HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per marzo 26, 2024
Cosa ti rende
Quando le ramature cromatiche s’infiltrano nei tuoi pensieri, non resta altro che rendere vivo il fermento psichico e attivare ogni sorta di sinapsi alterata dalla manipolazione atomica, istantanee di un flusso che rende sottili, espansi…
Imprinting
Le scelte operate divengono orme studiate di pura ascesi, dalla matrice inumana espressa in onde d’immane estasi e rese liquide, palpabili, dal tuo imprinting psichico.
Renderti cognitivo
Sei coinvolto, lo sai, lo vedi, le losanghe dei vecchi codici esadecimali sono ancora nei tuoi occhi, ma hai di fronte la magnificenza delle olografie espanse: muovi i tuoi sensi al tempo della surreale esigenza di renderti cognitivo.
Orrori inumani
Ti sporgi sulle balaustre e gli abissi ti appaiono accattivanti, empatie come elegie e non come ultimi baluardi sull’orrore inumano.
Intervista a Lucio Besana, sceneggiatore degli incubi, autore dell’inspiegabile | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine è uscita una bella intervista di Cesare Buttaboni a Lucio Besana, autore “oscuro” tra i più apprezzati in Italia; vi lascio a uno stralcio:
Nelle recensioni dei tuoi libri, viene spesso menzionata la tua abilità nel creare atmosfere suggestive e coinvolgenti. Qual è il tuo processo creativo per costruire queste atmosfere uniche e suggestive?
Nella Serie Cremisi sono partito dalle zone d’ombra della nostra realtà, quelle aree, anche banali, fuori dalla portata immediata e remota della nostra percezione – un paese lontano, il numero di porte nella nostra casa, la nostra memoria. Il presupposto è semplice: per esempio, una nazione che non conosci occupa, nella tua immaginazione, lo stesso spazio di una nazione mai esistita. Ho giocato su questa sovrapposizione per introdurre elementi fantastici nell’esperienza di realtà del lettore. Allo stesso tempo l’ho posizionato nel punto di vista di un turista, di un passante, di qualcuno che non è toccato direttamente da ciò che vede, e che paradossalmente assiste ad eventi prodigiosi e orribili con distacco. Quel distacco, quell’incapacità di meravigliarsi e inorridirsi, era ciò che volevo raccontare.
In Ombre dei Vivi e dei Morti lo scopo era dare al lettore la sensazione di ricordare la storia, più che di viverla leggendo. Per farlo sono partito dal linguaggio dei personaggi narranti e ho astratto la Valle che ha ispirato il romanzo fino a renderla un luogo della memoria più che un luogo reale.
L’Innocenza del Buio è un romanzo più ampio e con un concept classico. Per scriverlo mi sono riferito a canoni noti: Stephen King, il romanzo gotico. La progressione è quella tradizionale: l’orrore è dapprima accennato, poi arriva in ondate sempre più violente fino a esplodere. Mi sono permesso di sperimentare solo nelle parti dedicate alle vite passate dei protagonisti, dove ho cercato uno stile più emotivo e immediato. Ma l’effetto che doveva dare il romanzo era semplice e chiaro, non esigeva particolari accorgimenti di stile e struttura.Oltre ai tuoi progetti passati, quali sono le tue aspirazioni future come scrittore? Ci sono temi o generi che desideri esplorare che non hai ancora toccato?
La mia priorità per il momento è di pubblicare il materiale che resta dalla mia ultima sessione di scrittura, conclusa nel 2022 e durata circa sette anni, la stessa da cui sono uscite la “Serie” e “Ombre”. Ho quasi finito. Il prossimo titolo che vorrei pubblicare è il romanzo “La Stanza Bianca”, un incrocio ideale tra Salem’s Lot di King e Casa di Foglie di Danielewski. Sono alla ricerca di un editore mainstream e potrebbe volerci ancora qualche tempo. Sto anche pensando a una seconda antologia, una raccolta dei racconti pubblicati negli ultimi anni su varie collane e antologie. Ho già un editore di fiducia interessato, stavolta nella scena indipendente, ma ne riparleremo dopo l’uscita del romanzo. Per il seguito sto accumulando idee e materiale, ma non so dire quando e se queste suggestioni prenderanno una forma definita. Non mi metto fretta. Posso solo dire che non mi sembra di andare nella direzione della “Serie Cremisi” o di “Ombre”. Sto cercando qualcosa di diverso.
Nel frattempo, continuo a insegnare, a tradurre (ho in cantiere un secondo Blackwood e un altro romanzo caro a Lovecraft) e sto pensando a un saggio sul cinema e la letteratura weird e horror.
Le mie intenzioni sono di continuare a pubblicare sia nell’indipendente, senza compromessi e per un pubblico specializzato, sia nel mainstream, tentando di fidelizzare un pubblico più trasversale. Non penso che le due identità siano incompatibili, ma immagino che a un certo punto dovrò scegliere una strada o l’altra. Vedremo.