HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per aprile, 2014
Strani tools
Eccomi oltre le diff proposte dal configurare strani tools cibernetici, quelli proposti nella tua macchina cerebrale intensa offesa, difesa.
Al contempo
Differenze istantanee che divengono movimenti impercettibili agli angoli oculari, infine sostanziali differenze da valutare con sensibilità differenziali e la convinzione di essere un piccolo elemento quantistico indifferente e importante al contempo.
Sai cosa può succedere se
Sull’orlo delle brume le ombre si sono già portate vie le loro spoglie, entrambi vittime. Non succede per caso, nulla, così sai cosa è possibile avvenga quando si abbandonano i sicuri sentieri tridimensionali, noiosi come la morte.
Needs
Racconto le incostanti insensatezze della notte che calerà tra un po’, lasciandomi assaporare l’energia che vive oltre me. Ho bisogno di gettare tutto me dietro me.
Portati via
Assaporo le desinenze della complessità di Beltane
nello sfogo esoterico del tuo modo di porti vedendo te
le fattezze del tuo volto attuale incarnazione
attuale tempo.
Intervista per Associazione Nusantara | Daniele Cascone
Nuova intervista a Daniele Cascone, grafico d’eccelsa qualità che ha lavorato spesso e a lungo con noi connettivisti. Dal suo blog:
Parlaci del processo creativo dalla fase iniziale alla finale. Quale momento preferisci nella realizzazione?
Inizio con il realizzare appunti e schizzi di ciò che ho in testa, poi allestisco il set e faccio diverse prove di luci. Quando mi ritengo pronto, scatto le foto e proseguo con l’elaborazione digitale.
Sono operazioni che richiedono molto tempo, perché non sempre fila tutto liscio. Ragion per cui, la parte che preferisco è quando riesco finalmente ad ottenere gli scatti giusti: da lì in poi, il lavoro diventa più piacevole.
Per il resto, il mio rapporto con il processo creativo è di costante amore e odio. Di amore perché ne ho bisogno, di odio perché spesso è una questione di testardaggine e di duro lavoro, stancante e avvilente.
Ogni senso con me
Ho la tua essenza catartica. Ne discendo e mi abbevero della tua vibrazione, ogni senso con me.
Dinamica
Mi sento di dislocare ogni voce eloquente nel mio esclusivo continuum rapporti di pura realtà forzata s’intensificano nella mia raccolta dinamica e provocano catarsi estese.
∂| ThrillerMagazine | Inverno arabo per Lex
Su ThrillerMagazine una segnalazione che riguarda Errico Passaro, indimenticato giornalista estimatore del Connettivismo fin dalla prima ora, e valido divulgatore delle nostre opere e idee. Ora è il suo turno per essere pubblicato per Segretissimo di Mondadori; riporto qui sotto un breve estratto dall’articolo. Complimenti e auguri, Errico!
Tunisia. Dopo la caduta del regime di Ben Alì, il paese è in preda a conflitti tra fazioni. Victor Stasi, colonnello dell’Aeronautica militare, viene inviato nella capitale, presso la base di una missione italiana, a indagare sul misterioso suicidio di un capitano. Un incarico pericoloso e dai risvolti oscuri, perché Stasi non è un semplice ufficiale. È anche un agente operativo di LEX, organismo segreto dell’intelligence che persegue la giustizia tra aule di tribunale e teatri di guerra con metodi non ortodossi. E scopre ben presto che, dietro attentati e complotti ai più alti livelli, si profila sullo sfondo il nemico di sempre. La Loggia. Un potere tentacolare e inafferrabile che muove le sue pedine sullo scacchiere globale. Un’idra dalle molte teste che solo con spietatezza e ferrea determinazione può essere combattuta e, forse, sconfitta. Ma Stasi e la sua organizzazione, che porta la legge nel nome, sono abituati a procedere ai margini della legalità. Dura LEX, sed LEX.
Ai Wei Wei & Olafur Eliasson – Moon, Collective Testament | Neural
[Letto su Neural.it]
Difficile resistere all’invito di scrivere qualcosa sulla superficie lunare. L’opera Moon mettendo insieme due celebri artisti, l’indomabile Ai Wei Wei e il sensoriale Olafur Eliasson, permette esattamente di fare questo. Collegandosi al sito di Moon è possibile abbandonare i propri pensieri e sospiri alla grande luna bianca che appare sul vostro schermo, in gran parte già adorna di scritte immagini e pensieri provenienti da tutto il mondo. Dopo l’autenticazione si ha infatti accesso ad un tool di editing grafico, che permette di disegnare o scrivere sulla parte di superficie lunare scelta, esclusivamente in nero o in scale di grigi. Non è il primo esperimento di immagine collettiva. Il più famoso esempio è sicuramente l’opera “Communimage” lanciata nel 1999 da Johannes Gees: una enorme unica immagine formata da quelle aggiunte nel tempo dagli utenti. Sul sito (ancora disponibile) troviamo traccia di diverse versioni di questa gigantesca raccolta. Alcune “fisiche” ottenute stampando l’immagine intera o parte di essa. Altre ancora invece legate alla rielaborazione dei metadati delle immagini e alle possibili ulteriori letture dei dati stessi. L’opera Moon invece offre uno strumento univoco di espressione (l’editor a disposizione degli utenti) e un luogo un po’ magico dove riversare la propria creatività (una luna in 3D). A differenza di Communimage la cui essenza è la continua mutevolezza, Moon sembra voler offrire invece uno spazio sicuro di conservazione. Secondo gli autori: “Through messages and non-verbal communication, in a language unique to each person, the collective work becomes a testament to personal freedom, creativity, and activity”. Moon si presenta dunque come un testamento, ponendosi come luogo di memoria. È la creatività collettiva che si fa monumento rischiando nell’eleggere la rete a garante imperituro della sua conservazione, come se fosse eterna e vigile, come la Luna.
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