HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per gennaio 25, 2012
Exit
Si è fatta notte, un brivido estremo di incontrovertibili carezze gelide, emanazioni di entità che non riesco ad afferrare, rendere palpabili se non mentalmente; sembrano istinti che travalicano la mia stessa capacità di raccontarli, forse pure di comprenderli. Adesso ho lasciato aperta la porta del delirio onirico: sembra quasi una via di fuga o forse, è soltanto una via di decrittazione dell’energia verso me.
È il nostro terrore
È affiliato alla sostanza psichica divenuta carne. Lascia andare le definizioni per poterle poi fagocitare, divenire egli stesso una definizione sfuggente, ossimoro di fattura eterea eppure esterna alla costellazione in cui siamo rimasti incastrati in un loop labirintico, frattali di delirio siderale.
Eoni
Ascolto il risuonare dei luoghi, la constatazione delle concrezioni calcaree divenute realtà. Una caverna immensa è davanti a me, poi intorno, poi dentro, mentre gli eoni cominciano a cantare la loro terribile estasi.
La nuova (?) stirpe
Memi lasciati sciogliere nell’aria; la stessa aria che trasporta le info immediatamente, a contatto. Ora, respiri l’arcaica potenza della nuova tecnologia.
∂| ThrillerMagazine | Massimiliano Colombo
Su ThrillerMagazine.it è comparsa una bella intervista a Massimiliano Colombo, autore di romanzi catalogabili come storici. Massimo ha scritto Il vessillo di porpora e La legione degli immortali, ambientando le sue storie militari all’epoca dell’Impero Romano.
Ecco uno stralcio dell’intervista:
Grande pregio del tuo romanzo, forse unico caso in Italia, è quello di dare risalto al troppo dimenticato personaggio di Boudicca, la regina guerriera dai capelli rossi. Secondo te perché in Italia questo affascinante personaggio quasi mitologico è pressoché ignoto?
Perché la gente è poco interessata alla storia e invece noi italiani, che siamo la culla della cultura, dovremmo ricordarci più spesso di cosa siamo stati capaci in passato.
Quando sono andato a Roma a presentare il libro mi sono reso conto, guardando la storia che trasuda dalla Città Eterna, di quanto sia effimera la nostra esistenza, ma di cosa sia capace l’uomo. L’ho avvertito camminando sulla via Sacra a Roma che porta dal Colosseo al Foro. Camminavo su pietre che avevano visto passare Cesare, Ottaviano, Vercingetorige in catene. Entrando nella Curia ho visto lo stesso mosaico calpestato dai senatori e ho sentito l’acustica di quel luogo, dove parlando con tono moderato si poteva essere ascoltati da tutti gli astanti e lì, guardando quei muri millenari ancora intatti mi sono chiesto quante decisioni importanti debbano avere ascoltato.
Poi, sono arrivato alla tomba di Cesare e l’ho trovata ricoperta di fiori, biglietti e cartoline. Lì ho capito che solo alcuni nascono per essere grandi ma che l’intera umanità può trarre beneficio dalle loro gesta. Godiamone tutti, apprezziamo ciò che di grande hanno fatto gli uomini.
Il tempo ci ricorda che il genere umano non subisce i medesimi mutamenti dell’uomo. L’umanità tutta, a differenza dell’individuo, non invecchia, non perde memoria, progredisce sempre e aumenta il proprio sapere. Ma ricordiamo che questo mondo, che sentiamo così nostro, è appartenuto ad altri e apparterrà ad altri ancora. Questo è l’unico fatto noto e certo della nostra esistenza, ma la Storia ricorderà ciò che abbiamo fatto e il ricordo che sopravvivrà di noi è l’unica immortalità che ci è concessa.Dalla nota finale sappiamo che hai realmente vestito panni romani e ti sei aggirato armato con perfette ricostruzioni di armi d’epoca: come hai vissuto questa esperienza?
Quando mi è capitato di condividere alcuni momenti con i rievocatori del gruppo di archeologia sperimentale Legio I Italicaho sentito qualcosa che nessun libro di storia mi avrebbe potuto insegnare. In un’alba caliginosa ho provato ad indossare nel silenzio di una riserva naturale una lorica segmentata. Vi posso garantire che nessun libro di storia avrebbe mai potuto descrivermi l’emozione della vestizione di una panoplia. Ripropormi quei gesti tra commilitoni dimenticati nel tempo. Io l’ho vissuto da revocatore e la cosa mi ha fatto pensare. Cosa provavano loro guardandosi in faccia prima della battaglia?
Cosa avrebbero pensato in quel momento, duemila anni prima, se dietro al colle ci fossero stati i nemici? Questa è la forza dell’immaginazione che la storiografia ufficiale non ti può dare.