Su Fantascienza.com la segnalazione di un primo Solaris in video, antecedente a quello di Tarkovskij. Per chi come me ha amato la versione del regista russo, è incredibile venire a sapere di un altro allestimento, quasi teatrale, uscito per la TV russa nel 1968. Ecco i dettagli:
Quello che possiamo dire subito è che la versione di Niremburg–Ishimbayeva è quasi del tutto fedelissima al libro originale, non offre varianti autoriali alla materia trattata né rilevanti cambiamenti di trama. È Solaris esattamente come concepito da Lem, che invece si mostrò poco convinto, quando non addirittura polemico, sia della versione successiva di Tarkovskij sia di quella di Soderbergh.
Riassumiamo a grandi linee la storia, per i pochi che ancora non la conoscessero. In un prossimo futuro, lo psicologo Kris Kelvin (Vasily Lanovoy) viene inviato sulla stazione orbitante attorno al pianeta Solaris, un mondo ricoperto da una sorta di oceano plasmatico che si suppone essere un gigantesco organismo vivente e senziente. Qui, l’uomo trova i due membri dell’equipaggio (un terzo, amico di Kelvin, già defunto per suicidio) allo sbando totale, completamente straniati, un ambiente lasciato al disordine e all’incuria, in un’atmosfera di tensione e cupo mistero. Il cibernetico Snaut (Vladimir Etush), in preda all’alcolismo, cerca confusamente di mettere sull’avviso Kelvin a riguardo di “qualcuno che potrebbe incontrare sulla stazione”, senza riuscire a essere più chiaro, mentre lo scienziato Sartorius (Viktor Zozulin), barricato nel suo laboratorio, sembra nascondere dei misteriosi “ospiti”. Lo stesso Kelvin avverte delle presenze aliene aggirarsi per tenebrosi corridoi della stazione, senza poter darsene spiegazione.
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