Su Fantascienza.com, nell’ambito di Delos256, un articolo di Carmine Treanni traccia le coordinate dello sviluppo spettacolare delle informazioni, giornalismo che diventa show; qualche estratto:
Ogni qualvolta balza agli onori della cronaca nera un evento delittuoso, scatta l’assedio dei media e una vera e propria narrazione dell’evento. Si parla, molto spesso, in questi casi di un fenomeno che viene etichettato come “spettacolarizzazione dell’informazione”. Si tratta di un fenomeno nato più o meno alla metà degli anni Novanta. Tutto è iniziato però sulla carta stampata. Titoli sempre più forzati e allarmanti, foto grandi e a colori. La notizia si allarga a dismisura sulle prime pagine dei giornali, usando tutto lo spazio che il giornalista gli concede. L’obiettivo (evidentemente sbagliato) era quello d’inseguire la televisione. Ma in TV la notizia scorre lungo l’asse del tempo. Si deve tenere desta l’attenzione del telespettatore. E allora ritmo e brevità sono le regole fondamentali di chi fa informazione sul piccolo schermo. Tutto, anche le notizie, dunque, devono diventare story, devono appassionare chi guarda il programma. Questo “sceneggiare la cronaca”, come ha descritto il fenomeno la sociologa Milly Buonanno nel suo libro Leggere la fiction (1996), ha ovviamente due direzioni: una notizia viene trasmessa come se si trattasse di una di fiction, le fiction sono sempre di più tratte da fatti (molto spesso drammatici) realmente accaduti.
Tutto ciò è coinciso anche con la “morte” dell’inchiesta, un genere giornalistico che sia sui giornali che in TV ha sempre trovato storicamente un suo spazio ben definito, ma che oggi sembra scomparsa sia sulla carta stampata sia in televisione. In un qualsiasi manuale di giornalismo alla parola inchiesta possiamo leggere una definizione più o meno di questo tipo: una serie di servizi con particolari indagini su situazioni, fatti o problemi con unità di argomento. Ovviamente le inchieste si dipanano in più puntate proprio per dare spazio all’approfondimento. Ma Molti osservatori del mondo dei mass-media sostengono che oggi l’inchiesta è ormai scomparsa dalle pagine dei giornali.
Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione non solo diffondono in modo istantaneo tali notizie false, ma sono in grado addirittura di crearle, basta pensare all’intelligenza artificiale e a come sia in grado di creare immagini, testo, video, suoni che ci forniscono l’illusione della verità. Un mondo in cui fatichiamo sempre più a distinguere la realtà vera da quella ricreata.
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