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NeXT Hyper ObscureArchivio per settembre 11, 2023
Andrea Andrillo – Bella cantendi (RadiciMusic Records, 2023)
Su BlogFoolK una recensione a “Bella cantendi”, compilation di Andrea Andrillo che mi ha incuriosito, parliamo della scena sarda che produce sempre perle di rara bellezza; vi lascio ad alcune note e a un video esplicativo, che comprendono anche gli amici della Brigata Stirner:
A tre anni di distanza da quel “Prolagus (Canzoni e parole per resistere, per non morire)”, che aveva già trovato ampio spazio fra queste pagine, torna la voce inconfondibile di Andrea Andrillo. Lo fa con un lavoro, “Bella cantendi”, altrettanto carico di impegno civile e di storie da raccontare: da Cloe Bianco a Pippa Bacca, siamo di fronte a un disco che parla di liberazioni e di lotte. Otto brani (con la produzione di Michele Palmas e Carmelo Pipitone), fra cover, brani “prestati” e riproposizioni di passaggi del proprio canzoniere, a tratteggiare un necessario e ruvido percorso di resistenza comune e necessaria. Ad aprire il lavoro arrivano gli arpeggi immaginifici di “Sa noti de is animas”, contrappuntati dagli interventi paludosi dell’elettronica e ispessita dalle armonizzazioni della voce. La title-track scorre, anche in questo caso, lungo trame bronzee e acustiche, screziate dagli squarci fotografici dei synth. Il terzo brano si presenta con la potenza di un treno preso in piena faccia: la Brigata Stirner riprende, infatti, la sua “Parlami d’amore” (la trovate su YouTube, con tanto di sarcastico video dell’Istituto Luce a corollario), in un tripudio di fuzz, bassi saturi ed elettricità muscolare.
Glove, quando Robert Smith e Steve Severin sono passati attraverso lo specchio | Rolling Stone Italia
Su Rolling Stone Italia un po’ di storia per quanto riguarda Robert Smith dei Cure e Steven Severin dei Banshess, quando entrambi suonavano sotto l’ala della splendida Siouxsie, nella prima metà degli ’80… Un larghissimo estratto:
C’erano una volta in Inghilterra due band, una che si stava polverizzando e una che stava perdendo i pezzi. Dopo Pornography i Cure si erano prosciugati e Robert Smith aveva bisogno di un momento di evasione da quel buco nero. Dall’altra parte, il grande chitarrista John McGeoch aveva avuto un esaurimento nervoso durante il tour di A Kiss in the Dreamhouse e aveva lasciato Siouxsie and the Banshees, che da questo episodio erano usciti notevolmente stressati, in particolare il bassista Steve Severin. Le storie di Robert e Steve non potevano che incrociarsi in un tentativo di recuperare la freschezza perduta.
La prima cosa che fanno è mischiare le carte. Nell’82 Severin diventa a tutti gli effetti un membro dei Cure. Smith lo invita a suonare il basso nella versione flexidisc di Lament, il primo brano che riesce a comporre dopo il trauma di Pornography, un pezzo che sarà poi riarrangiato in maniera razionale più avanti e pubblicato su Japanese Whispers, ma che qui è un caos primordiale che straborda, una specie di demo infinita fatta di ocarine fuori tonalità e una sorta di mood che si liquefà, stuporoso, che sembra prendere la strada della psichedelia dura e pura. Severin sarà il bassista dei Cure molto dopo in uno special televisivo in cui eseguiranno Siamese Twins per un balletto, ma nel frattempo ha chiesto prontamente a Smith di unirsi ai Banshees, orfani del loro guitar hero, anche in ragione di un precedente, quando nel ’79 ha sostituito McKay sul palco.
Smith accetta volentieri nell’ottica di levarsi di mezzo la pesante eredità dei Cure, ma la mente è anche e soprattutto altrove: alla ricerca di qualcosa che non somigli al già esistente, un progetto che sia puro piacere (e nel piacere sono incluse anche dosi di sadomasochismo) e che non sia legato alla pressione del music biz, anzi lo rifiuti a priori. Ed ecco che nasce Blue Sunshine dei Glove, di cui oggi cade l’anniversario.
Led Zeppelin – Kashmir (Live from Celebration Day) (Official Video)
Cose magnifiche, senza tempo. Da assorbire sempre.