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NeXT Hyper ObscureArchivio per aprile 4, 2024
Per una sapienza erotica | POCHI AMICI * MOLTO AMORE :: Il blog di Carmine Mangone
Dal blog di Carmine Mangone trovo un post che va letto oltre l’apparente provocazione erotica o altro, elemento che traspare subito e che può ingannare: si tratta, invece, di un viatico esperienziale e comportamentale, un viaggio tra le pieghe delle consuetudine che si vogliono abbattere, non tanto esteticamente ma ideologicamente, cambiando il modello del pensiero, rendendolo evoluto e libero, distaccato dalle consuetudini che bloccano. Vi lascio al post, necessario leggerlo tutto:
Tra le pagine de’ La filosofia nel boudoir di Sade, c’è un’affermazione che m’induce a rimarcare e a criticare il pensiero che mi è stato trasmesso da famiglia, società patriarcale e idee rivoluzionarie “virili”. Il Divin Marchese mette in bocca al libertino Dolmancé una frase illuminante: «Non esiste uomo che non voglia esser despota quando gli si rizza» [1]. Il cazzo eretto, dunque, si rivela per quel che è, ossia l’equivalente generale dell’eroismo maschile socialmente valorizzato, il fondamento verticistico dell’autorità, la cartina di tornasole del desiderio che sopravanza (non solo simbolicamente) l’affetto e la comunanza tra i viventi.
Ecco. Qui c’è un nodo di sangue essenziale. Nell’evidenza del desiderio maschile, infatti, si riafferma continuamente l’irriducibile differenza tra potere e potenza. La tumescenza sessuale (il discorso vale per il sesso maschile, ma anche per la clitoride) può essere testimone e legittimazione egoistica del potere, oppure, al contrario, senza mezzi termini, farsi apertura verso la significanza ingovernabile di un concatenamento orizzontale tra potenze diversamente uniche.
L’idea di possesso è un’idea maschile. Un’idea colonizzatrice, pervertitrice, che ha generato l’orrore umano della proprietà privata, ossia di un territorio (fisico e mentale) degenerato in chiusura valorizzata, esclusiva.
In realtà, non si possiede alcunché. Si possiede forse il denaro, le idee, una donna? No, affatto, se non nelle dinamiche di una dipendenza in cui anche i possessori sono posseduti (e soggiogati) dai valori che credono di detenere, di governare.
Il possesso è un pervertimento dell’appartenenza, un mascheramento delle proprie dipendenze; è la dinamica umana (maschile) che crede di irreggimentare le appartenenze e i concatenamenti di un universo che, in realtà, è sommamente irriducibile e ironicamente quantistico.
Recensione a “I Salmi dell’Apocalisse” di Miriam Palombi | di Walter Bianco
[Letto su KippleBlog]
Nuova recensione a I salmi dell’Apocalisse, romanzo di Miriam Palombi edito nella collana k_noir di Kipple Officina Libraria, curata da Paolo Di Orazio; autore della recensione è Walter Bianco, che dalle pagine del suo blog scrive ciò:
“I Salmi dellApocalisse” è un romanzo profondo e impegnativo che vincola in maniera totale il lettore che, assorbito da una curiosità quasi morbosa, viene spinto verso il limite per confrontarsi con una paura intima ed enigmatica che si manifesta in questo viaggio nella dimensione oscura che parte e ritorna dalla profondità dell’animo umano. Il libro esprime tutto l’interesse e la passione della Palombi riguardo la simbologia e in particolare per tutti gli elementi esoterici che, in in questo suo ultimo, assumono sfumature dai forti connotati Kafkiani.
Tantissimi complimenti alla bravissima Miriam Palombi che ancora una volta conquista attraverso una capacità stilistica che trasmette voglia di conoscenza su mondi oscuri e incomprensibili, che affascinano ancora di più perché rivelati in luoghi che abitualmente dovrebbero garantire tranquillità e sicurezza; le sue storie sono sempre capaci di disarmare certezze andando ad intaccare una fragilità umana che molto spesso, davanti a qualcosa che la ragione non può spiegare, viene scossa fin dalle viscere.
LA QUARTA Villa Daleth svetta tra le altre dimore borghesi di un distinto quadrante di Roma. È stata progettata nella sua forma ottocentesca dall’architetto Coppedè, famoso per aver dato il nome all’omonimo quartiere liberty. Ma il palazzo ha il suo senso, diverso da quello che si aspetterebbero i suoi garbati ospiti, e vive di un paradigma proprio. E poi la numerazione degli appartamenti in cui è suddiviso l’edificio ha una sua logica inspiegabile. E perché le connessioni di questo palazzetto affondano anche in altri luoghi dell’Italia, rincorrendo i fili tenaci e sottili della Storia? E cosa c’entra, infine, la psichiatria di Wilhelm Reich?
Scopri di più sul sito della Kipple Officina Libraria.
VISIONI FUTURIBILI – Expo
Dal 27 al 30 aprile si svolgerà al Defrag di Roma, in Via delle Isole Curzolane 75, la rassegna VISIONI FUTURIBILI – Expo, “Tra fantascienza, avanguardie e squarci sul futuro“, un contenitore vasto e articolato organizzato dal collettivo di arte visiva Crush in cui prenderà posto, vi dico l’anticipo senza approfondire, qualcosa che riguarderà anche il Connettivismo; gli orari saranno dalle 15.30 fino a tarda sera, vi consiglio fortemente di andare 😉
Ma ne riparleremo…
Un festival incentrato sul futuribile come concetto esteso, in grado di raccogliere in sé le suggestioni della fantascienza e delle speculazioni sul futuro, gli slanci immaginifici dell’arte e le mitologie del progresso infinito, le riflessioni sulle tecnologie più contemporanee e le ispirazioni del transumanesimo, gli scenari delle apocalissi distopiche e le speranze delle filosofie del sostenibile.
Il ritorno della Demetra di Alastair Reynolds | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com la segnalazione dell’Urania Jumbo di questo mese: Il ritorno della Demetra, di Alastair Reynolds; vi lascio alla quarta:
Fine diciannovesimo secolo. Il dottor Silas Coade è il medico di bordo della Demetra, una goletta partita alla volta dei gelidi fiordi norvegesi alla ricerca di un misterioso artefatto, noto solo all’uomo che ha organizzato la spedizione, e che ha trascinato lì con sé un coraggioso gruppo di avventurieri. Quando la spedizione sembra prossima alla metà, tuttavia, la nave precipita verso una fine misteriosa.
Per il dottor Coade la tragedia sembra trasformarsi in un brutto sogno, letteralmente. Si risveglia su un’altra spedizione, un secolo dopo, a bordo di un dirigibile Zeppelin, battezzato anch’esso Demetra, e diretto alla volta di un altro incubo di ghiaccio: le coste antartiche della Patagonia. Lo stesso evento sembra ripetersi ancora e ancora, nel tempo e nello spazio, e l’unico che pare essere cosciente dello strano déjà-vu è proprio il dottor Silas.
Un incubo che si annida solo nella sua mente o un bizzarro effetto causato dall’artefatto alieno a cui sta dando la caccia? Preparatevi a scoprirlo in uno stand alone che mescola sapientemente mystery e scifi, dalla penna di un grande maestro della narrativa speculativa.
Dagon Press presenta “ZOTHIQUE 17: Robert E. Howard, il Bardo di Cross Plains” | HorrorMagazine
Su HorrorMagazine la segnalazione dell’uscita del numero 17 di Zothique dedicato interamente a Robert E. Howard; la quarta:
In questo numero oltre al consueto apparato critico (con articoli e saggi su Lovecraft e Howard, su Howard e Lord Byron, su Howard e Weird Tales, sulle storie western di REH ambientate a Bear Creek, e sulla produzione poetica) è presente un’utilissima e dettagliata “Guida alle edizioni italiane di Conan, Kull e Solomon Kane”, un vero e proprio Baedeker che vi farà da bussola e vi illuminerà sulle migliori edizioni reperibili nel nostro paese. Oltre a ciò, trovano spazio anche una serie di documenti rari e inediti: un pezzo autobiografico in cui Howard parla delle sue “origini Celtiche”, tutte le lettere di REH inviate a “The Eyrie”, la rubrica della posta di Weird Tales, e un ricordo di Novalyne Price Ellis sul “vero” Bob Howard. E anche questa volta non mancano gli inediti narrativi dello scrittore: sono infatti presenti ben cinque racconti in prima traduzione italiana. Un numero dunque imperdibile per gli appassionati del grande scrittore americano che forse più di tutti ha contribuito a far nascere l’immaginario “pulp” e a plasmare la cultura pop contemporanea.