HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per ottobre 7, 2017
Ha senso?
Un’ancora di salvezza si desta e diviene ancoraggio ricorsivo, come un continuo citarsi a memoria perché non si può essere altro che memoria e autoessenza. Ha senso, tutto ciò?
Lievi istanze
Le lievi istanze delle parole sono simbologie accreditate presso la sede arcaica dei sensi, entità ancora vive in qualche iato dimensionale, da scavare.
Ariccia, paese dei Manii – Nemora
Su Nemora un articolo di approfondimento sui Castelli Romani e le sue radici antropologiche, legate a doppio filo coi miti pagani e le empatie energetiche di luoghi senza dubbio profondi e oscuri.
Ariccia è una cittadina molto antica, costellata di elementi che ne esaltano la lunga storia.
Il Santuario di Santa Maria di Galloro, Palazzo Chigi, il celebre Ponte ottocentesco, la Via Appia Antica. Le tracce dell’arcaica Aricia si riscontrano nella toponomastica archeologica, nel cuore più sensibile e vetusto dell’eredità pagana, parliamo del Tempio di Diana Nemorense, detto anche – per l’appunto – Santurario di Diana Aricina, e del bosco sacro che lo circonda, noto come nemus aricino.
Attraversando il Ponte di Ariccia si ha l’impressione di valicare un crocevia di forze remote e potenti: da una parte si staglia Monte Cavo, con le vestigia del Tempio di Giove Laziale, dall’altra abbiamo Vallericcia, dove un tempo si trovava l’omonimo lago vulcanico (laddove il monumentale Emissario del Lago di Nemi sfogava le acque drenate dallo Specchio di Diana) e, guardando ancora oltre, si dipana l’azzurra la vastità del Mar Tirreno.
Nonostante la gloria che circonda le vestigia di questa località, per lungo tempo la popolazione dei paesi più o meno limitrofi ha ritenuto ritenuto che Ariccia fosse infestata da mostri.