Su PostPopuli una recensione al nuovo libro di Francesco D’Isa, Anna. Storia di un palindromo. Francesco è uno degli asrtisti grafici che hanno accompagnato il Connettivismo fin da prima dell’inizio, e diffondo con enorme piacere la rece di Giovanni “Kosmos” Agnoloni.
Anna. Storia di un palindromo è, fin dal titolo, un gioco di rinterzi e di specchi. Gioco intellettuale e raffinato, beninteso. La vicenda della “visionaria” protagonista, colpita da un piccolo angioma cerebrale e operata con un’avanzatissima tecnica dal neurologo Ezio, che però commette un sia pur minimo errore, s’intreccia sottilmente con le complicate dinamiche mentali ed emozionali del dottore.
Le strane frasi sul proprio passato che, dopo l’operazione, di tanto in tanto Anna pronuncia, in fondo, non sono che il pretesto per una serie di intrecci onirico-sentimentali che, lungi dall’essere scontati, sono fortemente aderenti alla dimensione del quotidiano.
Tuttavia, D’Isa, che è anche un brillante artista visuale, esplora i recessi della quotidianità con la ricorrente presenza – e direi quasi “iniezione” – di elementi trasversali, che non definirei fantastici tout court, ma – non dimenticando le illustrazioni realizzate dall’autore per un recente numero della rivista NeXT (il 18°) –, quantomeno consonanti con la poetica del movimento connettivista. Intendiamoci: Francesco D’Isa non vi aderisce espressamente. Dalle sue righe, però, senza dubbio traspare una sensibilità in parte affine a certi spunti propri del Connettivismo, o almeno della sua componente più vicina allo spirito del surrealismo – senza trascurare una certa qual aura crepuscolare, che pur è presente nelle pagine di questo autore, e che è un altro dei temi portanti del movimento.
L’ha ribloggato su The Connective World.
"Mi piace""Mi piace"