HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per ottobre, 2023
Psalms of the Flesh // Atrium Carceri Retro Archives
Compilation di Atrium Carceri, l’indefinito reso potente e visionario.
Vere quanto…
Nei costrutti ideologici del Nulla senziente, la pressione interiore ricade e rivetta i contorni della realtà rendendoli personali, volute di percezioni vere quanto l’innerspace.
Soltanto tu
Disturbi i ricordi delle performance psichiche di un tempo destrutturato e andato; non hai alcuna comprensione, né compressione in atto: sei soltanto tu e l’abisso surreale.
Scenari surreali
Le devastazioni psichiche prendono forma oltre le basi ideologiche della surrealtà, mostrando prati di fiori psicoattivi di fronte alla bassa pressione degli eventi.
Esce per la collana SpinOff “Che la terra ti sia lieve, Drusilla”, di Lukha B. Kremo | KippleBlog
[Letto su KippleBlog]
Esce oggi in digitale, per la collana SpinOff di Kipple Officina Libraria, il racconto lungo “Che la terra ti sia lieve, Drusilla” di Lukha B. Kremo.
Drusilla vive a Milano, è operatrice di Borsa. Ed è proprio lì che, insospettabili, s’infiltrano gli elementi dell’Impero Connettivo per colonizzare uno spaziotempo non dominato come vorrebbero e verso il quale potrebbero occultarsi; Drusilla, però, si sente destabilizzata da visioni di altre epoche milanesi, e scopre che non è facile reagire allo sconcerto.
SINOSSI
Il racconto vive nello stesso spicchio dell’Impero Connettivo esplorato dal romanzo di Sandro Battisti, “Sit tibi terra levis”, ambientato a Roma, nel nostro cronotopo.
La tela illusoria dello spaziotempo illustrata da Lukha B. Kremo in questo racconto arretra ed espande il continuum postmoderno con insospettabile elasticità, scopre e ricopre della ricchezza imperiale ogni iato di ciò che siamo e rispecchia la Mitologia nei miti di creazione all’alba della cultura umana, nel ricorsivo mordere della postumanità, nella surreale presenza dei Nephilim. Milano appare alla protagonista Drusilla un susseguirsi di panorami, che oscillano tra l’urbana metropoli del nostro inizio secondo millennio e la capitale dell’Impero Romano tardoantico, fino a sconfinare nel periodo celtico e in quello medioevale del Barbarossa; lo sconcerto visionario della protagonista renderà la sua esistenza un’esperienza unica, inarrivabile, al limite del doloroso.
ESTRATTO
Drusilla si rende conto che sta per svenire, allora si distende, incurante di essere scorta da qualcuno, magari un poliziotto. Chiude gli occhi e comincia a respirare lentamente, in profondità. Sente la testa viaggiare come se fosse su una giostra, poi vede i colori cangianti che spezzano il nero sotto le palpebre.
Devo resistere, devo restare presente. Drusilla respira e mantiene la calma. È abituata: lo fa anche durante le cadute a picco del prezzo delle azioni. Comincia a pensare a quello che succederebbe se la trovassero svenuta in piazza Fontana, magari i colleghi, o chi le ha affidato l’intero patrimonio da investire. Perderebbe la loro fiducia?
Rimane immobile per un po’.
Un lasso di tempo che, a occhio e croce, potrebbe essere un quarto d’ora ma che, al momento in cui se lo chiede, non sa assolutamente valutare. Drusilla è distesa, e non ricorda nemmeno a cos’abbia pensato. Allora considera il fatto che se restasse sdraiata troppo a lungo a occhi chiusi, qualcuno potrebbe considerarla svenuta.
Così alza le palpebre. E si trova in un parco. Non è più in piazza Fontana.
— Eccone un’altra, guarda!
— E come lo sai? — risponde Glauco.
Decimo sta per rispondere, guarda l’immunes, poi scuote la testa. Non ha una risposta, o meglio, non ha una risposta esprimibile a parole.
— Vieni — dice semplicemente, attraversando il foro e avvicinandosi alla donna.
Lei non parla, è seduta sul piastrellato del foro, attorniata da una folla di venditori ambulanti.
— Tu! Come ti chiami? — le chiede Decimo.
La donna osserva i due con gli occhi sgranati, è vestita da orfanella, con stracci al posto degli abiti, ma l’età è indefinibile. Scuote la testa, come terrorizzata.
— Coraggio, donna. Il Principales ti ha fatto una domanda! — la incalza Glauco.
— Drusilla — dice lei, ritrovando la voce.
— Da dove vieni, Drusilla?
Lei si guarda intorno, come se fosse in mezzo a un’arena circondata da belve feroci.
— Mi… Milano… — balbetta.
Glauco e Decimo si guardano. La donna non ha usato il termine romano, Mediolanum.
— Una catalizzatrice — deduce Glauco. — Ci stava aspettando?
— Non è detto. Potrebbe essere entrata nelle trame imperiali connettive per caso, come la casa che si trovi proprio lungo il tragitto di un’autostrada…
— Do… dove siamo?
Decimo sorride. Poi allarga le braccia. — Foro di Mediolanum, capitale occidentale dell’Impero Romano. C’è qualcosa che non ti aspettavi? — chiede quasi cinico.
Drusilla crolla a terra, chiude gli occhi aspettando che quel sogno si sciolga. Ma quando riapre gli occhi, tremante, la realtà è ancora attorno a lei, concreta come il piastrellato del foro.
— Ma io, sto sognando? Sto vivendo…
— Non devi preoccuparti, Drusilla — la interrompe Decimo. — Una decisione imperiale può creare fratture nei continuum spaziotemporali passati o futuri. Tutto si sistemerà. Ora noi proseguiamo, ci aspetta ancora un lungo viaggio, fino a Roma…
La donna avanza, lievemente prostrata, e prende implorante la mano del Principales.
— Tornerò a casa?
— Non sei mai andata via da casa. La tua coscienza qui non è una forma stabile, non ti succederà nulla — le assicura Decimo ponendole la mano sul capo, a mo’ di benedizione.
— Andiamo, Glauco. Dobbiamo fare visita al più grande teatro della città.
Decimo guarda ancora la donna, le carezza i lunghi capelli biondi, constatandone una certa origine barbara. Le sorride, poi fa un cenno a Glauco e si allontana dalla lei. Drusilla ricade sulle ginocchia, quasi in lacrime.
Quando i due sono abbastanza lontani, Glauco chiede: — È vero quello che le hai detto?
Decimo allarga le braccia. — Chi lo sa? Certamente la coscienza è ancora al suo tempo. Bisogna vedere se le interferenze arriveranno a cambiarle la vita…
I due procedono attraversando il foro e dirigendosi verso Porta Vercellina, mente il caos dei venditori ambulanti attorno a loro è incessante.
LA QUARTA
A Milano, Drusilla conduce una frenetica esistenza moderna e legata alla Finanza, ma cosa si agita sotto di essa? L’Impero Connettivo tesse le sue trame anche nel cronotopo illusorio del nostro presente, e da lì tutta la Storia di un luogo esplode mostrando le energie e i drammi avvenuti senza requie. Quali segnali fissano il passato nel presente? Quali avvisaglie raccontano delle brane spaziotemporali che collassano nel presente? Quale finale illustrerà la mitologia che tutto ha già preordinato?
L’AUTORE
Lukha B. Kremo è autore di romanzi e racconti non solo di fantascienza. Ha vinto il Premio Urania 2015 con il romanzo Pulphagus® fango dei cieli (vincitore anche del Premio della critica Vegetti e del Premio Cassiopea), il Premio Robot 2018 con Invertito (pubblicato nell’omonima rivista e sulla rivista ungherese Galaktika) e cinque Premi Italia (nel 2023 grazie al racconto !#A9sRi@1%l€leSo0). Oltre al Premio Urania, ha pubblicato i romanzi Il Grande Tritacarne, Storie di Scintilla, Gli occhi dell’anti-Dio, Trans-Human Express, la trilogia degli Inframondi, Korchin e l’odio, il noir Quando cade un angelo, il pamphlet satirico Pop-politics (con Pee Gee Daniel), e il saggio autobiografico Chthulupunk. Ha pubblicato più di cento racconti, tra cui L’incanto di Bambola (pubblicato anche in Giappone e in Ungheria) e Il gatto di Schrödinger, che nel 2011 è stato 1° nella classifica generale degli eBook su Amazon.it. Nel 2014 i migliori racconti sono stati raccolti nell’antologia L’abisso di Coriolis. Ha fondato la Kipple Officina Libraria ed è condirettore della collana Avatar. Prende parte al movimento del Connettivismo nel 2005. A livello non professionale segue progetti di mail-art e della Nazione Oscura Caotica, la simulazione di una micronazione sovrana, e ha pubblicato diversi CD di musica elettronica con il nome di Krell. Dopo aver vissuto molti anni a Milano, si divide tra Livorno e Torriglia (provincia di Genova).
LA COLLANA
La collana SpinOff è dedicata alla diffusione delle storie ambientate nell’Impero Connettivo e che narra gli eventi di un impero postumano simile a quello Romano, dove lo Stato governa sullo spazio e sul tempo sotto il comando di un alieno Nephilim. La valuta monetaria in vigore è l’informazione.
Lukha B. Kremo, Che la terra ti sia lieve, Drusilla
Kipple Officina Libraria – Collana SpinOff
Formato ePub – Pag. 34 – 1.95€ – ISBN 978-88-32179-84-2
Link:
- su Kipple Officina Libraria: https://shorturl.at/cjMV6
- su Amazon: https://shorturl.at/lxASX
Nosso Lar: quando la Fantascienza incontra la Spiritualità | Fantascienza.com
Sciamanesimi visivi ed empatici. Da una recensione di Giuseppe Vatinno per il numero 249 di Delos, Nosso Lar, film di Wagner de Assis; vi lascio a uno stralcio immaginifico della trama:
Nosso Lar (traduzione: Nostra Dimora) è un film strano, molto strano, ma per questo particolare, molto particolare. È un film composto da due scenari completamente diversi: il primo è quello della Terra, il secondo è quello di una sorta di “aldilà”, che è però strettamente connesso all’aldiquà tramite un unicum spazio-temporale.
La trama è tratta da un libro che porta lo stesso nome, Nosso Lar, del 1944 ottenuto con una tecnica chiamata “psicografia” che – a sentir dire chi la utilizza – permette di ottenere messaggi per via medianica. Il film è fedele al libro e narra l’incredibile vicenda di André Luiz (interpretato dall’iconico attore Prieto), un medico brasiliano che dopo una malattia trapassa in uno spazio che non riesce inizialmente a comprendere. E che lo sorprende: si risveglia in un Mondo Spirituale che però è altrettanto concreto e solido di quello usuale, tanto che lui pensa di essere ancora sulla Terra.
Inizialmente si risveglia in una sorta di purgatorio fangoso e nebbioso, chiamato Umbral, in cui domina l’oscurità, il vento, la tempesta, il gelo, la folgore e il tuono insieme a figure tenebrose che lo conoscono e lo inseguono cercando di frustarlo e ricordandogli le sue cattive azioni. Una sorta di Quarta dimensione (la Terra è la Terza dimensione). Dopo un periodo di transizione in cui fa ammenda dei suoi “peccati” -o meglio dire imperfezioni- dovute alla non conoscenza, viene soccorso da elevate figure di luce che lo trasportano letteralmente in una città bella e luminosa, appunto Nosso Lar, la “città astrale”, facente parte di una Quinta dimensione, ma nel seguito scopriremo che esistono anche altre dimensioni superiori (sotto il controllo dell’”Unione Divina”), dove ad esempio dimora la madre del protagonista.
Lascia vivere lo sciamano in te
Rivestito di invettive e idee, le stanze divengono umorali oltre le basse situazioni psichiche del tuo vaticinio.
The Orb and David Gilmour – Metallic Spheres In Colour: Movement 3 – Excerpt (Visualiser)
Trascendenze liquide sul suolo delle idee.