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Il ritorno della Demetra di Alastair Reynolds | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione dell’Urania Jumbo di questo mese: Il ritorno della Demetra, di Alastair Reynolds; vi lascio alla quarta:
Fine diciannovesimo secolo. Il dottor Silas Coade è il medico di bordo della Demetra, una goletta partita alla volta dei gelidi fiordi norvegesi alla ricerca di un misterioso artefatto, noto solo all’uomo che ha organizzato la spedizione, e che ha trascinato lì con sé un coraggioso gruppo di avventurieri. Quando la spedizione sembra prossima alla metà, tuttavia, la nave precipita verso una fine misteriosa.
Per il dottor Coade la tragedia sembra trasformarsi in un brutto sogno, letteralmente. Si risveglia su un’altra spedizione, un secolo dopo, a bordo di un dirigibile Zeppelin, battezzato anch’esso Demetra, e diretto alla volta di un altro incubo di ghiaccio: le coste antartiche della Patagonia. Lo stesso evento sembra ripetersi ancora e ancora, nel tempo e nello spazio, e l’unico che pare essere cosciente dello strano déjà-vu è proprio il dottor Silas.
Un incubo che si annida solo nella sua mente o un bizzarro effetto causato dall’artefatto alieno a cui sta dando la caccia? Preparatevi a scoprirlo in uno stand alone che mescola sapientemente mystery e scifi, dalla penna di un grande maestro della narrativa speculativa.
Guida il gelo
Quando il fiume scorre nel gelo della psiche, il rumore di fondo basso e limpido ti guida.
È il freddo
“È il freddo”, dicevi, e mentre lo ripetevi il cordoglio della notte che non moriva mai e anzi, si frattalizzava, rendeva espanse le tue considerazioni.
Le montagne galleggianti di Plutone a quasi 6 miliardi di chilometri dalla Terra, il video | Passione Astronomia
Su PassioneAstronomia informazioni aggiuntive su Plutone, che resta uno dei punti più affascinanti di tutto il SistemaSolare e oltre; un estratto:
Immaginate un mondo lontano e freddo, al punto che persino gran parte dell’aria che stiamo respirando congelerebbe al suolo. Tutto questo ghiaccio ci accecherebbe se il Sole fosse brillante come nelle migliori giornate in montagna, ma qui le cose sono molto diverse. Anche nel mezzo di un giorno, che dura 153 ore, la luce è così fioca che sembra di osservare tutto il panorama attraverso uno spesso strato di nuvole nere, che però non ci sono. Le ombre sono tenui, sebbene scurissime, i contrasti deboli, il cielo è nero, con le stelle sia di giorno che di notte, e l’orizzonte si estende per centinaia di chilometri, offuscato in modo impercettibile da una tenue foschia. Il Sole è un luminoso punto lontano, decine di migliaia di volte più debole di quello terrestre.
Su questo mondo le montagne più alte, fino a qualche migliaio di metri, non sono ricoperte di ghiaccio, ma sono fatte di ghiaccio d’acqua, che a 230 gradi sotto zero è duro quanto la roccia. Questi mostri di ghiaccio dalle pareti scoscese e pieni di crepacci sembrerebbero ben ancorati al suolo, eppure non è così. In una grande pianura ricoperta da un tappeto di fragile azoto ghiacciato, delle colline di ghiaccio d’acqua galleggiano su di esso e lentamente si spostano da un punto all’altro del pianeta. Che mondo strano, vero? Sembra la descrizione di una scena di qualche film fantasy nei quali non è raro trovare montagne galleggianti. Eppure questa è la realtà: quel mondo è Plutone. Le immagini rilasciate dalla sonda New Horizons, che l’ha sorvolato a 12 mila chilometri di distanza il 14 luglio 2015, mostrano una situazione ai limiti della realtà.
Atterrare su Plutone a 6 miliardi di chilometri dalla Terra, guarda il video basato su foto reali | Passione Astronomia
Atterrare su Plutone? Una collection di immagini prese da NewHorizon nei giorni del sorvolo ravvicinato del pianeta, animate e rese plausibili, ci restituisce le impressioni vibranti di un luogo esotico e lontano, semplicemente meraviglioso. Da PassioneAstronomia.
Come sarebbe effettivamente atterrare su Plutone? Questo video è stato realizzato grazie a più di 100 immagini scattate dalla navicella spaziale New Horizons della NASA durante sei settimane di avvicinamento e sorvolo ravvicinato nell’estate del 2015. Il video offre un viaggio verso la superficie di Plutone, a partire da una vista distante del pianeta nano e della sua luna più grande, Caronte. Questo viaggio porta ad un “atterraggio” su zona chiamata Sputnik Planitia (è bene precisare che la sonda non è atterrata su Plutone ma ha proseguito il suo viaggio verso lo spazio interstellare. La simulazione è stata creata proprio grazie ai dati raccolti). Il colore ai fotogrammi è stato aggiunto successivamente ma rispecchia fedelmente il colore reale (si basa su osservazioni reali). Dopo un viaggio di 9,5 anni di circa 5 miliardi di chilometri, New Horizons ha volato attraverso il sistema di Plutone il 14 luglio 2015, arrivando arrivando a 12.500 km dal pianeta nano. Con potenti telecamere telescopiche in grado di individuare elementi più piccoli di un campo da calcio, New Horizons ha inviato centinaia di immagini di Plutone e delle sue lune che mostrano quanto siano dinamiche e affascinanti le loro superfici.