Archivio per agosto 18, 2017
18 agosto 2017 alle 22:36 · Archiviato in Creatività, Empatia, Energia, Fantastico, InnerSpace, Letteratura, Oscurità, OuterSpace, Quantsgoth, Recensioni, Surrealtà and tagged: Horror, Infection, Interrogazioni sul reale, Luce oscura, Luigi Musolino
Su FilmHorror la recensione a Nelle crepe, romanzo di Luigi Musolino, tra i più innovativi e potenti scrittori del nuovo oscuro italiano. Uno stralcio della rece:
E se un autore horror volesse scrivere qualcosa sul nostro “degrado”? (Eh già; chi l’ha detto che un racconto “di genere” non possa parlare di problemi reali?) Cosa significa, oggi, in Italia, questa parola? Alcune risposte potrebbero essere: l’incapacità di guardare al futuro. L’immobilismo sociale e culturale. La mancanza di speranza. L’arrendersi davanti alla corruzione, all’inquinamento, allo sfacelo di monumenti e opere d’arte, alla presenza continua degli spacciatori d’eroina e dei tossici. I vecchi che sopravvivono con la pensione minima, abbandonati da tutti, che possono parlare solo con un merlo in gabbia…
Nelle crepe ci porta proprio all’interno di questo scenario. Ecco allora la paura del decadimento, della malattia e della morte. Coinvolge il vecchio protagonista di questo lungo racconto ma anche il quartiere di Rosella, che sorge in una zona abitata fin dai tempi dei celti, ed ha acquisito coscienza e volontà.
Ci accompagna in questa discesa Luigi Musolino, un grande autore che padroneggia alla perfezione la prosa, i suoi ritmi e le sue sfumature, ed è in grado come pochi altri di descrivere le segrete intermittenze del cuore umano, i confini mai netti tra tragedia e farsa, i tentativi di una mente che vuole restare aggrappata alla realtà quando comincia a sentire l’odore acre della follia.
18 agosto 2017 alle 18:36 · Archiviato in Creatività, Experimental, Futuro, News, Sperimentazioni, Tecnologia and tagged: Application Programming Interface, Droni, Interrogazioni sul reale, Ridefinizioni alternative, Teoremi incalcolabili
[Letto su Neural]
Flying Pantograph trasferisce le linee disegnate a mano e i movimenti relativi su un’altra superficie applicando una scala ed una estetica differente. Il sistema è stato progettato da Sang-won Leigh, Harshit Agrawal e Pattie Maes all’interno del MIT “Fluid interfaces research group” e utilizza un drone come mezzo di questa trasposizione. Il sistema trasforma i tratti segnati dall’uomo in istruzioni di input per il dispositivo volante, attraverso la tecnologia tracking ed una successiva serie di algoritmi specifici. Per riprodurre in maniera accurata le forme e lo stile su una superficie verticale, i movimenti originali sono ricalibrati in base alle caratteristiche meccaniche e fisiche del drone, quali il galleggiamento continuo e l’attrito della penna sulla superficie. Ma le caratteristiche del “Flying pantograph” sono molteplici. Oltre a ridimensionare l’immagine, come lo strumento classico meccanico da cui è ispirato, può riflettere l’immagine, aumentare o diminuire la velocità del tratto e infine potrebbe essere programmato per disegnare su più dispositivi e contemporaneamente da più designer. Al di là delle applicazioni pratiche di questa interfaccia ben progettata, il complesso canale utilizzato per la traduzione di movimenti e linguaggi, innesca un inusuale dialogo uomo-macchina. Nella continua scoperta e nella ricerca, questa conversazione con i segni diventa un’interpretazione reciproca, lungi dall’essere una semplice riproduzione meccanica, potenzialmente apre ad ulteriori sperimentazioni, magari aggiungendo l’interconnessione di altre tecnologie software come GML (Graffiti Markup Language) per possibili interventi urbani programmati letteralmente lontano nello spazio e nel tempo.
18 agosto 2017 alle 15:36 · Archiviato in Creatività, Editoria, Fantastico, Inumano, Letteratura, Oscurità, Quantsgoth, Recensioni, Sociale and tagged: Infection, Interrogazioni sul reale, Karl Marx, Liberismo, Luca Cangianti, Luce oscura, Nefandum psichico, Teoremi incalcolabili, Vampirismo
Su FilmHorror la recensione a Sangue e plusvalore, romanzo di Luca Cangianti che affronta le analogie – non troppo visibili a occhio nudo – tra Marx e i vampiri. Considerate sempre questo attuale sistema economico come qualcosa di inumano, di occulto, e avrete la chiave di lettura giusta.
Parigi, 1870. La Comune sta per essere stroncata nel sangue con una ferocia inaudita. Daniel Pieper, fotografo venuto nella capitale per documentare l’avvenimento, nota che alcuni dei soldati della reazione non impressionano la lastra fotografica. Un giorno, sulle barricate, parlando con dei rivoluzionari, si trova a raccontare una strana storia in cui si è trovato coinvolto molti anni prima, a Londra. Era il 1858: Felice Orsini attentava alla vita dell’imperatore Napoleone III, le donne inglesi lottavano per il diritto di voto, lui faceva da segretario a un filosofo tedesco in disgrazia, tale Karl Marx, coinvolto assieme a lui in un terribile caso di vampirismo.
Marx contro un Dracula capitalista. Vi sembra strana l’idea? Eppure nel Capitale abbondano i riferimenti metaforici a vampiri, lupi mannari e altri mostri. È dunque un’idea filologicamente coerente quella di Luca Cangianti, che dimostra di conoscere benissimo il periodo storico, la vita di Marx, le sue teorie, persino le sue parole (molte espressioni del personaggio sono modellate su quelle che il pensatore di Treviri usava nella sua corrispondenza) e chiude il volume con foto d’epoca e abbondanti riferimenti bibliografici. Attenzione, però: Sangue e Plusvalore è un romanzo agile e divertente, fatto di indagini, colpi di scena, sopralluoghi notturni, scioperi, creature mai viste, agguati, morti violente e fughe precipitose.
Un doppio binario, dunque: da una parte il genere horror (avercene, di scene splatter come queste, nei film!) e dall’altra il tema dello sfruttamento e della lotta per i diritti dei lavoratori (ricordate di cosa si tratta?). I protagonisti si impegnano su entrambi i fronti, e si tratta in realtà della stessa battaglia, che ha come fine la sopravvivenza dell’umanità. “Perché quando si scopre che i mostri esistono anche fuori dagli incubi non si può tornare a casa, non si può condurre un’esistenza normale, sposarsi e aver figli facendo finta di nulla. Puoi cercare di nasconderti dietro il lavoro… Puoi ubriacarti, cercare conforto nella pornografia, nella religione, nelle passeggiate lungo il fiume… Oppure accettare il fatto che essi esistono e tu devi combatterli”.
18 agosto 2017 alle 12:36 · Archiviato in Connettivismo, Creatività, Editoria, Empatia, Energia, Experimental, InnerSpace, Letteratura, Oscurità, OuterSpace, Recensioni, SF, Surrealtà and tagged: Interrogazioni sul reale, Luce oscura, Teoremi incalcolabili, Valerio Evangelisti
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Sul sito di Valerio Evangelisti una nuova recensione al suo Eymerich risorge, recente romanzo del ciclo del Magister – imperdibile, anche per me.
In un’indagine mozzafiato che richiama in causa la chiesa valdese e le eresie dell’epoca, Eymerich risorge è un romanzo che attraverso la Storia con la “esse” maiuscola rilegge il presente, che si trova ovunque: dalla lotta fra classi sociali, alla disparità fra la Chiesa difesa da Eymerich – ovvero quella dei papi, dei lussi, dei privilegi, dei dazi richiesti al popolo in cambio di indulgenze – e quella più povera e vicina ai valori di San Giovanni Battista, che il pensiero valdese vorrebbe predominante. Tutto questo si rispecchia nel futuro descritto intorno alla parallela vicenda di Marcus Frullifer, ma ci ricorda al contempo, e costantemente, che tutto sommato anche nel nostro mondo odierno ci sono due papi, forse perfino tre se ci vogliamo aggiungere il Califfato, e che una possibilità per uscirne vivi, almeno una, forse c’è. Perché risorgere si può soltanto nei libri. Per ora.
18 agosto 2017 alle 04:36 · Archiviato in Creatività, Fantastico, Oscurità, Sociale and tagged: Emiliano Rubbi, Infection, Integrazione razziale, Luce oscura, Luna Gualano, Movie, Proteste, Ridefinizioni alternative, Zombie
Su FilmHorror la segnalazione dell’inizio della raccolta fondi per Go Home – A casa loro, zombie movie italiano scritto da Emiliano Rubbi e diretto da Luna Gualano. Visibilità a quest’operazione perché:
A Roma, durante una manifestazione contro l’apertura di un centro d’accoglienza, si scatena un’apocalisse zombie: solo l’interno del centro sembra essere sicuro e gli ospiti faranno di tutto per restare in vita. Nel locale c’è anche Enrico, un ragazzo di estrema destra che si è imbucato mentendo sulla propria identità.
Come dare nuova linfa vitale al genere horror? Una strada da percorrere è sicuramente quella di raccontare la contemporaneità, fare i conti con temi, problemi e paure che ci toccano da vicino. Gli autori hanno le idee chiare: “L’odio e il razzismo che si respirano in questi tempi ricordano molto la fame cieca degli zombie” dice Luna Gualano in questa intervista. “I migranti sono dei cervelli in fuga, non c’è differenza tra loro e i ragazzi italiani che vanno all’estero per cercare nuove opportunità; anzi, loro hanno motivi più impellenti”. “Il razzista in Italia molto spesso non lo è in senso stretto, ma è una persona ignorante. È uno xenofobo, una persona che ha paura” spiega Emiliano Rubbi.
Come non essere d’accordo con gli autori? Io sicuramente lo sono…