questa e a tante altre domande, Nicola Randone prova a dare una spiegazione, servendosi del film che fu realizzato qualche anno dopo l’album musicale. Il lavoro di analisi, durato più di dieci anni, ruota intorno all’enorme portata culturale di “The Wall”. Come dice lo stesso autore: «Questo lavoro mi ha portato a interrogarmi su me stesso e sul mondo che mi circonda in un modo che mi è sempre sfuggito e alla fine della lettura sono sicuro che anche voi inizierete a domandarvi, come ho fatto io, cosa state facendo del vostro muro e quale versione di voi state portando avanti, se quella del dittatore o al contrario quella dell’uomo capace di mantenere il contatto col prossimo, per scoprire che gran parte della rabbia, della solitudine, del senso di frustrazione che possiamo avvertire ogni giorno può essere spazzata via solo cambiando prospettiva; e non si tratta di seguire un guru o rigide regole di respirazione, è sufficiente ritornare ad ascoltare la propria umanità».

Il libro è acquistabile su Amazon cliccando qui.

ROGER WATERS: AL CINEMA IL CONCERTO DI PRAGA IN DIRETTA! | PinkFloydItalia


Su PinkFloydItalia la news della messa in onda live – in alcuni cinema – del concerto di Praga di Roger Waters. I dettagli:

Trafalgar Releasing, in collaborazione con Sony Music, collabora con Roger Waters per la terza volta, dopo le trasmissioni cinematografiche dei concerti “Us And Them” e “The Wall Live”.
Infatti Giovedì 25 maggio 2023, trasmetteranno lo spettacolo di Roger “This Is Not a Drill” in diretta dalla O2 Arena di Praga nei cinema di tutto il mondo. Questo evento cinematografico presenterà 20 canzoni classiche dei Pink Floyd e di Waters, oltre al nuovo brano “The Bar”. L’evento live sarà diretto da Sean Evans e trasmesso in oltre 1.500 cinema in più di 50 paesi. I biglietti saranno in vendita da martedì 25 aprile su www.thisisnotadrillfilm.com, dove dovrebbero essere disponibili anche i dettagli sui cinema aderenti.
Si informa che l’evento è stato spostato in alcuni mercati per adattarsi ai fusi orari locali, il che è una mossa sensata, per evitare di trovarsi nel bel mezzo della giornata lavorativa o nel cuore della notte.
Non è ancora dato sapere se e in quali sale italiane sarà possibile vedere lo show.

Questo il comunicato stampa:

Per una sola notte, Roger Waters, la forza creativa degli anni d’oro dei Pink Floyd, presenta il suo primo tour d’addio, “This Is Not a Drill”, in diretta da Praga, nei cinema di tutto il mondo. Questa stravaganza cinematografica è uno straordinario atto d’accusa contro la distopia aziendale in cui tutti noi lottiamo per sopravvivere e includerà 20 canzoni classiche dei Pink Floyd e di Roger Waters, tra cui: “Us & Them”, “Another Brick In The Wall, Pt. 2”, “Wish You Were Here” e “Is This The Life We Really Want?”. Waters debutterà anche con la sua nuova canzone, “The Bar”.

Waters sarà affiancato sul palco da Jonathan Wilson, Dave Kilminster, Jon Carin, Gus Seyffert, Robert Walter, Joey Waronker, Shanay Johnson, Amanda Belair e Seamus Blake per offrire uno spettacolo indimenticabile con un appello all’azione per amare, proteggere e condividere il nostro prezioso pianeta natale.
Si prega di notare che questo evento è stato spostato in alcuni mercati per adattarsi ai fusi orari locali.

L’epico “taglio finale” di Roger coi palchi | PostHuman


Su PostHuman la recensione di Mario Gazzola al concerto milanese del 28 marzo di Roger Waters. Vi lascio a Mario, benvolentieri, lui c’era e si è beato di cotanta bellezza…

Prossimo agli 80 anni, facile che questo sia davvero un addio ai palchi; sempre in guerra con Gilmour, di certo non vedremo mai più i tre Floyd superstiti ancora in scena insieme, magari con un Brain One (pardon, Brian Eno!) alle tastiere in luogo del compianto Wright, come sognerei io. Ma Roger è fatto della pasta indistruttibile dei Grandi Antichi del Rock (come Dylan, Jagger, McCartney, Plant, Springsteen): a 79 suonati è ancora in forma e trotta su e giù, a destra e a sinistra del nuovo palco ipertecnologico che è la vera novità spaziale del suo luna park 2023; al centro dell’arena, visibile a 360 gradi dal pubblico che lo circonda, non lascia mai nessuno ‘di spalle’ rispetto alla scena. Quando lui è su un lato a cantare, il megaschermo a croce ce lo rimanda su ogni lato del poliedro spaziale, ripreso dalle videocamere a definizione più che cinematografica, sembra d’avercelo ovunque di fronte, mixato col consueto caleidoscopio psichedelico di filmati, schegge animate di The Wall, cartoon-clip completamente inediti per visualizzare ogni brano della lussureggiante scaletta (che vi riproduciamo completa in calce).

Gazzola snocciola impressioni sui singoli brani proposti dall’ex Floyd, e chiosa la sua esaltante rece con:

Esaltiamoci, sì, perché almeno una volta ci siamo stati (purtroppo, personalmente non ero mai riuscito a vedere in concerto i Pink Floyd finora, né uniti né divisi). Abbiamo visto “navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, (…) raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti NON andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia“. Quando cioè il destino ci toglierà anche i duellanti Waters, Gilmour o il nostalgico e più pacifico Mason, portando il nostro orologio generazionale un passo più vicino alla fine di quell’era dei giganti fondatori della chiesa del rock, la cui grandezza – come forse quella dei divi della Hollywood della golden age – non potrà mai essere eguagliata da alcun epigono.

Grazie Roger, e grazie Mario, l’appuntamento è al prossimo gig floydiano di una delle menti più creative di questo nostro tempo.

21 Marzo 1983, i quarant’anni di The Final Cut: il saluto di Roger Waters al padre e ai suoi Pink Floyd – ivl24.it


Su Ivl24 un articolo-recensione a The Final Cut, non proprio l’ultimo disco dei Floyd ma forse l’ultimo che abbia davvero qualcosa di granitico da dire – non a caso, l’ultimo lavoro nato dalla mente di Waters. Un estratto, e in fondo la titletrack, uno dei brani migliori del disco uscito, ricordo, esattamente quarnat’anni fa.

Dopo The Wall, il già travagliato animo di Roger Waters non era dei migliori. Quel muro che stava cambiando il corso del rock sia in termini ideologici che musicali, aveva scavato fin troppo dentro di sé, portandolo a fare i conti col suo passato e soprattutto con il presente che stava vivendo. La perdita del padre in guerra nel corso dello sbarco di Anzio, una società che non lo rappresenta e un governo inglese contro cui izzare i suoi accordi, (missione partita già da Animals), lo portano a fare i conti non solo con se stesso, ma anche con gli altri membri dei Pink Floyd.

Già da Animals i rapporti tra Waters e Gilmour erano abbastanza tesi. Ma da quei litigi, raccontò in un’intervista il batterista Nick Mason, “nacquero le migliori opere Floydiane”. Però, nel 1981, quei litigi diventarono problemi insormontabili, che andranno purtroppo a influenzare in modo deciso il destino dei Pink Floyd: Waters era deciso ad avere il totale controllo del progetto, mentre Gilmour era volenteroso di dimostrare il suo valore come musicista e autore di testi senza dover essere secondo a nessuno; il batterista Nick Mason si dimostrò un componente piuttosto estraneo a questi dissidi, cercando di mantenere calmi gli animi almeno fino alla fine delle registrazioni. Fu invece il tastierista Richard Wright il primo a rimetterci in seguito ai suoi scontri con Waters: durante il tour di The Wall, il ruolo di Wright fu ridimensionato a quello di semplice turnista e poco prima che la band si cimentasse nella realizzazione del nuovo album, Waters decise di cacciarlo via dai Pink Floyd. Varie versioni raccontano di un Roger Waters furibondo con Wright per il suo poco impegno e il suo prolungato soggiorno in Grecia con la nuova moglie mentre altre versioni raccontano che il bassista avesse scoperto la dipendenza da cocaina di Wright e che volle allontanarlo perché divenuto ormai superfluo alla causa dei Floyd (quest’ultima versione è stata però smentita da Nick Mason nel suo libro biografico sulla band Inside Out). 

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Roger Waters – Fletcher Memorial Home (With prerecorded vocals)


Uno splendore d’intensità interiore, da un brano poco conosciuto…

ROGER WATERS: ANTEPRIMA DI “US & THEM” DAL SUO NUOVO “THE DARK SIDE OF THE MOON”


“Quando abbiamo registrato le canzoni ridotte all’essenziale delle Lockdown Sessions, si profilava all’orizzonte il 50° anniversario dell’uscita di Dark Side of The Moon. Mi è venuto in mente che Dark Side of the Moon poteva essere un candidato adatto per una rielaborazione simile, in parte come tributo al lavoro originale, ma anche per affrontare nuovamente il messaggio politico ed emotivo dell’intero album. Ne ho discusso con Gus e Sean, e quando abbiamo smesso di sghignazzare e di gridarci addosso ‘tu devi essere pazzo‘ abbiamo accettato la sfida. Ora stiamo ultimando il missaggio finale. È venuto davvero bene e non vedo l’ora che tutti lo ascoltino. Non sostituisce l’originale, che ovviamente è insostituibile. Ma è un modo per il settantanovenne di guardare indietro, attraverso i cinquant’anni trascorsi, negli occhi del ventinovenne e dire, citando una mia poesia su mio padre, ‘Abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo mantenuto la sua fiducia, nostro padre sarebbe stato orgoglioso di noi‘. È anche un modo per onorare una registrazione di cui Nick, Rick, Dave e io abbiamo il diritto di essere molto orgogliosi.“

Così Roger Waters – citato da PinkFloydItalia – sul rifacimento di “TheDarkSideMoon”, uno dei tanti capolavoro dei Floyd, di cui ha pubblicato un piccolo video per far capire qual è il mood che pervade questa monumentale cover; vi lascio alle sue note, al suo coinvolgimento emotivo che fa venire i brividi.

Waters difende Gilmour: ‘I suoi assolo tra i migliori del rock’ – Rockol


Su RockOl la nuova puntata della querelle tra Waters e Gilmour, solo che questa volta – inaspettatamente – il primo Floyd prende le difese dell’altro. Lo spunto parte da un articolo mal scritto da un giornalista inglese, che il bassista mal tollera…

“C’è un articolo schifoso pubblicato dal New Statesman, scritto, se così si può dire, da un tal Stuart Maconie”, ha spiegato l’artista in una nota pubblicata sui suoi canali social ufficiali: “È il solito mucchio di cazzate mal informate. Tuttavia, nell’articolo, c’è una cosa sulla quale mi sento in dovere di fare chiarezza. Quando parla della mia nuova registrazione di ‘The Dark Side of the Moon’ sostiene, con un’autorità condiscendente immeritata, che ‘Parte di questo processo comporterà la rimozione, come citato nel quotidiano spagnolo El Pais, degli ‘orribili assoli di chitarra’ di Gilmour”.
“Non so chi pensa di citare quando scrive degli ‘orribili assoli di chitarra’ di Gilmour, ma sicuramente non sono io”, mette in chiaro Waters: “Ero lì, amo gli assoli di chitarra di Dave su ‘The Dark Side of the Moon’, così come amo quelli su ‘Wish You Were Here’ e su ‘Animals’, su ‘The Wall’ e su ‘The Final Cut’. Dal mio punto di vista, benché di parte, gli assoli di Dave in quegli album costituiscono una raccolta di alcuni dei migliori assolo di chitarra nella storia del rock and roll. Quindi, Stuart Maconie, piccolo coglione, la prossima volta, per favore, controlla con le fonti del tuo vergognoso articolo, prima di andare in stampa”.

ROGER WATERS: IL DISCORSO AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE | PINK FLOYD ITALIA


Su PinkFloydItalia il discorso di Roger Waters all’ONU, pochi giorni fa, sulla situazione politica internazionale determinata dalla guerra in Ucraina:

Signora Presidente, Eccellenze, illustri membri del Consiglio di Sicurezza, Signore e Signori.
Mi sento profondamente onorato di avere questa singolare opportunità di informare oggi le vostre Eccellenze. Con la vostra pazienza, cercherò di esprimere quelli che ritengo essere i sentimenti di innumerevoli nostri fratelli e sorelle in tutto il mondo, sia qui a New York che oltreoceano. Li inviterò in queste sale sacre per dire la loro.
Siamo qui per considerare le possibilità di pace nell’Ucraina dilaniata dalla guerra, soprattutto alla luce del crescente volume di armi in arrivo in quell’infelice Paese. Ogni mattina, quando mi siedo al mio computer, penso ai nostri fratelli e sorelle, in Ucraina e altrove, che, senza alcuna colpa, si trovano in circostanze terribili e spesso mortali. Laggiù, in Ucraina, possono essere soldati che affrontano un’altra giornata mortale al fronte, o possono essere madri o padri che si pongono l’atroce domanda di come posso sfamare mio figlio oggi, o possono essere civili che sanno che oggi la luce si spegnerà di sicuro, come accade sempre nelle zone di guerra, che non c’è acqua fresca, che non c’è carburante per la stufa, che non ci sono coperte, ma solo filo spinato e torri di guardia e muri e inimicizia. Oppure possono trovarsi qui, in una grande città ricca come NY, dove fratelli e sorelle possono ancora trovarsi in gravi difficoltà. Forse, in qualche modo, per quanto abbiano lavorato duramente per tutta la vita, hanno perso l’equilibrio sul ponte scivoloso e inclinato della nave neo-liberale capitalista che chiamiamo vita in città e sono caduti in mare finendo per annegare. Forse si sono ammalati, o forse hanno contratto un prestito studentesco, forse hanno saltato un pagamento, i margini sono sottili, chi lo sa, ma ora vivono per strada in un mucchio di cartone, forse anche in vista di questo edificio delle Nazioni Unite. In ogni caso, ovunque si trovino, in tutto il mondo, zone di guerra o meno, insieme costituiscono una maggioranza, una maggioranza senza voce. Oggi cercherò di parlare per loro.
Noi popoli vogliamo vivere. Vogliamo vivere in pace, in condizioni di parità che ci diano la possibilità reale di prenderci cura di noi stessi e dei nostri cari. Siamo grandi lavoratori e siamo pronti a lavorare sodo. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un giusto colpo di frusta. Forse si tratta di una scelta idiomatica infelice, dopo cinquecento anni di imperialismo, colonialismo e schiavitù.

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Andrea Scanzi su “Cosa vuole la moglie di Gilmour da Roger Waters?”


Due parole di Andrea Scanzi sul tweet di Polly “Gilmour” Samson su Roger Waters.

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