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NeXT Hyper ObscureArchivio per Syd Barrett
The Mission – CRUSADE (Live 1987 Channel 5)
16 aprile 2024 alle 10:52 · Archiviato in Acido, Catarsi, Concerti, Creatività, Empatia, InnerSpace, Onirico, Oscurità, OuterSpace, Quantsgoth, Surrealtà and tagged: Gothic, Luce oscura, Ridefinizioni alternative, Syd Barrett, The Mission, Video
Cos’erano i Mission all’inizio? In fondo, nulla di davvero diverso da ciò che sono ora, però quel qualcosa in più e di differente c’era: io li vidi proprio a marzo ’87 a Roma, e ricordo bene che il mood era lo stesso qui espresso, loro erano proprio così e questo era il senso dell’epoca, darkettone, goticone, fascinoso, alternativo e oscuro, impenetrabile, misterico, occulto, venato di una certa cupa psichedelia dell’ultimo periodo barrettiano…
SYD BARRETT: “L’UOMO OLTRE IL MITO” – CON LA SORELLA ROSEMARY | PINK FLOYD ITALIA
18 novembre 2023 alle 16:35 · Archiviato in Acido, Creatività, Deliri, Empatia, Energia, Experimental, InnerSpace, Notizie, Oscurità, OuterSpace and tagged: Arte, Luce oscura, Olosensorialità, Pink Floyd, Podcast, Ridefinizioni alternative, Rosemary Breen, Syd Barrett
Su PinkFloydItalia la segnalazione del podcast Fingal’s Cave Podcast che ha aperto uno scenario immenso sulla vita interiore di Syd Barrett, ovviamente anche dopo la sua dipartita dai Floyd. Nel podcast è la sorella di Syd a parlare, Rosemary Breen, e qui vi lascio un breve stralcio che spiega come lui fosse un artista puro, davvero disinteressato a qualsiasi altro atto che non fosse la creazione:
Rosemary ha dipinto un quadro di Syd non come la quintessenza della rockstar che molti potrebbero pensare, ma come un artista nel profondo. “La musica era un hobby, l’arte era lui“, ha spiegato, sottolineando che per Barrett la celebrità era un concetto estraneo, che non cercava né capiva. Rosemary dice: “Non ha mai voluto la celebrità, non la capiva“.
Le interazioni di Syd con la musica e il suono erano esplorazioni personali dell’arte, non tentativa di raggiungere le vette delle classifiche o di crogiolarsi nell’adulazione dei fan. Questa posizione portò Rosemary a riflettere sui rischi della fama, dicendo: “La celebrità è una cosa pericolosa“. Syd era interessato alla musica a livello personale, piuttosto che usarla per raggiungere la fama come altre popstar aspirazionali. “Poteva giocare con l’impianto audio e fare questo e quello, non aveva nulla a che fare, mai, con il pubblico o con il voler arrivare al numero uno, o altro, non è mai stato questo, non l’ha mai voluto e non ha mai capito nessuno che lo volesse“.La vita di Syd Barrett prese una serie di svolte inaspettate quando scelse di dedicarsi alla musica, una mossa che la sorella considera una deviazione dalla sua vera passione, la pittura. Secondo Rosemary, inizialmente Syd si era unito a Roger Waters e agli altri Pink Floyd per divertirsi un po’ e aveva intenzione di tornare al Camberwell College. “Pensava che sarebbe stato divertente con Roger Waters e gli altri solo per divertirsi un po’, aveva intenzione di tornare [al Camberwell College] e sarebbe stato meraviglioso“, aggiungendo: “È stato danneggiato prima di poter tornare a quello che era“. Invece, è stato travolto da una marea di celebrità pop e dall’uso di droghe che, secondo la sorella, lo hanno allontanato dal suo percorso artistico. “Per me, e probabilmente anche per lui, farsi coinvolgere dalla musica è stato un errore, perché lo ha allontanato dal suo amore, che era la pittura“.
SYD BARRETT: 4 FOTO INEDITE! | PinkFloydItalia
11 settembre 2023 alle 16:38 · Archiviato in Acido, Creatività, Deliri, Empatia, InnerSpace, Notizie, Oscurità and tagged: Have You Got It Yet? The Story of Syd Barrett and Pink Floyd, Luce oscura, Pink Floyd, Ridefinizioni alternative, Syd Barrett
Su PinkFloydItalia quattro foto inedite di Syd Barrett, tratte dal documentario ufficiale Have you got it yet?; in particolare, fanno effetto le due scattate ad Abbey Road nel giugno ’75, quando i Floyd erano lì per registrare WishYouWereHere e si ritrovarono di fronte Barrett, irriconoscibile, che gli faceva incredibilmente visita.
Dominoes – Syd Barrett – Official Lyrics Video
29 agosto 2023 alle 20:43 · Archiviato in InnerSpace, Oscurità, Testi and tagged: Spleen, Syd Barrett, Video
Dalla pagina ufficiale di Syd Barrett, un brano che traccia le coordinate di quello che lui era.
Set The Controls For The Heart of The Sun (Live In Stockholm 1967 no vocals)
29 agosto 2023 alle 17:46 · Archiviato in Acido, Catarsi, Concerti, Creatività, Empatia, Energia, Experimental, InnerSpace, Onirico, Oscurità, OuterSpace, Quantsgoth, Surrealtà and tagged: I Ching, Luce oscura, Pink Floyd, Syd Barrett, Video
Alla chitarra c’è Syd Barrett; solo lui…
Syd Barrett – Late Night
24 agosto 2023 alle 18:20 · Archiviato in Acido, Catarsi, Creatività, Empatia, InnerSpace, Oscurità, Tersicore and tagged: David Gilmour, Ridefinizioni alternative, Syd Barrett, Video
Non è David Gilmour a suonare la chitarra…
PINK FLOYD: IL TOUR ’67 CON LA JIMI HENDRIX EXPERIENCE E TUTTI I RETROSCENA | PinkFloydItalia
17 agosto 2023 alle 09:48 · Archiviato in Acido, Concerti, Creatività, Experimental, Notizie, Party and tagged: Inghilterra, Jimi Hendrix, Pink Floyd, Ridefinizioni alternative, Syd Barrett
Su PinkFloydItalia la storia del tour inglese di Jimi Hendrix nel novembre ’67, cui parteciparono pure i Floyd con Syd Barrett in evidente crollo psichico. Un estratto:
Nel novembre del 1967 un gruppo di band psichedeliche, rock e soul, ricco di stelle ma improbabile, partì con una flotta di auto, furgoni e pullman per una tournée di 21 date nei teatri e nelle sale civiche di tutta la Gran Bretagna, nel vago tentativo di emulare il tradizionale tour “package” di un tempo.
Come abbiano fatto i Pink Floyd a farsi strada nel cartellone non è dato saperlo. Il loro leader, Syd Barrett, stava lentamente ma inesorabilmente minando tutto ciò che la band aveva cercato di ottenere nell’ultimo anno. Le interminabili tournée, i servizi fotografici, le interviste, le sessioni radiofoniche e televisive non sarebbero servite a nulla, poiché era sempre più evidente che il principale autore della band non riusciva più a farcela, soprattutto a causa del gusto per l’LSD.
Nonostante un periodo di recupero in quell’agosto, l’incessante tournée logorò in egual misura sia il fragile stato mentale di Barrett sia la tempra dei suoi compagni di band. Durante un tour promozionale negli Stati Uniti, appena due settimane prima dell’inizio del tour di Hendrix, i Floyd mandarono a monte tre apparizioni televisive di alto profilo a Hollywood, fecero arrabbiare il leggendario promoter di San Francisco Bill Graham e ridussero in lacrime l’amministratore delegato della loro etichetta discografica a Los Angeles.“Ha stonato la chitarra per tutto il tempo di un numero, colpendo le corde. Più o meno smise di suonare e rimase lì, lasciandoci a confondere le acque come meglio potevamo“, racconta il batterista dei Floyd Nick Mason. “Syd impazzì durante il primo tour americano. Per la maggior parte del tempo non sapeva dove si trovava. Ricordo che sul palco di Venice, a Los Angeles, aveva stonato la chitarra e se ne stava lì a far tintinnare le corde, il che era un po’ strano, anche per noi. Un’altra volta si è svuotato un barattolo di Brylcreem in testa perché non gli piacevano i suoi capelli ricci“.
PINK FLOYD: LA STORIA DELLA COPERTINA DI “THE PIPER AT THE GATES OF DAWN” | PinkFloydItalia
5 agosto 2023 alle 18:52 · Archiviato in Acido, Creatività, Empatia, Experimental, InnerSpace, Notizie, Oscurità, OuterSpace and tagged: Pink Floyd, Ridefinizioni alternative, Syd Barrett, Vic Singh
Su PinkFloydItalia la storia – e i retroscena – della prima copertina dei Floyd, quella del loro LP “The piper at the gates of dawn”, album guidato dalla visionarietà di Syd Barrett e magnificamente fotografato da Vic Singh; un estratto:
Non è solo il disco di The Piper At The Gates Of Dawn dei Pink Floyd a renderlo automaticamente un candidato per il miglior album psichedelico di tutti i tempi. Anche la copertina dell’album è una visione iconica della psichedelia. Presenta una percezione alterata di un’immagine visiva, in questo caso la band, come se la si guardasse attraverso un caleidoscopio.
Ogni membro appare tre o quattro volte, confondendosi con se stesso e con gli altri. L’effetto è disorientante, suggestivo, coinvolgente e stimolante, e riflette perfettamente i contenuti musicali al suo interno. Ma a differenza della musica, che è stata analizzata e adorata all’infinito, c’è ben poco da trovare sulla copertina. Il che è strano se si considera che c’è gente che ha sezionato ogni movimento intestinale di Syd Barrett nel tentativo di spiegare il fragile genio che ha creato la musica dell’album di debutto dei Pink Floyd nel 1967. E anche tra la pletora di libri su una delle band più vendute del pianeta non c’è praticamente nessun accenno alla copertina.“Mi avevano mandato una copia in anteprima dell’album e ne ero rimasto stupito“, ricorda Singh. “All’inizio sembrava molto alieno, ma poi ho cominciato a capire il tipo di cose a cui miravano e volevo realizzare una foto che lo rispecchiasse. Avevo una lente a prisma che George Harrison mi aveva dato un giorno, quando ero a casa sua. Stavamo guardando il suo home cinema e ci stavamo divertendo. Mi disse: ‘Prendila, perché non so cosa farne e tu potresti trovarne un uso’“. L’obiettivo a prisma divide l’immagine, ma bisogna impostare l’inquadratura con attenzione, perché se si punta la telecamera e si scatta una foto, il risultato è strano. Tutto sembra molliccio perché l’obiettivo ammorbidisce l’immagine. “Ho pensato che sarebbe stato perfetto. Così ho allestito lo studio e l’ho provato e sembrava funzionare. Ma era ancora piuttosto morbida, così ho chiesto al gruppo di portare con sé alcuni abiti colorati, perché pensavo che avrebbero creato un contrasto luminoso, soprattutto se l’illuminazione fosse stata adeguata. Così sono arrivati il giorno con tutti questi vestiti e dopo aver preso un caffè si sono cambiati. Poi ho dovuto posizionarli su questo sfondo bianco per ottenere l’immagine che cercavo. Il posizionamento era cruciale perché l’immagine si sarebbe spezzata e tutti dovevano essere esattamente al posto giusto se l’immagine finale doveva funzionare“. Al giorno d’oggi uno scatto del genere verrebbe affrontato in modo molto diverso. Anzi, probabilmente non si cercherebbe nemmeno di fotografare la band insieme. Sarebbe più facile fare scatti individuali e poi sovrapporli. Ma all’epoca questa non era un’opzione. “Una volta che ho mostrato loro le Polaroid e hanno potuto vedere quanto fossero importanti il posizionamento e l’illuminazione, hanno iniziato ad appassionarsi, soprattutto Syd“, racconta Singh. “Hanno capito che se tutto fosse stato fatto bene sarebbe stato davvero bello. E avevamo la musica del Piper che usciva da questi grandi altoparlanti che avevo in studio. La si poteva sentire fino in fondo alla strada. Poi si trattava solo di fare le riprese giuste. Non c’erano molti modi per fare le riprese a causa delle sovrapposizioni e di tutto il resto, e se uno di loro si muoveva cambiava l’intero aspetto della ripresa. Alla fine ho fatto circa quattro o cinque bobine, da 40 a 50 scatti, in modo che avessero molto da scegliere e si sperava che ce ne fosse una in cui fossero tutti belli“.
Syd Barrett Part 5. Pink Floyd Era. 111 Photos in Sequence Rare Now in C…
2 agosto 2023 alle 19:49 · Archiviato in Acido, Creatività, Empatia, Energia, Experimental, InnerSpace, Notizie, Oscurità, Surrealtà and tagged: Dolore, Luce oscura, Pink Floyd, Syd Barrett, Video
I ricordi di una vita, visti attraverso le vicissitudine di molte menti.
SYD BARRETT: LA DISCOGRAFIA SOLISTA IN VINILE 180gr. EDIZIONE LIMITATA – ESCLUSIVA “THIRD MAN RECORDS” SOLO TRAMITE ABBONAMENTO | PINK FLOYD ITALIA
9 luglio 2023 alle 21:02 · Archiviato in Acido, Creatività, Empatia, InnerSpace, Notizie, Onirico, Oscurità, OuterSpace, Surrealtà and tagged: David Gilmour, Folk, Greg Ruth, Luce oscura, Olosensorialità, Pink Floyd, Richard Wright, Ridefinizioni alternative, Roger Waters, Syd Barrett
Su PinkFloydItalia la segnalazione di un’edizione speciale su vinile, unica e tramite abbonamento, dei dischi di Syd Barrett usciti dopo la sua dipartita dai Floyd; ecco qualche dettaglio:
Singolarmente fuori stampa su LP da quasi dieci anni e mai disponibili insieme su vinile, Third Man Records in collaborazione con Sony Music Entertainment presenta gli album solisti di Syd Barrett – The Madcap Laughs, Barrett e Opel – come 57° capitolo della serie di abbonamenti Vault.
Questa ristampa vede The Madcap Laughs del gennaio 1970 stampato su vinile colorato “Golden Hair”, Barrett del novembre 1970 su vinile colorato “Baby Lemonade” e Opel del 1988 su vinile colorato “Milky Way Opal”, come bonus aggiuntivo a questa collezione è un singolo 7 pollici di David Gilmour contenete “Dominoes” e “Dark Globe”. Tutti e tre gli LP di Syd Barrett sono stati stampati su vinile da 180 grammi presso la Third Man Pressing di Detroit e saranno contenuti in una custodia di nuova concezione con un ritratto ricorsivo di Syd realizzato dall’autore e illustratore Greg Ruth, autore di bestseller del New York Times, eseguito in una linea continua senza sollevare la penna.Il Vault n°57 è ordinabile esclusivamente entro la mezzanotte ora locale del 31 luglio, solo su https://thirdmanrecords.com.
Da tenere presente che questo Box Set è parte di un abbonamento alla Third Man Records: infatti per riceverlo, dovrete sottoscrivere almeno un abbonamento trimestrale, che comprenderà il cofanetto di Barrett, ma una volta ricevuto dovreste poterlo cancellare, a meno che non vogliate le uscite future e gli altri vantaggi che la Third Man Records offre ai suoi abbonati.