HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per luglio, 2015
Per l’inganno
Mi secca instradare le tue discussioni sull’invaso ricorrente e ricoprente il reale; così, lasciami dipingere la tavolozza dell’illusione nella complessa ingigantita e fake resa del tattile, complesso sensorio di riferimento per l’inganno.
Distratto e sublimato
Distratto e sublimato, le immagini fluivano esterne dal complesso indagare della senzienza, migliaia di gradi di astrazione lontana dalla cerebralità raffinata per decantazione psicofisica.
Insulsa inutilità
La sensazione che si accende nell’angolo estremo della consapevolezza indotta via software è un lampo adamantino, distrazioni rese sdrucciolevoli dalla distanza ematica del tuo spettro emozionale dal concetto kernel dell’incarnazione – vera insulsa inutilità, questo sì, dell’essere.
Costernato
Costernato e reso inabile alle parole, mi scosto di un poco dalle percezioni occulte e le riconosco fortemente – tutte – come costitutive del mio essere libero.
Somatizzazione
La somatizzazione del circolo interiore procede a passi spediti, lunghi, perfetti. Ogni distrazione è preda del suono mistico e sublime, un cartone olografico di esperienze ed espedienti racchiusi dalla simbologia occulta.
Parole da dedicare
Hai parole da dedicare alla cruda essenza dell’incarnato? Lascia andare il sì se pensi ancora di essere nel giusto quando esalti le mosse plastiche carnali.
Non ancora
Scorgo i tuoi rilievi estendersi sulla consueta normalità ciclica incarnata. Non sei ancora niente, ancora nulla.
Il luogo sull’abisso
Ti strappi i pensieri mentre scendi nel dettaglio dell’abisso; dettaglio frattale, vertigine senza fine.
Il viaggio di una stella ∂ FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione di una pubblicazione particolare, tracce di metempsicosi: Il viaggio di una stella, di Susanna Trippa.
“Ero ancora io, a New York? Americana di mezz’età, antropologa, archeoastronoma, strana scienziata un poco pazza con venature di misticismo, il pomeriggio di Natale, seduta nel seggiolino avvolgente del mio amato planetario come nella placenta della mia vita? O la giovane ch’ero stata, mentre arrivava oltre il novantanovesimo gradino di Machu Picchu? O la terra stessa nel suo vorticare? O un Inca del passato? O ancora, molto prima, uno sciamano forse… un paqo, dinanzi a quello che voleva dire per lui la precessione? Lasciai che accadesse!”
Inizia così, da New York alle Ande, un viaggio straordinario negli ultimi anni del grande impero inca, prima della conquista spagnola. Su un territorio enorme e variegato, sorprendenti avventure si accompagnano ad una vibrante ricerca interiore. Il 25 dicembre di un altro Natale, il terribile rito della capacocha attende, a Cuzco, le processioni dei fanciulli per il sacrificio. I giovanissimi Coyllur e Huantàr riusciranno a salvarsi? La domanda s’intreccia ad altre. E alla fine arriveranno anche le risposte.