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Archivio per Michele Nigro

Ancora distopie eloquenti | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com è uscita la segnalazione di Delle Eloquenti Distopie (DED) Vol. 2, pubblicazione digitale che ho curato nell’ambito della collana non-aligned objects, luogo editoriale di DelosDigital posto sotto la mia curatela. DED vol. 2 è una miniantologia che, nel solco tracciato dal primo volume, analizza la sottile distopia in cui viviamo e ne fa un manifesto politico. Ecco cosa scrive l’editore Silvio Sosio nel post che vi ho segnalato:

Michele Nigro, Franco Ricciardiello e Helena Velena sono gli autori dei tre racconti inclusi nell’antologia Delle Eloquenti Distopie 2, ancora curata, come la numero 1, da Sandro Battisti, anche curatore di questa collana non-aligned objects che regala con regolarità (forse l’unico elemento di “allineamento”) notevoli gioiellini.

La quarta: Tre magnifici e particolari autori in questo secondo volume della serie antologica DED: Helena Velena, Michele Nigro, Franco Ricciardiello, che mostrano fantasia e percezione del reale con un misto di punk e lucida ironia, nonché afflato fantascientifico, disgregando la visione compatta della felicità da consumo necessario che è insita nella mentalità globale contemporanea.

Il Caos sa rimescolare le carte e riemergere sempre da qualche parte come un fiume carsico, qualsiasi ordine oppressivo s’instauri, probabilmente perché il nostro universo è intimamente costituito da indeterminazioni.

Il volume digitale è scaricabile sul DelosStore e sugli altri store online al prezzo di 2,99€.

Cover reveal di DED Vol. 2 – “non-aligned objects” @ DelosDigital


Nei prossimi giorni uscirà il volume 2 di DED, Delle Eloquenti Distopie, serie di miniantologie dedicate ai disastri della distopia liberista, nell’ambito della collana “non-aligned objects” che curo per DelosDigital. In questo numero Helena Velena, Franco Ricciardiello, Michele Nigro.
Tenetevi forte…

Tre poesie inedite di Michele Nigro – DI SESTA E DI SETTIMA GRANDEZZA


Sul blog di Alfredo Rienzi una segnalazione per Michele Nigro e le sue splendide poesie. Un estratto:

L’imbrunire è quell’ora indecisa

L’imbrunire è quell’ora indecisa
tra la luce non rassegnata a perire
e il buio senza coraggio per sorgere,
odo tralci di vite selvaggia
rampicarsi lungo la schiena
della luna piena di giugno

e la cecità serale
prendermi gli occhi ormai freschi
non più arsi di città, dove caldi mattoni
conservano i raggi del meriggio

come batterie pensate per corpi pentiti
fino allo sgocciolio di mezzanotte
e oltre, pensiero insonne che tortura
l’anima indigesta e reflussa
si sveglia senz’aria, affogata
dagli acidi della vita di giorno.

Ho fede nei tralci, arriveranno
un giorno, senza pretenderlo
a donarmi grappoli d’uva fragola
progenie di quella rubata all’infanzia

a essere finalmente domata
anno dopo anno
stupore dopo stupore per le rinnovate foglie
s’allunga la speranza
verso il sole dell’attesa
paziente stagione dell’essere,
incontro tra mani sistine
tra dio e l’uomo in questo inferno.

“All’automobile da corsa”, poesia di Filippo Tommaso Marinetti: letta alla velocità 2x di Whatsapp* – Pomeriggi perduti


Segnalazione di una reinterpretazione di Michele Nigro di una poesia futurista di FT Marinetti, letta a velocità doppia tramite la funzione 2x di WhatsApp. Genio e Futurismo all’ennesima potenza…

Veemente dio d’una razza d’acciaio,
Automobile ebbrrra di spazio!,
che scalpiti e frrremi d’angoscia
rodendo il morso con striduli denti…
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma
e d’olì minerali,
avido d’orizzonti e di prede siderali…
io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!…

Allento finalmente
le tue metalliche redini
e tu con voluttà ti slanci
nell’Infinito liberatore!
All’abbaiare della tua grande voce
ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
accelerando il suo sanguinolento
palpito, all’orizzonte…
Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù!…
Che importa, mio démone bello?
Io sono In tua balìa!… Prrrendimi!… Prrrendimi!…

Sulla terra assordata, benché tutta vibri
d’echi loquaci;
sotto il cielo accecato, benché folto di stelle,
io vado esasperando la mia febbre
ed il mio desiderio,
scudisciandoli a gran colpi di spada.

E a quando a quando alzo il capo
per sentirmi sul collo
in soffice stretta le braccia
folli del vento, vellutate e freschissime…
Sono tue quelle braccia ammalianti e lontane
che mi attirano, e il vento
non è che il tuo alito d’abisso,
o Infinito senza fondo che con gioia m’assorbi!…
Ah! ah! vedo a un tratto mulini
neri, dinoccolati,
che sembran correr su l’ali
di tela vertebrata
come su gambe prolisse.

 

Ora le montagne già stanno per gettare
sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura,
là, a quella svolta bieca.
Montagne! Mammut, in mostruosa mandra,
che pesanti trottate, inarcando
le vostre immense groppe,
eccovi superate, eccovi avvolte
dalla grigia matassa delle nebbie!…
E odo il vago echeggiante rumore
che sulle strade stampano
i favolosi stivali da sette leghe
dei vostri piedi colossali…

O montagne dai freschi mantelli turchini!…
O bei fiumi che respirate
beatamente al chiaro di luna!
O tenebrose pianure!… lo vi sorpasso a galoppo
su questo mio mostro impazzito!…
Stelle! mie stelle! l’udite
il precipitar dei suoi passi?…

Udite voi la sua voce, cui la collera spacca…
la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia…
e il tuonar de’ suoi ferrei polmoni
crrrrollanti a prrrrecipizio
interrrrrminabilmente?…
Accetto la sfida, o mie stelle!…
Più presto ancora più presto!…
E senza posa, né riposo!…

Molla i freni! Non puoi?
Schiantali, dunque,
che il polso del motore centuplichi i suoi slanci!

Urrrrà! Non più contatti con questa terra immonda!
lo me ne stacco alfine, ed agilmente volo
sull’inebriante fiume degli astri
che si gonfia in piena nel gran letto celeste!

Rispondendo a qualche domanda di Roberta Canu… | N I G R I C A N T E


Sul blog di Michele Nigro è referenziata un’interessante intervista che gli è stata fatta recentemente; estrapolo un brano per far comprendere il tono della chiacchierata.

Come nascono le tue opere? Ovvero da dove prendi ispirazione.

Anche quando scrivo “fantasie”, quelle appartenenti alla cosiddetta letteratura non mimetica, la fonte principale d’ispirazione resta sempre “la vita” reale: quella personale, quella degli altri, quella passata e addirittura quella futura. In un racconto è più facile allestire una “struttura” capace di mantenere in piedi i vari elementi esistenziali che poi “spacciamo” per cose capitate ai personaggi. Nel mio ultimo racconto lungo, per esempio, in uscita su StreetLib Stores (sia in ebook che in cartaceo), pubblicato per le “edizioni nugae 2.0” e intitolato “Call Center – reloaded”, attingo a piene mani da passate esperienze lavorative personali anche se alla fine la storia prende una “piega fantasy” con timide sfumature noir. Nel Novecento era definito “realismo magico”…

Con la poesia non si può “barare”: anche se nel verso non scendi nei particolari, non descrivi, non fai nomi e non ti riferisci a fatti riconoscibili, sei genuinamente te stesso, sei più vero e concreto anche se tutto sembra più effimero e impalpabile; sei l’essenza del tuo stare al mondo. In realtà non siamo noi a prendere ispirazione; non decidiamo niente: è l’ispirazione che “sceglie” qual è il momento migliore per realizzarsi in noi. Quando non abbiamo ispirazione non è perché essa non c’è; è solo che in quel momento non teniamo aperti i canali giusti affinché si manifesti. Forzarla produce solo cose mediocri: è inutile stare ore davanti a un foglio o una tela; meglio uscire, fare altro, lasciarsi trovare dalla parola… (continua)

“Intervista a Michele Nigro”, a cura di Roberto Guerra (versione ‘small’ per Neofuturismo) | N I G R I C A N T E


Roberto Guerra intervista Michele Nigro. Poesia e Transumanesimo; sul blog di Nigro, ovviamente.

Michele, il tuo ultimo libro (ebook e cartaceo) s’intitola “Nessuno nasce pulito”, un approfondimento?

Si tratta di una raccolta di poesie “prelevate” da vari periodi; ne è venuto fuori un excursus poetico piuttosto eterogeneo dal punto di vista stilistico: avevo bisogno di raggruppare in un unico prodotto, per difenderle prima di tutto dalla mia dimenticanza, poesie appartenenti a differenti momenti dell’esistenza. Io l’ho definita webpoetry perché inizialmente la mia poesia è stata pubblicata sul web, sul mio blog “Nigricante” (quasi sempre dopo un preventivo stazionamento sull’insostituibile carta); solo in seguito è avvenuto il passaggio finale nell’oggetto “libro”. Si sente tanto parlare del cosiddetto “contatto erede”, un essere umano volenteroso che, dopo la nostra dipartita da questo mondo, dovrebbe preoccuparsi di gestire il social networking lasciato incustodito per cause di forza maggiore; oppure in ambito transumanista si sta ipotizzando da molti anni l’opportunità di compiere un Mind Uploading, ovvero un trasferimento di quella che convenzionalmente chiamiamo “mente” su un supporto non biologico in grado di interagire con l’ambiente esterno all’indomani della morte del corpo (e quindi del cervello) che la conteneva. Cos’è un libro se non un “erede” del nostro pensiero, un supporto a cui affidare una parte del nostro linguaggio per contrastare l’oblio?…”

Nostra Signora degli Alieni
, torna la fantareligione | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com la segnalazione della nuova antologia curata da Gianfilippo Pizzo e Walter Catalano, Nostra Signora degli Alieni
, volume che incentra la sua tematica sul rapporto tra religione e SF. Dalla quarta:

La fantascienza è per sua natura un genere che attinge a una filosofia di tipo illuminista, fondata sulla scienza e sulla conoscenza; è naturale perciò che spesso abbia cercato il confronto con chi il futuro e l’universo li vede attraverso un ordine delle cose del tutto diverso. La religione è quindi stata trasposta in altri mondi e in altre specie, a volte vista come salvatrice del sapere umano dopo una catastrofe (Un cantico per Leibowitz), a volte come veicolo di cospirazioni cosmiche (Dune), a volte come strumento di potere (Come ladro di notte), a volte come speranza di pace con altre specie (Il riscatto di Ender) eccetera. Alcuni scrittori hanno usato lo strumento della fantascienza per attaccare la religione, altri hanno cercato di integrare la propria fede nella visione del futuro.

Catalano e Pizzo ne parlano diffusamente nell’introduzione a questo volume (leggibile anche online). L’antologia comprende quattordici racconti di autori italiani. Testi di Donato Altomare, Vincenzo Bosica, Denise Bresci, Andrea Carlo Cappi, Stefano Carducci e Alessandro Fambrini, Vittorio Catani, Francesco Grasso, Roberto Guarnieri, Lukha B. Kremo, Alessandro Morbidelli, Michele Nigro, Pierfrancesco Prosperi, Franco Ricciardiello, Michele Tetro.

Futurologia della Vita Quotidiana. Transhumanist Age: libri Asino Rosso | Nigricante


Sul blog di Michele Nigro la segnalazione di una sua partecipazione a una pubblicazione dell’Asino Rosso, di Roberto Guerra, poesia, narrativa, saggi sociologici in area transumanista: Futurologia della Vita Quotidiana. Dall’intro di Antonio Saccoccio e Roberto Guerra:

Il transumanesimo o nuova futurologia scientifica è sempre più in primo piano nel dibattito contemporaneo, un movimento anche in certo senso liquido internazionale: dai pionieri americani Max More, Natasha Vita More, Nick Bostrom, agli stessi Aubrey de Grey, Martine Rothblatt, David Orban, James Hughes, Ilia Stambler, agli italiani Riccardo Campa, Stefano Vaj, Emmanuele J. Pilia, Giulio Prisco, Roberto Manzocco, Antonio Saccoccio, Giancarlo Stile, David De Biasi, “Estropico” a nomi quali gli stessi Larry Page di Google, Raymond Kurzweil (Google e Nasa) e tanti altri (inclusi scrittori di fantascienza o fantasy quali William Gibson, Bruce Sterling, Robert J. Sawyer, gli italiani stessi Sandro Battisti e Francesco Verso. In questo eBook, focus è una visione del transumanesimo forse atipica o comunque non chiaramente percepita se non lateralmente o singolarmente dagli addetti ai lavori e dal percepito culturale attuale: un futuribile complesso essenzialmente storico culturale e anche in certa misura pop. Tra gli autori infatti alcuni transumanisti e futuristi italiani (con ‘importante presenza “special guest” del Transumanista attualmente e probabilmente più noto ai media anche europei, ovvero l’americano Zoltan Istvan), alcuni scrittori di fantascienza, ma anche scrittori o artisti semplicemente futuribili a modo loro, attivisti insomma o semplici simpatizzanti.

Intervista per LucaniArt Magazine | MicheleNigro


Un’altra intervista a Michele “DottoreInNiente” Nigro, segnalata sul suo blog. Un estratto:

Una seconda cosa che mi incuriosisce è la mutazione nello stile, nel modo di scrivere e nelle tematiche affrontate. Ossia il tuo linguaggio si è fatto più scarno, senza tanti orpelli. Si è affilato come una lancia pronta a colpire. Chi vorresti colpire e come mai?

Sì, hai ragione e ti assicuro che vorrei scarnificarlo ancora di più, ma per ora va bene così. Come accennavo nella precedente risposta, e come tu m’insegni, il poeta non è un essere fortunato raggiunto sulla terra da un raggio di luce miracolistico in conseguenza del quale comincia a verseggiare, ma è il protagonista (nella maggior parte dei casi inconsapevole) della propria evoluzione neurolinguistica, frutto del tempo, delle esperienze, delle continue sollecitazioni genetiche e fenomeniche, delle letture, dell’addensarsi della conoscenza o, meglio, della non conoscenza… Protagonista umano, biologico, mortale, anche se nel fare poesia rivela il suo lato laicamente “divino”. Non so se ho trovato uno stile mio, o se un domani sarà lo stile a trovare me: di sicuro so che non cerco nulla, non desidero niente, non aderisco a un manifesto, non costringo la materia a una scuola o a una forma, non c’è uno sforzo logico (almeno nella fase preliminare, “sporca”, del poetare) ma aspetto, ascolto, soprattutto mi ascolto, annoto nel silenzio tutto quello che l’anima mi suggerisce di conservare perché sa che ne vale la pena. Quando il verso funziona e soddisfa il tuo ritmo interiore, lo senti; anche se in seguito non piacerà al lettore. Sono contento che si noti questa “affilatura” ma ti assicuro che, volendo fare un paragone tra le poesie della raccolta e quelle pubblicate successivamente sul mio blog “Nigricante”, trovo queste ultime molto più scarne e affilate, più aderenti al mio status neurolinguistico attuale: segno che l’evoluzione, verso un’affilatura che si assesti intorno a uno stile tutto mio, è in atto. Ma la strada è lunga…

Le tematiche sono quelle tipiche dell’esistenza: l’amore, la morte, la solitudine, la condizione sociale, la sensualità, il passato che spinge per farsi ricordare, la spiritualità, la natura, la musica… Come dice Brunori Sas in un suo brano: “… Canzoni che parlano d’amore / perché alla fine, dai, di che altro vuoi parlare?…” E si parla d’amore anche quando non lo si nomina e sembra che il tema della poesia sia un altro. Amore in senso lato, sotto varie forme. Chi voglio colpire? Nessuno, te l’assicuro: spesso dietro un j’accuse o una sentenza disperata si nasconde l’esigenza di ricordare a se stessi le cose che contano e di confermare quella piccola sapienza privata creata da eventi non storici. Non pretendo di trascinare anime, di convincere, perché sono troppo occupato a salvare me stesso; però se un lettore si mette a riflettere dopo aver letto un mio verso, e me lo confessa, non posso non essere soddisfatto…”

Per leggere l’intera intervista: qui

Un’intervista per RecensioneLibro.it | Nigricante


Sul blog di Michele Nigro c’è la segnalazione a una sua intervista realizzata per esplorare il mondo della sua silloge, Nessuno nasce pulito. L’intera chiacchierata è qui.

… Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Purtroppo, leggendo alcune recensioni, ho notato che stanno passando soprattutto le idee di un disagio critico nei confronti della società e di una malinconica revisione del passato personale da parte di un autore per certi versi “sconfitto”, e che non può fare altro che registrare le varie forme sotto cui si manifesta tale sconfitta. Evidentemente, a una lettura superficiale, questo è il mood prevalente che ne esce fuori, creato dalle parole che ho scelto di usare, e me ne assumo tutta la responsabilità. In realtà “Nessuno nasce pulito” vuole essere una dichiarazione di guerra, un voler fissare dei confini assertivi, oltre i quali poter urlare al mondo: “Da qui non mi muovo! Queste sono le mie conquiste umane, le mie esperienze e queste parole sono la mia terra!”. Non pretendo di lasciare segni: se un solo verso di una mia poesia induce alla riflessione e trasporta il lettore, anche per pochi istanti, in una dimensione altra, ho già raggiunto il mio obiettivo. Come ho scritto in Aspirazione, una poesia che non fa parte della raccolta, vorrei che i miei versi fossero: “… parentesi tra gli orrori del mondo / oasi di riflessione per cuore di donna / silenzio pulsante di senso…”…

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