Su Tribunus alcune corpose nozioni relative all’arte militare romana, nell’arco repubblicano e imperiale, che dimostrano la discendenza celtica di alcune tecniche e armature . Vi lascio a un estratto:
Certamente è vero che i Romani in più occasioni dimostrarono sul campo la loro superiorità bellica sulle popolazioni celtiche. Ma i Galli furono ben lungi dall’essere solo l’accozzaglia di guerrieri urlanti che popola le nostre menti – gioverebbe anche ricordare quanto il legionario romano repubblicano fosse meno “sofisticato” di quanto lo immaginiamo, e che le differenze a volte abissali tra gli eserciti che Romani e Galli mettevano in campo erano riflesso soprattutto di diversità di tipo sociale e culturale, prima ancora che tattiche o di disciplina. Anzi, la galassia celtica, a più riprese nel corso dei secoli, sia tramite lo scambio che tramite lo scontro, fu un bacino continuo di migliorie e di apporti al mondo militare romano – tanto nel campo tattico, quanto soprattutto tecnologico.
Infatti, quasi tutti gli elementi che consideriamo più caratteristici della panoplia romana “iconica” sono proprio frutto di acquisizioni dal mondo gallico.Uno degli apporti più importanti e duraturi dei Galli al mondo militare romano (e in realtà, al mondo militare mediterraneo e a tutta la Storia militare occidentale), acquisito nel corso del IV e III sec. a.C., è sicuramente la corazza ad anelli di ferro, modernamente chiamata “cotta di maglia”. Questa versatile armatura dall’incredibile fortuna, usata in varie forme fino agli inizi del XX secolo, è infatti un’invenzione celtica.
Tra le prime testimonianze delle armature in anelli di ferro tra i Galli abbiamo la statuaria del Sud della Francia (es. il busto di Fox-Amphoux conservato al Museo di Marsiglia), verosimilmente da attribuire alla fine del IV secolo a.C. o all’inizio del III.
Lascia un commento