HyperHouse

NeXT Hyper Obscure

Intervista a Giuseppe Lippi: «Il fantastico è l’eccezione, non la regola» – A X I S m u n d i


La notizia della morte di Giuseppe Lippi risuona ancora sorda nelle nostre coscienze, e già si cominciano a leggere in giro omaggi bellissimi, interviste a un personaggio dalla cultura sterminata e dalla sensibilità unica, un uomo di cui qui in Italia si sentirà a lungo la mancanza, per non parlare poi del vuoto umano che ha lasciato a tutti noi. Su AxisMundi, quindi, una intervista di qualche tempo fa sulla poetica e visione di Lovecraft, interpretata da Giuseppe, assume i connotati di un testamento cognitivo e culturale, quasi cultuale, qualcosa che il nostro Curatore conosceva assai bene e che dispensava con uno di quei suoi amabili sorrisi. Un estratto:

Come spiega il fervore e successo di Lovecraft, oggi in crescendo?

Lo spiego con un certo inaridimento della narrativa fantastica attuale e con il fatto che Lovecraft venga ormai letto non solo come autore del soprannaturale, ma come un classico “esistenziale” tout-court. Per quanto riguarda il primo punto, noi pensiamo di vivere in un’epoca in cui il fantastico riveste un ruolo centrale, tanto in letteratura quanto al cinema, nei fumetti o nelle nuove arti elettroniche: ma questo dato si riferisce alla quantità più che alla qualità. In effetti, la saturazione del mercato e delle stesse aree protette della letteratura con interminabili saghe fantasy, sequele di romanzi horror, fanta-scienze sempre meno attendibili e realismi magici, ha portato a un paradosso. Non possiamo prendere sul serio quasi nulla di tutto questo. Il fantastico è l’eccezione, non la regola, ma se respiriamo favole da quando apriamo il giornale la mattina a quando spegniamo il televisore la sera, è ovvio che avremo soltanto barattato l’alterità di un genere originale con una serie di surrogati avventurosi, o nel caso del cinema, tecnologici. Lovecraft ci ha preceduti su questo terreno, osservando come alle fantasie di qualità superiore, assediate dalla pletora dei derivati, sia rimasto ben poco ossigeno; ma, nello stesso tempo, ha creato l’antidoto nella sua opera spiazzante, forse l’ultima reinvenzione del mondo degna di questo nome. H.P. Lovecraft è l’istintivo maître à penser che ci ha mostrato come risvegliare l’immaginazione in un mondo senz’anima.

In che modo reagì la critica italiana all’orrore cosmico lovecraftiano? In che termini quest’ultimo rappresentò una novità rispetto agli horror classici?

Al principio l’orrore cosmico non fu capito granché, tranne nei circoli cui appartenevano lettori speciali, come Carlo Fruttero e Franco Lucentini, Mario Picchi o Sebastiano Fusco e Gianfranco de Turris. Del resto, anche in America c’è stata una notevole confusione, dissipata soltanto da pochi: primo fra tutti, Fritz Leiber, che ha definito Lovecraft un «Copernico letterario». Con questa calzante espressione Leiber sottolineava come il nostro autore avesse spostato l’interesse del racconto del terrore dalla Terra, con le sue mitologie provinciali (le religioni indigetes e la stessa psicanalisi), alle distese dello spazio remoto.

L’horror ottocentesco metteva già alla prova l’animo del lettore, ancora ignaro delle teorie freudiane: qual è infatti la sua essenza, se non il trauma? Una profonda disillusione che dai nervi passa all’animo, lo shock di un conflitto doloroso nel contatto con l’“altro mondo”. L’orrore cosmico amplifica questo sentimento, ne pervade l’universo intero: esso non riguarda più soltanto la personificazione della morte o figure tradizionali come révenant, vampiri e assassini fantasma, ma la natura stessa del reale. E implica la scoperta che al di là del mondo individuale ve n’è uno più vasto, un inconscio mitico in cui ribolle il caos. L’universo è indifferente, le religioni sono una scusa per risparmiarci paure più grandi. Insomma, «Non è ver che sia la morte / Il peggior di tutti i mali», fatto ben noto ai credenti del Medioevo, i quali, più che il trapassare in se stesso, temevano le pene dell’inferno. Ora che d’inferni non ne esistono più, o che si sono trasferiti sulla Terra, bisogna rivedere tutto. Ebbene, Lovecraft rivede, ma non si accontenta della Terra: allarga il campo alle galassie più evolute. E ne trae, in tempi di materialismo, certe importanti conseguenze.

I mostri che appaiono nei suoi racconti non sono soltanto entità demoniache, ma esistenziali: rappresentazioni tangibili (si fa per dire) di quella che Sartre chiama la nausea e Lovecraft fear, paura, l’oppressione di ciò che esiste e grava su di noi con regole implacabili, alle quali non possiamo sottrarci. È chiaro che molti cercheranno di sfuggire o mistificare una simile visione, ma è altrettanto evidente la sua originalità. Lovecraft ha capito che le arti e le filosofie dell’umanità cercano inutilmente di sgravarci dal peso dell’essere, fonte primaria e non mistificata della paura. Noi temiamo soprattutto “ciò che è”, la realtà assoluta che, per fortuna, ci si rivela soltanto in rari sprazzi; a volte non ne siamo nemmeno consapevoli, ma, qualora ci rendessimo conto di come stanno le cose e tentassimo di fuggire, finiremmo col ripiombare nell’assurdo o nell’orrore. In definitiva, Lovecraft non è interessato a cogliere l’assurdo della condizione umana quanto la sua pochezza, il suo ruolo trascurabile nella scala universale. È per questo che si concentra sull’orrore: all’assurdo penseranno Kafka, Pirandello o Jacques Spitz.

I suoi racconti, quindi, non si limitano all’horror puro e semplice. Quali altri significati hanno?

Come ho cercato di dire, i racconti migliori sono leggibili a vari livelli. L’orrore in quanto tale rischia di annichilirci: per permettergli di esistere artisticamente e nel pensiero, cioè in un tempo e uno spazio durevoli, bisogna contornarlo di altri sentimenti. In Lovecraft, quel che reagisce al terrore e allo sconcerto è un senso di meraviglia: bisogno di stupore, desiderio di ciò che è bello e misterioso nell’esperienza; nostalgia di ciò che l’anima ha perduto, se non addirittura di un’anima perduta. È questo a rendere affascinante il suo mondo onirico, che ci appare come un terreno vivo per esercitare le nostre facoltà immaginative: vale a dire, le facoltà di esseri umani che s’illudono di non essere schiavi del finito.

No comments yet»

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Krysalisound

Contemporary resonances of calm and slow music

©STORIE SELVATICHE

C'ERA UNA VOLTA, UNA STORIA SELVATICA...

my low profile

Vôla bas e schîva i sas

Komplex

Galdruxian Actions for Galdruxian People

Pomeriggi perduti

quasi un litblog di Michele Nigro

maurizio landini

poesia e scrittura

Architetture Minimali

Blog di Stefano Spataro

Myrela

Art, health, civilizations, photography, nature, books, recipes, etc.

A Cup Of History

Storia e Archeologia... nel tempo di un caffè!

Axa Lydia Vallotto

Un giorno dominerò la galassia. Nel frattempo scrivo.

LES FLEURS DU MAL BLOG

Benvenuti nell'Altrove

The Sage Page

Philosophy for today

Sobre Monstruos Reales y Humanos Invisibles

El rincón con mis relatos de ficción, humor y fantasía por Fer Alvarado

Gerarchia di un’ombra

La Poesia è tutto ciò che ti muore dentro e che tu, non sai dove seppellire. ( Isabel De Santis)

A Journey to the Stars

Time to write a new Story

Rebus Sic Stantibus

Timeo Danaos et dona ferentes

The Paltry Sum: Detroit Richards

Culture, Music, Reviews, Poetry and More . . .

chandrasekhar

Ovvero come superare l'ombra, la curva della luna, il limite delle stelle (again)

AUACOLLAGE

Augusta Bariona: Blog Collages...Colori.

The daily addict

The daily life of an addict in recovery

Tiny Life

mostly photos

SUSANNE LEIST

Author of Paranormal Suspense

Racconti Ondivaghi

che alla fine parlano sempre d'Amore

The Nefilim

Fields Of The Nephilim

AppartenendoMI

Ero roba Tua

Creative T-shirt design Mart

An Online Design Making Site

Sanguinarie Principesse

E del viaggio nulla mi resta se non quella nostalgia. (N. Hikmet)

ADESSO-DOPO

SCIVOLO.

Unclearer

Enjoyable Information. Focused or Not.

Free Trip Downl Hop Music Blog

Free listening and free download (mp3) chill and down tempo music (album compilation ep single) for free (usually name your price). Full merged styles: trip-hop electro chill-hop instrumental hip-hop ambient lo-fi boombap beatmaking turntablism indie psy dub step d'n'b reggae wave sainte-pop rock alternative cinematic organic classical world jazz soul groove funk balkan .... Discover lots of underground and emerging artists from around the world.

boudoir77

"Scrivete quel che volete scrivere, questo è ciò che conta; e se conti per secoli o per ore, nessuno può dirlo." Faccio mio l'insegnamento di Virginia Woolf rifugiandomi in una "stanza", un posto intimo dove dar libero sfogo - attraverso la scrittura - alle mie suggestioni culturali, riflessioni e libere associazioni.

Stories from the underground

Come vivere senza stomaco, amare la musica ed essere sereni

Luke Atkins

Film, Music, and Television Critic

STAMPO SOCIALE

Rivista di coscienza collettiva

La Ragazza con la Valigia

Racconti di viaggi e di emozioni.

simonebocchetta

Qui all'ombra si sta bene (A. Camus, Opere, p. 1131)

TRIBUNUS

Duemila anni di Storia Romana

Alessandro Giunchi

osirisicaosirosica e colori

Dreams of Dark Angels

The blog of fantasy writer Storm Constantine

Bagatelle

Quisquilie, bagatelle, pinzillacchere...