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NeXT Hyper ObscureArchivio per Maggio 26, 2024
“Film come Furiosa: A Mad Max Saga ci aiutano a decifrare la vita”: parola di George Miller | Fantascienza.com
Perle di saggezza su Delos256, parlando di MadMax, la saga cinematografica di George Miller giunta ora all’ultimo episodio ed esplosa in altro articolo in tutta la sua estensione. Un estratto significativo:
Tutti gli esseri umani, in ogni epoca, sono strettamente legati alle storie che vengono narrate, abbiamo bisogno di queste storie perché ci aiutano a vivere e decifrare la vita che viviamo. In Australia l’esempio più grande – ha detto il regista – è quello dei nativi che sono riusciti a sopravvivere nonostante tutto quello che è stato fatto loro proprio grazie alle storie. Un narratore, di qualsiasi epoca, anche un regista è il tramite della Zeitgest che lo utilizza per narrare storie che sotto la loro superficie nascondono stimoli più profondi.
La prigione | ThrillerMagazine
Su ThrillerMagazine la recensione a “La prigione”, romanzo – uno dei tantissimi – di Georges Simenon edito da Adelphi. Ecco cosa contiene il libro, un compendio d’empatie che indosso come un cappotto d’inverno (nel momento in cui comprendi la tua natura, senti il bisogno di travalicarla):
Il direttore di un popolare settimanale di costume nella Parigi degli anni Sessanta, Alain Poitaud, trova ad attenderlo sulla porta della sua lussuosa abitazione un agente di polizia che gli pone una serie di domande sulla moglie non ancora rientrata a casa.
Il vicecommissario al quai des Orfévres lo informa che la moglie ha ucciso la sorella quello stesso pomeriggio. Dietro il perbenismo borghese e l’affermazione sociale si nascondono passioni segrete, tradimenti, indifferenza. Il protagonista è un anaffettivo, amorale, centrato solo su sé stesso e i suoi bisogni da soddisfare a qualsiasi costo, calpestando le vite degli altri. La moglie non comparirà mai nel romanzo ma sarà sempre presente nei pensieri di Alain che ne scandaglierà il comportamento risalendo all’origine della loro storia quasi decennale.
Kjell Bjørgeengen and Chris Cogburn – Fear of the Object | Neural
[Letto su Neural]
Sono il risultato di tre anni di lavoro questi quattro cd, frutto della collaborazione tra il videoartista Kjell Bjørgeengen ed il percussionista Chris Cogburn, che assieme hanno deciso d’esplorare le differenze tra le frequenze di risonanza e le armoniche di alcuni oggetti materiali, nonché l’esattezza dei toni sinusoidali in una giusta intonazione. Dal vivo il progetto s’arricchisce d’ulteriori segnali audio che ben oltre i classici input di volume o frequenza sono trasformati in video, i quali, a loro volta, vengono nuovamente rimodulati in emissioni auditive attraverso un processo di sonificazione dei dati spuri emessi dal segnale. È un ciclo ossessivo quello messo in atto, dalle connotazioni a volte industrial e in altri casi space-distopiche. La ripetizione in questo caso non ha nulla a che fare con la ripetizione dell’uguale, perché, parafrasando Deleuze, “ripetizione non è somiglianza” e se l’individualità dell’oggetto – di un dato – consiste in tutto ciò che lo definisce esattamente, non può esserci confusione: esso è proprio quel dato e non qualcos’altro. I suoni che risultano dai dati sono accompagnati dalle percussioni di Ingar Zach, dal violoncello di Aimée Theriot-Ramos, dal contrabbasso di Juan García e dall’altro violoncello di Judith Hamann, quasi a ricordarci che la musica ha ancora un suo specifico campo d’azione, perché le risonanze degli oggetti fisici sono comunque in relazione con gli spazi architettonici nei quali si svolge la performance: una forma cameristica contemporanea nella quale la nozione di soggettività artistica è messa a confronto con condizioni oggettive, in un’indagine di una realtà mediata, prodotta in maniera certo inconsueta anche per chi può vantare studi e consuetudini in ambito improvvisativo o contemporary classical. Ognuno dei quattro cd presentati è stato registrato in una città diversa (Madrid, Coyoacán, Oslo e Città del Messico), sfruttando anche prove e altre occasioni d’incontro dei musicisti coinvolti, le cui fatiche sono state poi mixate e masterizzate da un altro musicista ben conosciuto in questi ambiti di ricerca, Giuseppe Ielasi. In quella che è la preparazione di questi eventi musicali le condizioni fisiche imposte dai dati e dallo spazio hanno la priorità sul resto e gli interventi dell’ensemble arrivano solo dopo quella che è l’esperienza complessiva di tutto il setting, in una sorta di neutralità espressiva che annulla i singoli musicisti, soffocando qualsiasi anelito interpretativo, quasi in un riflesso condizionato, che risponde solo dell’insieme della situazione. I 4 CD sono contenuti in altrettanti cartonati disposti in un‘elegante scatola con acclusa una stampa piegata a fisarmonica fronte-retro a 6 pannelli con immagini video tratte da una performance svoltasi ad Austin.