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Archivio per Pink Floyd

Pink Floyd, Welcome to the machine – Oakland 1977


Questo brano live, performato nel ’77, è davvero tanta tanta roba. Notate le sfumature delle tastiere, della 12 corde, degli echi di voce di Roger, della guitar così acidamente oscura e sintetica di Gilmour, tutto l’ensamble sonoro e ritmico che…

Biding My Time – Pink Floyd


Un vecchissimo e dimenticato brano dei Floyd, blues quasi puro con un senso della poesia e dello spleen davvero unico. Da introiettare…

Wasting my timeResting my mindAnd I’ll never pineFor the sad days and the bad daysWhen we was workin’ from nine to five
And if you don’t mindI’ll spend my timeHere by the fire sideIn the warm light and the love in her eyes
And if you don’t mindI’ll spend my timeHere by the fire sideIn the warm light and the love of her eyes

RECENSIONI: ROGER WATERS LIVE @ UNIPOL ARENA, BOLOGNA – THIS IS NOT A DRILL TOUR | PinkFloydItalia


Su PinkFloydItalia la recensione al concerto bolognese di Roger Waters, avvenuto pochi giorni fa e che, da quanto leggo in giro, ha flashato invariabilmente tutti gli spettatori, anche quelli di altre date sparse per l’Europa, per il NordAmerica. L’incipit:

Onore a Roger Waters, uno dei pochi artisti che negli ultimi decenni non sono piegati alla deriva nichilista e rinunciataria della cultura dominante, continuando invece a denunciare la violenza di un sistema di potere diventato ancora più pervasivo e distruttivo, per certi versi, rispetto agli anni ’70. Lo storico leader dei Pink Floyd, giunto alla soglia dei suoi 80 anni, testimonia di avere ancora una carica di energia contestatrice (ormai merce rara), non solo per le posizioni che ha preso pubblicamente sul conflitto russo-ucraino ma anche soprattutto per il tour che sta portando in giro per il mondo: “This is not a drill” (questa non è un’esercitazione), definito il suo primo tour di addio.

Sono stato alla prima data di Bologna, venerdì scorso, all’Unipol Arena, e mi sono trovato immerso in uno concerto di quasi tre ore in cui messaggio artistico e messaggio politico si intrecciano indissolubilmente in uno spettacolo fatto non solo di musica ma anche di scenografie e proiezioni su schermi alti tre metri, disposti a croce sopra il palco al centro dell’arena. Un’opera d’arte totale.

Furnace – Hey You


Le cover, quelle giuste, quelle già inserite nell’appropriato mood…

Pink Floyd – Hey You


Attraverso il muro, al di qua, al di là…

SYD BARRETT: “HAVE YOU GOT IT YET?” – IL TRAILER DEL NUOVO DOCUMENTARIO | PINK FLOYD ITALIA


Su PinkFloydItalia l’annuncio dell’uscita di Have You Got It Yet? The Story of Syd Barrett & Pink Floyd, documentario su Syd Barrett e su cosa ha significato per lui e per noi il periodo in cui è stato con i Floyd, all’inizio della loro parabola. In basso il trailer del film:

Icona di culto, enigma, recluso… la vita di Syd Barrett, membro fondatore dei Pink Floyd, è piena di domande senza risposta. Fino a oggi.
Mettendo insieme la sua ascesa cometaria alla celebrità pop, i suoi impulsi creativi e distruttivi, l’esaurimento nervoso, l’uscita dalla band e la successiva vita solitaria, questo documentario si inserisce nel contesto sociale degli esplosivi anni Sessanta. Diretto da Storm Thorgerson (Hipgnosis) e dal pluripremiato regista Roddy Bogawa, presenta nuove interviste agli amici, agli amanti, alla famiglia e ai compagni di band di Syd, Roger Waters, David Gilmour e Nick Mason. Il documentario – che prende il nome da una canzone inedita che Barrett portò alle sue ultime prove con i Pink Floyd – include anche interviste a legioni di artisti ispirati dalla breve permanenza di Barrett nella band – Pete Townshend degli Who, Graham Coxon dei Blur, Andrew VanWyngarden degli MGMT e altri ancora – oltre agli ex manager dei Pink Floyd Peter Jenner e Andrew King, al drammaturgo Tom Stoppard e alla sorella di Barrett, Rosemary Breen.
Il sito ufficiale del documentario: https://www.sydbarrettfilm.com/

PINK FLOYD: IN USCITA IL LIBRO “TOGETHER WE STAND DIVIDED WE FALL” – L’ANALISI CRITICA DEL FILM THE WALL | PinkFloydItalia


Su PinkFloydItalia è uscita questa singolare segnalazione sul libro “Together we stand divided we fall”, versi della celebre song “Hey You” contenuta nell’album dei Floyd “The wall”. Nicola Randone ne è il curatore e indaga da più di dieci anni i significati intrinseci al film omonimo, diretto da Alan Parker.

L’opera “The Wall” dei Pink Floyd non è solo un film, né tantomeno semplice musica pop. I fan conoscono bene le tante sfaccettature nella poetica di Roger Waters (il writer principale) e il suo gusto per le tematiche di tipo esistenziale, ma per molti “The Wall” è rimasto sempre un mistero troppo complesso da approfondire: perché una rockstar drogata dovrebbe diventare un dittatore e che c’entra tutto questo con un padre morto in guerra, una madre iperprotettiva, un maestro di scuola troppo zelante nel voler formare le giovani menti e poi un matrimonio fallito? Cosa c’è dietro la “visione fugace” di Comfortably Numb e perché il maestro ripete sempre ai suoi alunni che non possono avere il dolce se non mangiano la carne? A questa e a tante altre domande, Nicola Randone prova a dare una spiegazione, servendosi del film che fu realizzato qualche anno dopo l’album musicale. Il lavoro di analisi, durato più di dieci anni, ruota intorno all’enorme portata culturale di “The Wall”. Come dice lo stesso autore: «Questo lavoro mi ha portato a interrogarmi su me stesso e sul mondo che mi circonda in un modo che mi è sempre sfuggito e alla fine della lettura sono sicuro che anche voi inizierete a domandarvi, come ho fatto io, cosa state facendo del vostro muro e quale versione di voi state portando avanti, se quella del dittatore o al contrario quella dell’uomo capace di mantenere il contatto col prossimo, per scoprire che gran parte della rabbia, della solitudine, del senso di frustrazione che possiamo avvertire ogni giorno può essere spazzata via solo cambiando prospettiva; e non si tratta di seguire un guru o rigide regole di respirazione, è sufficiente ritornare ad ascoltare la propria umanità».

Il libro è acquistabile su Amazon cliccando qui.

ROGER WATERS: AL CINEMA IL CONCERTO DI PRAGA IN DIRETTA! | PinkFloydItalia


Su PinkFloydItalia la news della messa in onda live – in alcuni cinema – del concerto di Praga di Roger Waters. I dettagli:

Trafalgar Releasing, in collaborazione con Sony Music, collabora con Roger Waters per la terza volta, dopo le trasmissioni cinematografiche dei concerti “Us And Them” e “The Wall Live”.
Infatti Giovedì 25 maggio 2023, trasmetteranno lo spettacolo di Roger “This Is Not a Drill” in diretta dalla O2 Arena di Praga nei cinema di tutto il mondo. Questo evento cinematografico presenterà 20 canzoni classiche dei Pink Floyd e di Waters, oltre al nuovo brano “The Bar”. L’evento live sarà diretto da Sean Evans e trasmesso in oltre 1.500 cinema in più di 50 paesi. I biglietti saranno in vendita da martedì 25 aprile su www.thisisnotadrillfilm.com, dove dovrebbero essere disponibili anche i dettagli sui cinema aderenti.
Si informa che l’evento è stato spostato in alcuni mercati per adattarsi ai fusi orari locali, il che è una mossa sensata, per evitare di trovarsi nel bel mezzo della giornata lavorativa o nel cuore della notte.
Non è ancora dato sapere se e in quali sale italiane sarà possibile vedere lo show.

Questo il comunicato stampa:

Per una sola notte, Roger Waters, la forza creativa degli anni d’oro dei Pink Floyd, presenta il suo primo tour d’addio, “This Is Not a Drill”, in diretta da Praga, nei cinema di tutto il mondo. Questa stravaganza cinematografica è uno straordinario atto d’accusa contro la distopia aziendale in cui tutti noi lottiamo per sopravvivere e includerà 20 canzoni classiche dei Pink Floyd e di Roger Waters, tra cui: “Us & Them”, “Another Brick In The Wall, Pt. 2”, “Wish You Were Here” e “Is This The Life We Really Want?”. Waters debutterà anche con la sua nuova canzone, “The Bar”.

Waters sarà affiancato sul palco da Jonathan Wilson, Dave Kilminster, Jon Carin, Gus Seyffert, Robert Walter, Joey Waronker, Shanay Johnson, Amanda Belair e Seamus Blake per offrire uno spettacolo indimenticabile con un appello all’azione per amare, proteggere e condividere il nostro prezioso pianeta natale.
Si prega di notare che questo evento è stato spostato in alcuni mercati per adattarsi ai fusi orari locali.

Pink Floyd – Speak To Me (2023 Remaster)


I miracoli del “remaster”…

PINK FLOYD: IL GENIO DI SYD BARRETT & THE DARK SIDE OF THE MOON | PinkFloydItalia


Su PinkFloydItalia un lungo articolo che indaga le interazioni tra SydBarrett dei primi Floyd con quelli della goldenage, quelli degli anni ’70, in cui il percorso iniziale di Syd è stato inglobato in una visione forse meno estrema, ma più comprensibile dal pubblico, più identificabile. Un estratto:

Poco dopo la registrazione del loro album di debutto, The Piper at the Gates of Dawn, Syd Barrett lasciò i Pink Floyd, ma negli album successivi – A Saucerful of Secrets, Atom Heart Mother, Meddle– i Pink Floyd continuarono a essere legati a lui. Questo aspetto è raramente messo in discussione. Peter Jenner, un tempo manager dei Pink Floyd, disse di The Dark Side of the Moonche, sebbene fosse in gran parte incentrato su Syd, era l’album in cui i Pink Floyd fuggivano da Syd. Su The Dark Side of the Moon, secondo la saggezza popolare, i Pink Floyd divennero i loro stessi uomini.

Questo vitale salto artistico non fu compiuto – come si potrebbe immaginare – abbandonando lo spirito di Barrett e ciò che rappresentava musicalmente e liricamente, ma piuttosto comprendendolo; o, per dirla in altro modo, decifrando il suo codice segreto per capire come la musica possa catturare i cuori e le menti di un pubblico di massa.

In apparenza, la band si era liberata della psichedelia esoterica di Syd in The Piper at the Gates of Dawn, sostituendola con il linguaggio diretto e senza complicazioni di Roger. Tuttavia, entrambi gli album si incrociano su temi comuni o correlati: la curiosità di esplorare se stessi; la realizzazione della natura rapida della giovinezza e il ricordo malinconico di essa; la spinta e l’attrazione della città natale di una persona; la volontà di sperimentare con il suono; la dipendenza dalla sperimentazione; la fusione della natura esterna con la psiche interiore; l’interpretazione infantile del mondo che deriva dall’intraprendere viaggi psicologici a cui la maggior parte degli adulti si sottrae; la gioia di immergersi nell’assalto sonoro; la propensione a mettere in discussione gli assiomi della società; la c
reazione di paesaggi onirici che bucano le saggezze dichiarate della realtà – e così via.Dopotutto, i parolieri di ogni album, Syd Barrett e Roger Waters, erano amici d’infanzia, co-cospiratori adolescenti e collaboratori artistici, quindi il fatto che ci sia così tanto crossover tra i due non dovrebbe sorprendere. Forse, la cosa più importante nell’arte di entrambi è la consapevolezza che ogni persona ha la capacità di fare dell’inferno un paradiso e del paradiso un inferno. Soprattutto, The Dark Side of the Moon difende la nostra comune umanità e la sensazione che ognuno di noi sia talmente parte dell’altro da dover cominciare a riconoscersi l’uno nell’altro.

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