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NeXT Hyper ObscureArchivio per giugno 1, 2021
Animals – New mix update – Roger Waters
Dal sito di RogerWaters apprendo una notizia esplosiva: è in uscita un remix di Animals (almeno così dovrebbe essere, perché Roger scrive: sono d’accordo con l’uscita del nuovo remix di Animals, con le note di copertina rimosse. A proposito, buon lavoro James Guthrie e scusa Mark Blake. La bozza finale delle note di copertina è stata controllata e concordata come corretta da me, Nick e Gilmour) e, seconda notizia bomba, c’è un affondo polemico e tagliente di Waters nei confronti di Gilmour davvero cruento; qui potete leggere l’intera traduzione e io ne estrapolo un passo:
“Poiché mi è stato vietato da Dave Gilmour di postare sulla pagina Facebook dei Pink Floyd con i suoi 30.000.000 di iscritti, sto pubblicando questo annuncio qui oggi e per intero sul sito rogerwaters.com.
Per prima cosa, un caloroso bentornato al nostro piccolo gruppo di fratelli e sorelle che hanno sempre mantenuto una mente aperta, speriamo che alcuni dei fan il cui accesso alle mie parole è soppresso da Gilmour trovino la loro strada qui e scoprano qualche verità.Ciò che ha fatto precipitare la situazione e ha portato a questo post è che ci sono nuovi mix (Stereo e 5.1) dell’album Animals dei Pink Floyd del 1977. Questi mix sono rimasti inediti a causa di una disputa su alcune note di copertina che Mark Blake ha scritto per questa nuova pubblicazione. Gilmour ha posto il veto alla pubblicazione dell’album a meno che queste note di copertina non vengano rimosse. Non contesta la veridicità della storia descritta nelle note di Mark, ma vuole che questa storia rimanga segreta. Questa è una piccola parte di una campagna in corso messa in atto dalla coppia Gilmour/Samson per rivendicare maggiori crediti per Dave (maggiori di quanto sia dovuto) sul lavoro che ha fatto nei Pink Floyd, nel periodo 1967-1985. Sì, era ed è un ottimo chitarrista e cantante. Ma, negli ultimi 35 anni ha raccontato un sacco di pasticci enormi su chi ha fatto cosa nei Pink Floyd quando ero ancora nella band. C’è un sacco di “abbiamo fatto questo” e “abbiamo fatto quello”, e “ho fatto questo” e “ho fatto quello”.
Epifanie | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione di una nuova uscita per la collana InnsMouth di Delos Digital, diretta da Luigi Pachì e dedicata al weird: Epifanie, di Ian Delacroix. La quarta:
Epifanie è una storia ambientata (e scritta) a Praga e ricrea le atmosfere di Kafka e Gustav Meyrink, strizzando l’occhio anche ai poeti francesi. È divisa in cinque capitoli, con storie che si intrecciano (un uomo sconfitto dalla vita apre una porta del proprio palazzo che non deve aprire e si trova catapultato suo malgrado a Praga; un collezionista di oggetti strani mette le mani sulla Collana di Unghie citata in un racconto antico; una donna – morta ma sognante – si vendica dell’uomo che l’ha lasciata per scegliere gli abiti talari; un pittore porta la sua ispirazione e l’amata perduta dentro un quadro…) sino all’epilogo finale tutto da scoprire.
Brividi Crudeli: tornano i racconti fantastici di Robert Aickman | FantasyMagazine
Su FantasyMagazine la segnalazione di una nuova uscita per Hypnos: Brividi crudeli, quarta raccolta di racconti di Robert Aickman. La quarta:
Brividi crudeli è considerata la miglior raccolta di Robert Aickman e comprende alcuni dei suoi racconti più celebri come il sensuale Le spade, da cui fu anche tratto il primo episodio della serie televisiva The Hunger, l’enigmatico L’ostello, inserito nel monumentale The Weird di Jeff VanderMeer, e infine l’affascinate viaggio di Diario di una ragazza inglese, opera vincitrice del World Fantasy Award nel 1975. A completare il volume è il romanzo breve Gli Stranieri, scritto riportato alla luce in anni recenti e pubblicato per la prima volta nel 2015.
Home – Ritual The Club
Il sito del RitualTheClub è cambiato, vi invito a farci più di un giro per apprezzare la nuova frontiera del BDSM in musica, dopo la forzatura alla clausura che, magari, ha salvato più di qualche vita.
Marcin Pietruszewski – The New Pulsar Generator Recordings Volume 1 | Neural
[Letto su Neural]
Con un packaging il cui design si deve a Joe Gilmore e alle raffinate manipolazione di font di Florian Hecker, stampato in due distinti colori, argento metallizzato e nero, con un libretto di trenta pagine redatto da Curtis Roads, a sua volta storico compositore elettronico e uno dei principali esperti di pulsar synthesis, The New Pulsar Generator Recordings Volume 1 è un progetto sonoro alquanto ispido e sperimentale che viene presentato da Marcin Pietruszewski sotto le insegne della Fancyyyyy, etichetta operativa sia a Glasgow che a Manchester e dedita a una ricerca auditiva certo non convenzionale e dai molti risvolti teorico-pratici (per esempio la realizzazione e la vendita di moduli eurorack di effettiere a feedback non lineare e divisori di clock). L’opera è stata composta utilizzando una nuova implementazione del classico software di computer music Pulsar Generator, questa versione è stata messa a punto dallo stesso Pietruszewski, elaborando una forma avanzata di sintesi particellare che viene utilizzata per generare sequenze soniche alquanto impredicibili e caotiche. Il suo output varia da impulsi e sequenze singolari a toni continui su più scale temporali percettive, un’idea quella dei grani sonori che è stata proposta per la prima volta da Iannis Xenakis e successivamente sviluppata proprio da Curtis Roads. L’effetto all’ascolto è quello di composizioni assai astratte e siderali, ultraterrene e abrasive, con repentini passaggi e cambi di registro, emergenze auditive e risucchi. Sono quindici le tracce presentate, la maggior parte molto brevi, sotto i due minuti, la più estesa, “tnpgr (shifting(glissement) (f -_ _f_))”, di poco più di cinque minuti, elaborata insieme a diverse altre – ma non tutte – allo ZKM Center for Art and Media di Karlsruhe nel 2018. La sintesi della pulsar è puramente digitale, una composizione algoritmica implementata da Pietruszewski nel linguaggio di programmazione open source SuperCollider 3. Fra sbuffi, sibili, scoppiettii, eruzioni e gorgoglii vari, facendo ricorso ad astruse manipolazioni ritmiche, innescando passaggi improvvisi e mutazioni, Marcin Pietruszewski comunque non perde mai il gusto nel connettere più elementi e sperimentali accostamenti sonori, dando all’estrema diversità d’impulsi una certa coerenza e rigore. Un immaginario racconto poetico, un viaggio immaginativo, fanno comunque capolino fra i solchi e certi timbri e trasformazioni sonore sembrano mai ascoltate prima, in bilico fra psicoacustica fuzzy e avant-jazz lunatico.