Un’ancora lasciata scoperta dal mare sul bagnasciuga, cui connettersi per lasciarsi sopraffare dalle immagini connesse di abissi e viaggi siderali, sulle rive dello spaziotempo.
Le sudditanze sono predisposte alla complessità del sistema e ne derivano ancora strali eccessivi, empatie degradate dal senso di possessione tipicamente incarnato.
Bel racconto su RivistaVerde, È stato il ventodi Simone Bachechi, che con leggerezza pone l’accento sui diversi stati quantici dell’essere, sul trapassare come un soffio senza che ci si accorga di averlo fatto, sull’immensa poesia triste dell’esser altrove, per sempre.
Per la serie, “Distopia portami via”, il contributo del lunedì di Alessandra Daniele su CarmillaOnLine. Ogni commento è superfluo.
Se fosse in atto l’inizio d’una zombie apocalypse, sappiamo che i media mainstream farebbero di tutto per nasconderla e dissimularla il più a lungo possibile, innanzitutto per evitare il panico.
Dovremmo quindi imparare a riconoscerne da soli i principali segnali.
1) Irrazionali e imprevedibili esplosioni di violenza individuale, spesso con armi improvvisate, i cui esecutori vengono sbrigativamente eliminati, e derubricati come lupi solitari, terroristi o psicopatici.
2) Razionamento idrico, per aumentare i controlli negli acquedotti sospettati di diffondere il contagio.
3) Incendi diffusi. Bruciare i cadaveri dei rianimati sarebbe infatti il modo più veloce per occultarli, e cercare di arginare il contagio. I falò organizzati in zone disabitate finirebbero spesso per degenerare, sfuggendo al controllo. Allarmi di nubi tossiche verrebbero lanciati per allontanare i curiosi.
4) Intensificarsi parossistico e pretestuoso del controllo poliziesco sulle piazze reali e virtuali, con brutali retate nelle zone di assembramento, e tentativi di controllare e censurare le notizie che circolano su internet.
5) Chiusure delle frontiere e blocchi navali, in contraddizione con tutti i precedenti accordi internazionali. Iniziative inutili, perché il contagio per sua natura sarebbe comunque già globale.
Naturalmente per ciascuno di questi avvenimenti verrebbe data una spiegazione ufficiale, ma se dovessero verificarsi tutti contemporaneamente sapremmo cosa sta accadendo davvero.
I Simbiotici sono in attesa di essere considerati, sono al momento soltanto delle mosse rapprese in un’estensione di parole e immagini, che penetrano la membrana dell’illusione reale.
Uno squarcio sui primi (non primissimi) Floyd, 25 ottobre ’69 mentre eseguono uno dei loro migliori brani in assoluto: osservate tutta la band ma soprattutto Waters, il suo urlo, la sua catarsi, la sua malattia, il suo trascendere facendosi traspartare dall’abisso che lo trattiene a sé… imperdibile e unico, amo questi momenti.
Su KippleBlog un post di Pierluigi Straneo (PeeGeeDaniel), vincitore dello scorso Premio Kipple col suo Freakshow. Argomento? I freaks, che diamine! Molto molto interessante… eccovi l’incipit:
Che cosa può venir fuori dall’incontro tra una grande mente e una testa rimpicciolita?
Incomprensione, spaesamento, incompatibilità? O, al contrario, un inatteso idillio?
O, per entrare già subito in argomento, vi immaginate che cosa potrebbe accadere qualora facessero conoscenza un grande letterato e un cretino cronico? O, in termini più peegeedanieleschi, quale combinazione si potrebbe ottenere dall’incontro tra uno scrittore e un freak (entrambi, tra l’altro, di chiara fama)?
Procediamo con ordine: com’è noto, la microcefalia rappresenta uno scompenso osseo e cerebrale incurabile. Chi ne sia affetto nasce dotato di un cranio dalle dimensioni ben più ridotte rispetto al normale: quasi miniaturizzato. Ne può conseguire una deficienza cognitiva assai grave.
Mentre in America tali elementi venivano esibiti in pubblico col soprannome di “teste a spillo” (basti ricordare l’iconico Schlitzie, interprete del film di T.Browning Freaks), passati perlopiù sotto false identità esotiche, che non faceva che rimarcare l’impostazione razzista di fondo di un tale genere di spettacoli a cavallo tra ‘800 e ‘900, volta a indurre il visitatore a credere a una naturale inferiorità intellettiva delle etnie non occidentali, nell’Italia proto-novecentesca i microcefali venivano rinchiusi, assistiti ed esaminati all’interno di speciali ospedali e ospizi. Bene che andasse, era consentito loro rivedere la luce del giorno giusto per essere esibiti anch’essi, sì, seppure stavolta per motivi di studio, posti di fronte a una platea di professoroni o di laureandi in procinto di intraprendere la professione medica.
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"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.
“Siamo l’esperimento di controllo, il pianeta cui nessuno si è interessato, il luogo dove nessuno è mai intervenuto. Un mondo di calibratura decaduto. (…) La Terra è un argomento di lezione per gli apprendisti dei.” Carl Sagan