La seconda puntata di tre dello special dedicato al genere SpaghettiWestern, apparsa su CarmillaOnLine. La prima puntata è qui.
Durante e subito dopo la trilogia leoniana, lo spaghetti western ha il suo culmine di gloria per incassi ai botteghini e per numero e qualità di film prodotti. Perfino gli americani cominciano a riconoscerne il valore e l’autonomia creativa: grandi registi yankee come Sam Peckinpah con Sierra Charriba (1965), Il Mucchio selvaggio (1969) e più tardi con Pat Garrett & Billy the Kid (1973) o, in chiave noir moderna, Voglio la testa di Garcia (1974), o lo stesso Clint Eastwood, tornato in patria ormai famosissimo e arricchito dell’esperienza, riportano a casa la lezione imparata in Europa: così anche Sergio Leone può finalmente coronare il suo sogno americano con l’epopea di C’era una volta il West (1968), che, con una sceneggiatura emblematicamente scritta da Bernardo Bertolucci e da Dario Argento – due futuri maestri l’uno del cinema d’autore, l’altro di quello di genere – in qualche modo conclude la fase eroica del western all’italiana – o forse del sottogenere in quanto tale – reinnestandolo nel ramo principale della tradizione western tout court, per quanto resa più consapevole ed estesa.
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