HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per ottobre 3, 2017
Around the world and dot in red, looping networks | Neural
[Letto su Neural]
Fin dalle prime opere pionieristiche di net art come quella di Olia Lialina/Márton Fernezelyi’s ‘Agatha Appears’ (dove i protagonisti sembravano apparentemente restare nello stesso posto, ma in realtà lei saltava da un sito web all’altro e questo era visibile soltanto dall’indirizzo URL visualizzato sullo schermo), l’ubiquità in tempo reale delle reti è sempre stata un territorio attraente per gli artisti. ‘Around the world and dot in red‘ è un’opera d’arte di Damjanski che utilizza la possibilità di interagire attraverso luoghi fisicamente diversi in una maniera nuova e differente. La terza opera della serie It’s just all now è un live stream che ha inizio a New York e che viene riproposto in diretta a Lisbona, a Berlino, Belgrado, Los Angeles e infine di nuovo a New York con una voce artificiale che legge uno dopo l’altro i numeri IP coinvolti. Il loop infinito che ne consegue circonda letteralmente il pianeta con un punto rosso, mentre allo stesso tempo il video stream resta statico, rappresentando di nuovo la stessa apparente contraddizione che aveva ispirato l’avanguardia della net art.
Nostra Signora degli Alieni | N I G R I C A N T E
Sul blog di Michele “DottoreInNiente” Nigro la segnalazione di una sua partecipazione all’antologia Nostra Signora degli Alieni, curata da Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo. I miei complimenti a Michele, well done!
È in uscita l’antologia Nostra Signora degli Alieni contenente, tra gli altri, un mio vecchio racconto – “The Padre P.I.O. Show” – scritto durante il periodo in cui leggevo e a volte tentavo di scrivere fantascienza (o, come in questo caso, fantareligione da me ribattezzata all’epoca “rel-fi” ovvero religion fiction) e che sottotitolai ironicamente “un caso di malasantità”. Oggi non mi appartiene più questo tipo di sperimentalismo scritturale legato al genere fantascientifico, perché nel frattempo sono mutate le passioni letterarie, le ricerche e gli esperimenti che ne conseguono, ma è sempre divertente assistere a questi rigurgiti editoriali “postumi”.
Blade Runner 2049: tutto ciò che è accaduto tra il primo e il secondo film | Fantascienza.com
L’attesa per il sequel di Blade Runner è stellare, e su Fantascienza.com c’è la sequenza di fatti ed eventi che riempiono il gap temporale dal primo film a questo, di Denis Villeneuve. Sento il delirio salirmi dentro…
La Warner e il regista Denis Villeneuve hanno creato un approfondito resoconto di quanto accaduto tra la fine del primo film e il momento in cui l’agente K (Ryan Gosling) deve andare a cercare Deckard (Harrison Ford). L’operazione è stata fatta su due fronti: i tre cortometraggi presentati nelle settimane scorse e una Timeline che racconta gli eventi cruciali dal 2018, anno che precede idealmente l’inizio del primo film, fino al 2049.
Annihilation: il primo trailer del film tratto dal romanzo di Jeff VanderMeer | KippleBlog
Su KippleBlog il trailer di Annihilation, primo episodio di una trilogia dello scrittore Jeff VanderMeer. A me ha davvero stupito e incuriosito molto…
Per trent’anni l’Area X – un territorio dove un fenomeno in costante espansione e dall’origine sconosciuta altera le leggi fisiche, trasforma gli animali, le piante, sembra manipolare lo stesso scorrere del tempo – è rimasta tagliata fuori dal resto del mondo. La Southern Reach, l’agenzia governativa incaricata di indagarne gli enigmi e nasconderla all’opinione pubblica, ha inviato numerose missioni esplorative. Nessuna però è mai tornata davvero dall’Area X: chi, inspiegabilmente, ricompariva al di qua del confine era condannato a un destino peggiore della morte.Questa volta, però, sarà diverso: la dodicesima missione è composta unicamente da donne.Quattro donne che non conoscono nulla l’una dell’altra, nemmeno il nome – sono indicate con la funzione che svolgono: l’antropologa, la topografa, la psicologa e la biologa – accettano di partecipare a un viaggio che assomiglia molto a un suicidio. Cosa le ha spinte a imbarcarsi in una missione tanto pericolosa? La biologa spera di ritrovare il marito, uno dei membri dispersi della spedizione precedente. Ma forse cerca anche di fuggire dai suoi fantasmi. E le altre? Cosa nasconde la psicologa, ambigua leader del gruppo? Quando le quattro esploratrici incappano in una strana costruzione mai segnalata da nessuna mappa, capiranno che fino a quel momento i disturbanti misteri dell’Area X erano stati appena sfiorati.
Andreas Broeckmann – Machine art in the twentieth century | Neural
[Letto su Neural]
Coloro che hanno familiarità con li progetti di Andreas Broeckmann, prima al V2 di Rotterdam, e poi come direttore artistico a Transmediale, possono riconoscere in questo testo diverse parti della sua lunga indagine sull’arte “meccanica”. Tenendo traccia delle esibizioni da lui curate e dai testi scritti nel corso degli anni, è possibile riconoscere alcuni punti di vista famosi del passato, su un percorso che porta a questo libro. Qui cerca in maniera sistematica di collegare l’ubiquità della macchina e i concetti riguardanti alle macchine con un numero di progetti artistici e le loro direzioni differenti, definendo così 5 qualità fondamentali dell’estetica delle macchine: associativa, simbolica, formale, cinetica e automatica. Incorniciata in un percorso storico coerente, alcuni artisti vengono messi in risalto, tra i tanti, David Rokeby e Stelarc, che possibilmente usano il corpo come macchina esterna e interna, ma partendo anche dalla decostruzione della macchina con Jean Tinguely, fino ad arrivare agli ambienti digitali squisitamente imperscrutabili di Seiko Mikami. Broeckmann chiaramente rifiuta la definizione del genere “machine art”, rendendolo piuttosto meno ambiguo, e dal punto di vista storico risulta scettico riguardo tutti i tentativi di definire singolarmente l’arte in relazione ai mezzi tecnologici connessi. Ma le opere d’arte e le esibizioni che analizza e descrive formano una cartografia concettuale di riferimenti intercorrelati che possono essere usati come un livello di base trasparente per capire la piccola galassia delle macchine nell’arte.