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Archivio per Carmine Treanni

La fantascienza? È un modo di descrivere ciò che sta realmente accadendo. Intervista a Ursula Le Guin | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com, nell’ambito di Delos256, un’immaginaria intervista di Carmine Treanni a Ursula Le Guin; si parla di…

Uno scrittore è una persona che si preoccupa di cosa significano le parole, cosa dicono, come lo dicono. Gli scrittori sanno che le parole sono la loro via verso la verità e la libertà, e quindi le usano con cura, con pensiero, con paura, con gioia. Usando bene le parole rafforzano le loro anime. Narratori e poeti trascorrono la loro vita imparando quell’abilità e l’arte di usare bene le parole. E le loro parole rendono l’anima dei loro lettori più forte, più luminosa, più profonda.

Penso che quello che sta succedendo è che tutto – fantasy, fantascienza, fantasmi, troll, qualunque cosa – venga finalmente chiamato, ammesso come letteratura. Come era una volta, prima che i realisti e i sanguinari modernisti prendessero il sopravvento. Comunque la storia non è nella trama, ma nel racconto.

Mi ci vollero degli anni per rendermi conto d’aver scelto di lavorare in generi disprezzati e marginali come la fantascienza, la fantasy e la narrativa per adolescenti, esattamente perché essi erano esclusi dal controllo della critica, dell’accademia, della tradizione letteraria, e consentivano all’artista di essere libero.

La libertà è un carico pesante, un grande e strano fardello che lo spirito deve sostenere. Non è facile. Non si tratta di un dono ricevuto, ma di una scelta fatta consapevolmente, e la scelta può essere molto difficile.

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Spettacolarizzazione dell’informazione, fake news e fantascienza | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com, nell’ambito di Delos256, un articolo di Carmine Treanni traccia le coordinate dello sviluppo spettacolare delle informazioni, giornalismo che diventa show; qualche estratto:

Ogni qualvolta balza agli onori della cronaca nera un evento delittuoso, scatta l’assedio dei media e una vera e propria narrazione dell’evento. Si parla, molto spesso, in questi casi di un fenomeno che viene etichettato come “spettacolarizzazione dell’informazione”. Si tratta di un fenomeno nato più o meno alla metà degli anni Novanta. Tutto è iniziato però sulla carta stampata. Titoli sempre più forzati e allarmanti, foto grandi e a colori. La notizia si allarga a dismisura sulle prime pagine dei giornali, usando tutto lo spazio che il giornalista gli concede. L’obiettivo (evidentemente sbagliato) era quello d’inseguire la televisione. Ma in TV la notizia scorre lungo l’asse del tempo. Si deve tenere desta l’attenzione del telespettatore. E allora ritmo e brevità sono le regole fondamentali di chi fa informazione sul piccolo schermo. Tutto, anche le notizie, dunque, devono diventare story, devono appassionare chi guarda il programma. Questo “sceneggiare la cronaca”, come ha descritto il fenomeno la sociologa Milly Buonanno nel suo libro Leggere la fiction (1996), ha ovviamente due direzioni: una notizia viene trasmessa come se si trattasse di una di fiction, le fiction sono sempre di più tratte da fatti (molto spesso drammatici) realmente accaduti.

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La space opera, tra Dune e Alastair Reynolds | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com, nell’ambito di Delos253, un articolo di Carmine Treanni sulla space opera e la sua storia, stilata nell’occasione dell’uscita del film di Villeneuve “Dune Pt.2”; un estratto:

Herbert disegna un grande affresco narrativo con i colori dell’intrigo, del potere, dell’inganno e del tradimento, aggiungendo al classico impianto della space opera le teorie new age e il tema ecologico, scrivendo una saga unica e affascinante, composta originariamente da ben sei romanzi.
Il filone della space opera, termine coniato dallo scrittore Wilson Tucker nel 1941, mutuato dalle definizioni di horse opera, termine che indicava i romanzi western più squisitamente avventurosi, e da soap opera, i radiodrammi mielosi che venivano trasmessi all’epoca. Non a caso, spesso il nucleo di queste storie ruotavano intorno a trame del tipo: “l’eroe di turno viaggia nel cosmo, salva la principessa, affronta epiche battaglie spaziali e nemici che vogliono distruggere la galassia”. Un genere che spesso veniva etichettato come buono per intrattenere i ragazzini e che aveva in Flash Gordon e Buck Rogers i suoi beniamini.
Il tempo e un’attenta storiografia hanno dimostrato che anche quella fantascienza avventurosa, incentrata sui viaggi nello spazio a bordo di immense astronavi, stupefacenti segreti scientifici, armi spaziali dall’incredibile potenza e sulla descrizione di imperi galattici, aveva più di un motivo d’interesse e assolveva, in ogni caso, all’utile funzione di base che anche la fantascienza deve sempre avere, anche oggi: intrattenere il lettore e donargli qualche ora di semplice e salutare svago.

La figura dell’androide come metafora della globalizzazione e del lavoro precario | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com l’editoriale del numero 253 di Delos, scritto da Carmine Treanni, che con profonda lucidità analizza il momento storico globalizzato in cui siamo calati, dal punto di vista del mercato, delle policy neoliberiste, delle deregolamentazioni di ogni tutela. Un estratto:

Analizzando le attuali trasformazioni del capitalismo, in particolare il passaggio dal paradigma fordista a quello postfordista, non si può prescindere dal fenomeno della globalizzazione e dalle molteplici implicazioni che ne derivano e che investono tutti gli aspetti dell’esperienza umana. Il processo globale, infatti, è caratterizzato da tendenze contrapposte, da forze che spingono verso una omogeneizzazione economica, sociale, politica e culturale, e da forze che esaltano la dimensione locale e le radici comunitarie, talora in contrapposizione all’appiattimento imposto dalla mondializzazione e dai paesi che ne sono leader e talora in funzione della espansione della stessa globalizzazione. Ma che cosa s’intende con la parola globalizzazione? Con questo termine si intende, in primo luogo, quel fenomeno economico caratterizzato dalla formazione di un mercato finanziario globale.
Alla base di questo fenomeno economico c’è l’enorme aumento su scala mondiale degli scambi finanziari, che – nel corso degli ultimi quarant’anni – è stato reso possibile dallo sviluppo delle tecnologie informatiche e della comunicazione. Ciò ha permesso alla finanza di essere sempre più slegata dal sistema della produzione. La globalizzazione interessa anche piani ben più materiali di quello finanziario, quale, in primis, quello lavorativo. Le grandi multinazionali sono, nell’immaginario collettivo, il vessillo della globalizzazione: queste grandi aziende, che superano le barriere delle distanze grazie ai mezzi tecnologici (Internet) e al progresso avvenuto nel campo dei trasporti, hanno creato un mercato globale sia tra le loro stesse filiali sia tra i vari gruppi, influenzando le filosofie di governo statali e lo stile di vita del singolo cittadino. Quest’ultimo è inoltre molto condizionato dalla delocalizzazione del lavoro che le multinazionali attuano verso quegli stati dove la manodopera costa meno, creando concorrenza e, complementarmente, in certi campi, disoccupazione nei paesi Occidentali.

Quando la realtà è da fantascienza: intervista a Philip K. Dick | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com, nell’ambito di Delos252, un’intervista impossibile e bella di Carmine Treanni a PK Dick; un estratto:

Non posso non chiederle cosa ne pensa dei tempi in cui viviamo, oggi nel 2024?

È un mondo psicotico, quello in cui viviamo. I pazzi sono al potere. Le mogli vengono picchiate dai mariti; la polizia uccide neri e latino-americani; i vecchi frugano nei bidoni della spazzatura o mangiano cibo per cani: la vergogna impera, regna. Il suicidio è solo uno di una miriade di eventi vergognosi. Quando un certo errore comincia a essere commesso da un bel po’ di persone, allora diviene un errore sociale, uno stile di vita. E in questo particolare stile di vita il motto è: “Sii felice oggi perché domani morirai”; ma s’incomincia a morire ben presto e la felicità è solo un ricordo.

Mi sembra di capire che lei sia abbastanza pessimista. Cerco di formulare la domanda in altri termini: lei si è occupato spesso della realtà e della sua ambiguità, si è posto la domanda “cosa è reale e cosa non lo è.” Qual è la sua definizione di realtà?

Realtà è quello che non scompare quando smetti di crederci. Lo strumento fondamentale per la manipolazione della realtà è la manipolazione delle parole. Se puoi controllare il significato delle parole, puoi controllare le persone che devono usare le parole. A volte la risposta appropriata alla realtà è diventare pazzi. In questa vita ci mostrano soltanto i trailer.

Non c’è altra via di uscita, a suo avviso? Dobbiamo accettare una realtà manipolata dalle fake news, quindi, oppure diventare pazzi? Sono queste le due alternative della vita secondo lei?

Il semplice fatto che qualcosa appaia inevitabile non dovrebbe indurci ad accettare supinamente. L’universo non avrà mai fine, perché proprio quando sembra che l’oscurità abbia distrutto ogni cosa, e appare davvero trascendente, i nuovi semi della luce rinascono dall’abisso. In qualche altro mondo probabilmente è diverso. Meglio di così. Esisteranno chiare alternative fra bene e male. Non queste oscure commistioni, queste mescolanze, senza gli strumenti adeguati per distinguerne le componenti. Dovunque andrai, ti si richiederà di fare qualcosa di sbagliato. È la condizione fondamentale della vita: essere costretti a far violenza alla propria personalità. Prima o poi, tutte le creature viventi devono farlo. È l’ombra estrema, il difetto della creazione; è la maledizione che si nutre della vita. In tutto l’universo.

Cosypunk, la nuova frontiera della fantascienza | Fantascienza.com


Su Fantascienza.com, nell’ambito di Delos 252, un articolo ci Carmine Treanni che spiega cos’è il cosypunk, la nuova frontiera SF internazionale; altri cenni sono sul romanzo più in visto di questo filone, Un salmo per il robot di Becky Chambers, recensito qui. Vi lascio alle corpose note.

Se cercate una fantascienza ottimista, piena di speranza, fatta di brevi traguardi da raggiungere, di emozioni quotidiane, piccole e grandi, allora quello che fa per voi è la Cozy, Cosy Sci-Fi o Cosypunk, ovvero la fantascienza “accogliente”. Non c’è da salvare il mondo, non ci sono personaggi cattivi, non ci sono superuomini o supereroi, ma persone tranquille, semplici, che spesso svolgono il loro lavoro e sono pronte ad aiutare il prossimo, senza chiedere nulla in cambio, ma neanche in nome di un dio o di una norma che provenga da qualche forma di religione. È la vita, semplicemente, quella che viene raccontata nelle storie di questo nuovo filone della fantascienza.
La fantascienza accogliente è costruita più su un certo tipo di atmosfera che su precise regole. Gioca con la stessa vita del lettore, sollecitando emozioni piuttosto che scioccare con eventi catastrofici. Racconta di come nascono, crescono e si evolvono amicizie non solo tra umani, ma anche tra robot o alieni. È, ad esempio, ciò che accade nel già citato romanzo della Chambers, in cui un uomo e un robot costruiscono la loro amicizia lentamente, dopo l’iniziale diffidenza che scaturisce dal fatto che i robot alcune centinaia di anni prima hanno abbandonato gli uomini. Si può raccontare di una storia d’amore cos’ come il cameratismo che naturalmente nasce tra persone che lavorano insieme tutti i giorni e vivono insieme, pur appartenendo a razze diverse, come accade tra i membri di un’astronave commerciale. Il tutto senza che necessariamente ci sia all’orizzonte un evento catalizzatore, come la ricerca di un oggetto che tutti vogliono oppure una missione da compiere o ancora salvare la galassia da una minaccia che potrebbe distruggerla.

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I 250 numeri di Delos | Fantascienza.com


Delos e DelosBooks festeggiano i 250 numero della ezine. In modestissima parta ci sono anche io, uno dei tanti autori dei tanti articoli che in questi decenni si sono succeduti nel magazine elettrico più importante della SF italica. E lasciate che festeggi un pochino anche io, dai 😉

Era il novembre del 1994 quando usciva il primo numero di Delos Science Fiction. All’epoca internet significava ancora email, ftp, o cose strane oggi dimenticate, il “world wide web” era una novità ed erano pochi a riuscire a utilizzarlo. Delos infatti era distribuita tramite “bbs” (avete presente i gruppi Facebook? Una specie, ma ti ci collegavi via telefono, col modem); solo nell’aprile dell’anno dopo, col numero 5, sarebbe andato su un sito web (MCLink), e solo nel 1997 avrebbe avuto il suo indirizzo, su Fantascienza.com.
Questo mese Delos ha pubblicato il numero 250, curato – come ormai avviene da tanti anni, dal numero 98 in poi – da Carmine Treanni. Un traguardo che ben poche pubblicazioni di fantascienza in Italia hanno raggiunto; e Delos rimane comunque la più antica testata online italiana ancora in attività (fino a prova contraria, ma così ci risulta; se vogliamo con l’eccezione dell’Unione Sarda, che è arrivato in rete qualche mese prima ma non è un giornale online).

L’anno prossimo Delos compirà trent’anni, mentre quest’anno il suo editore, l’Associazione Delos Books, ne ha compiuti venti; nata nel 2003, dopo il prematuro fallimento della casa editrice Solid, l’associazione nacque per gestire varie edizioni online e cartacee.  Ancora dieci anni dopo partiva invece Delos Digital, che quindi compie dieci anni, con il primo gruppo di ebook usciti il 1 ottobre 2013.
Tornando a Delos: è stata una rivista che ha fatto storia, ha trainato su internet il mondo della fantascienza italiana coinvolgendo nel tempo come collaboratori tanti grandi nomi (Curtoni, Vegetti, Catani, Valla, eccetera).  Delos ha vinto quattro volte il Premio Italia: nel 2000 come miglior rivista non professionale; nel 2002, 2019 e 2022 come miglior rivista professionale. Da tempo esce anche in versione epub; a suo tempo sono state disponibili altre versioni, pdf e addirittura una versione stampata, per alcuni numeri.
Fare una cosa bene una volta, due volte, per un anno o due, è difficile ma alla portata di chiunque abbia un po’ di talento. Farlo per 250 numeri, per trent’anni, richiede doti di organizzazione, perseveranza e sicuramente una buona dose di pazzia. Prendeteci così, quindi.

Grazie a tutti i lettori, i collaboratori, e un grande grazie a Carmine.

 

Tempesta dal nulla, la prima antologia italiana di climate fiction | HorrorMagazine


Su HorrorMagazine la segnalazione di Tempesta dal nulla, antologia curata da Luca Ortino e Carmine Treanni sul tema del cambiamento climatico ed edita da DelosDigital. La quarta:

Climate Fiction è il termine con cui, da circa dieci anni, si identifica la letteratura che racconta il cambiamento climatico. Un tipo di narrativa, nata inizialmente all’interno della fantascienza, che ha come motore delle sue storie i profondi mutamenti climatici che il nostro pianeta sta subendo, dallo scioglimento dei ghiacciai al surriscaldamento globale, dalle catastrofiche tempeste all’eccesso di CO² nell’atmosfera. La similitudine acustica tra le abbreviazioni sci-fi e cli-fi non è casuale, perché seppur oggi la climate fiction si è parzialmente affrancata dalla fantascienza è pur vero che molte delle sue opere sono nate in seno a questo filone della narrativa speculativa. Di contro, la science fiction si è sempre occupata di climate fiction, quando questo nuovo genere non era chiamato così.
Tempesta dal nulla presenta 9 racconti di 10 tra i più importanti scrittori italiani di fantascienza, che hanno avvertito l’urgenza di toccare con la loro sensibilità di autori la tematica del cambiamento climatico, cruciale per la vita stessa del nostro pianeta e dell’umanità.

Racconti di Donato Altomare, Stefano Carducci & Alessandro Fambrini, Franci Conforti, Giovanni De Matteo, Linda De Santi, Arturo Fabra, Franco Piccinini, Monica Serra, Claudio Vastano.

Dopo il vento, la tempesta | Holonomikon


Post di ritorno (l’ennesimo, che dimostra che non è mai andato via) di Giovanni De Matteo che annuncia la prossima uscita di un’antologia DelosDigital: Tempesta dal nulla, curata da Carmine Treanni e Luca Ortino; il racconto con cui Giovanni partecipa si chiamerà Santuario ed è giusto che ora vi lasci alle sue parole, aggiungendo solo un “bentornato” che è sempre un piacere formulare…

Nell’antologia, sono presente con un racconto che ho scritto nella prima metà del 2022 sullo slancio di un’ispirazione e di una motivazione ritrovati. S’intitola Santuario e parla di cambiamenti su diverse scale, dal tempo profondo della geologia a quello centenario delle società umane, per scendere fino alla granularità frammentata delle vite umane, che tuttavia, a volte, possono ritrovarsi a essere sconvolte dall’arrivo di un fronte d’onda nato nel passato, ma che nell’intervallo di pochi decenni ha saputo guadagnare abbastanza energia da stravolgere ogni cosa, spazzando via certezze che credevamo granitiche e convinzioni che dubitavamo potessero cedere il passo a una consapevolezza diversa. Santuario è, in diverse forme, un racconto sull’energia, il primo su questo tema con cui mi misuro in realtà ogni giorno da qualcosa come sedici anni. Ed è un racconto sul mutamento e sull’evoluzione, dell’uomo come specie e delle società che costruisce.
Credo che sia in fondo un lavoro molto tecnico ma anche un po’ poetico, e anche in questo racchiude la quintessenza di quello che dovrebbe essere il connettivismo. Ringrazio qui i curatori e in particolare Carmine per avermi invitato a partecipare al progetto, offrendomi l’occasione per cimentarmi con un tipo di scrittura per molti aspetti diverso dalla comfort zone a cui ero abituato.

Nuova edizione per Il futuro è adesso di Carmine Treanni | FantasyMagazine


Su FantasyMagazine la segnalazione della nuova edizione, aggiornata agli ultimi titoli usciti nel frattempo, di “Il futuro è adesso”, a cura di Carmine Treanni; la quarta:

Da oltre 90 anni la fantascienza ha influenzato il nostro immaginario, aiutando l’uomo comune a sognare il proprio futuro; viaggi nel tempo, invasioni aliene, esplorazioni spaziali, robot e mutanti sono solo alcuni degli strumenti narrativi che la fantascienza ha utilizzato per leggere il nostro presente, ispirando scienziati, ingegneri e astronauti nel loro lavoro e offrendo la possibilità di riflettere su chi siamo, cosa vogliamo e dove stiamo andando. Questo libro vuole raccontare questa forma di intrattenimento popolare attraverso la sua migliore produzione, per invitare ciascuno a costruirsi una propria biblioteca multimediale di base. Mappe dell’altrove: 100 romanzi e antologie storie dal futuro; 50 racconti visioni stellari; 100 film nuvole di fantasia; 50 fumetti segnali dallo spazio profondo; 25 programmi radio ai confini del piccolo schermo; 50 serie tv suoni alieni; 25 canzoni e album animazioni spaziali; 25 cartoni animati game over; 25 videogiochi dimensioni parallele; 25 video musicali dentro Matrix; 25 siti internet.

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