HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per aprile 1, 2015
Idiozie umane
Le creazioni estemporanee del luogo si accatastano in giochi idolatrati, come se il fuoco fosse un nascondiglio naturale dove enfatizzare ogni errore.
Il dilemma
L’integerrimo mostrarsi della tua essenza si contrappone alle continue mosse estatiche, e tutta l’energia che siamo si risolve in un dilemma estetico: è sufficiente essere postumani.
Trattative di surrealtà
Il consenso è mostrato nelle invettive ai tuoi sottoposti, quando la modifica intentata è estesa oltre le difficili trattative per il tuo posto surreale.
Escher
Distanze in un unico contenitore che si affermano oltre le apparenze, e tu che raccogli le parole in un contenitore esotico e ne lasci oltre i significati, nell’attesa della raccolta in quell’unica scatola psichica.
Ass.Cult.I Poetineranti: intervista a Ksenja Laginja
Bella intervista all’artista grafica, poetessa, animatrice delle comunicazioni Kipple e una quantità di altre cose che sarebbe pedante ricordare qui: Ksenja Laginja. Su PoetiItineranti.
Qui sotto, uno stralcio della intensa chiacchierata, forse il brano più significativo perché introduttivo e quasi onnicomprensivo: buona lettura!
Ciao Ksenja, conosciamo il tuo splendido fare poesia, i tuoi versi scritti in punta di penna, e ricordiamo ai nostri lettori, che ti sei classificata quarta al prestigioso Premio di Poesia “Ossi di Seppia 2014’”. Questa volta, però, sono felice di intervistarti per quello che riguarda la tua produzione grafica. Innanzitutto, da quanto disegni? Hai frequentato scuole d’Arte?
Cara Francesca, è un grande piacere poter esser qui oggi con te. L’arrivo al premio “Ossi di Seppia” fu grande soddisfazione, ed è gioia che custodisco tutt’ora in me, come ogni singolo verso scritto in questi ventidue anni. La penna è duplice strumento su cui imprimere energia e attraverso la quale espandermi. Ma iniziamo dal principio. Disegno dacché ricordi, cioè da quando mia madre mi fornì i primi strumenti e da allora non ho più smesso. Ho sempre avuto la necessità di stendere su carta linee e forme, più o meno geometriche, di ciò che osservavo, percepivo e tutt’oggi conservo la medesima curiosità su ogni cosa. Disegnare, oltre a essere un dono naturale che si acquisisce nei primi anni, è un’esperienza, un qualcosa che si coltiva e migliora nel “tempo” un po’ come il vino buono. Ho sempre avuto le idee molto chiare su ciò che volevo fare. L’urgenza era – ed è – quella di vivere la mia esistenza disegnando e scrivendo, desiderio che fortunatamente mia madre accompagnò assecondando le mie inclinazioni verso il Liceo Artistico. A dieci anni trascorrevo i pomeriggi, anziché studiare, a disegnare intere planimetrie di case e relativi arredamenti. A dodici anni, anno in cui iniziai a scrivere poesie, mi appassionai a molte cose – la successiva scoperta dell’Astrologia a sedici anni fu illuminante – tra cui il disegno di gioielli ed elementi architettonici, da qui la scelta successiva di iscrivermi alla Facoltà di Architettura. Iniziai poi a disegnare fumetti della Disney, lì avevo un particolare talento, da cui presto mi allontanai per dedicarmi a nuove esperienze e nel frattempo sperimentavo sui materiali plastici, sciogliendone alcune parti e creando nuove forme, con tanta preoccupazione di mia madre che sentiva puzza di bruciato per tutta la casa. Il Liceo Artistico è stata una buona palestra per osservare il mondo e le molteplici espressioni di esso, ma a quel tempo mi interessava sperimentare più che trovare un segno – semplicemente necessitavo di acquisire conoscenza – d’altronde le scuole e le accademie servono proprio per questo, ad apprendere le basi, non a trovare un segno distintivo. Quello giunge con la pratica e la ricerca. Lo studio dell’Anatomia fu determinante in quella fase e risento ancora oggi di quell’influenza. Quell’ambiente mi permise di trovare un sentiero di espressione che si è successivamente consolidato nello studio dell’Architettura, in quel rigore silenzioso che ho sempre amato, in quel tratto nero e preciso che apre nuove frontiere e punti di vista; lo studio della Prospettiva in connessione con la Matematica e la Fisica, della scenografia e della geografia culturale, nonché della Sociologia hanno amplificato tutto ciò in maniera esponenziale.