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NeXT Hyper ObscureArchivio per aprile 11, 2018
Una nota di Emmanuele Pilia
11 aprile 2018 alle 22:28 · Archiviato in Cognizioni, Cybergoth, Digitalizzazioni, InnerSpace, News, OuterSpace, Sociale, Tecnologia and tagged: Controllo sociale, D Editore, Emmanuele Pilia, Facebook, Google, Infection, Internet, Interrogazioni sul reale, Liberismo, Proteste
Questo è un intervento del caro amico Emmanuele Pilia, a capo di D Editore e apprezzato transumanista, transarchitetto, e soprattutto una persona speciale. Io quoto in pieno tutto quello che ha scritto, siamo in un periodo storico dove non ci si può più celare dietro nulla, ogni oggetto è connesso a una miriadi di altri, un’enorme ragnatela cognitiva ci circonda; ciò non sarebbe male, se non fosse che a tessere i fili di questa tela c’è un’oligarchia iperliberista di entità disincarnate il cui unico scopo è il profitto, il proliferare di numeri iperbolici, fuori dal nostro mondo, a costituire così un paradigma di matematica surreale dalle forme indefinibili, occulte, inumane.
“Ma io non ho nulla da nascondere”. Questa è una replica che ricevo spesso parlando con gli amici al riguardo di Datacrazia. Be’, il fatto è che non è proprio così, sia per “te”, sia per chi ti circonda.
Ognuno di noi ha la possibilità di celare le proprie informazioni, offrendo false credenziali (un nickname e un lavoro inventato, per esempio); ma il punto è che gli algoritmi comunque ci conoscono: sanno come ci muoviamo, ascoltano le nostre telefonate, leggono le nostre chat e mail. Avete mai fatto caso che le pubblicità sono spesso coerenti col vostro lavoro? A me arrivano spesso pubblicità, nella barra alta di Gmail, riguardanti tipografi, materiali per l’edilizia, articoli legati alla tecnologia. Certo, a me non interessa se un algoritmo legga le parole chiave delle mie mail per poi dirmi che la Schuco ha messo in commercio dei nuovi profilati metallici che superano le prestazioni delle vecchie finestre. Ma il punto, di cui non ci rendiamo conto, è che siamo continuamente sorvegliati: la nostra posizione è costantemente monitorata dal GPS e dalle famose “celle”, le nostre conversazioni sono monitorate (non so se viene tenuta traccia di ciò che diciamo, ma chi chiamiamo e quando, quello sì) e anche i nostri dati sanitari sono oggetto di attenzione (l’Italia ha venduto tutti i nostri dati medici ad alcune aziende private).
Nel privato, questo vuole significare che niente di ciò che diciamo, pensiamo o progettiamo è al sicuro. Sì, anche quello che progettiamo, perché l’aspetto più inquietante è che attraverso la somma di una mole di dati apparentemente insignificanti (se presi singolarmente), si può tracciare un profilo incredibilmente accurato di ogni essere umano. Bastano pochissime informazioni incrociate tra di loro, per capire chi sei. Con un centinaio di “like” o simili (ripeto: su questioni insignificanti, come “quale guerriera Sailor sei?” o “Quale Jedi ami di più?”, persino su questo post) un algoritmo sofisticatissimo creerà un profilo talmente accurato da poter effettivamente prevedere alcune delle tue reazioni. E qui arrivano i problemi nel pubblico, perché la somma di questi profili ha sostanzialmente generato la campagna elettorale di Trump, della Brexit, del Front National e forse anche di Salvini (sì, anche l’Italia è nel giro delle consulenze di Cambridge Analytica).
Ieri, uno degli uomini più potenti della terra ha dovuto rispondere al Senato della nazione (ancora) più potente della Terra e ha dovuto chinare il capo e chiedere scusa, quasi in lacrime: è una cosa enorme.
Uscire da Facebook non è una soluzione, perché non è solo Facebook a usare i nostri dati come fosse il petrolio del nuovo millennio, e soprattutto perché esso fa parte del lavoro di troppi di noi. Ma qualcosa la possiamo fare: aiutiamo chi non ha i mezzi, o chi non ha le conoscenze, ad approcciare in modo il più consapevole possibile questi strumenti. Ne va della tenuta della stessa democrazia.
E della nostra salute psichica, aggiungerei io, infine… Buona connessione a tutti.
Essenza del reale
11 aprile 2018 alle 20:50 · Archiviato in Cybergoth, Experimental, InnerSpace, Inumano, OuterSpace, Reading, Surrealtà and tagged: Alieni, Infection, Interrogazioni sul reale, Teoremi incalcolabili
Mi raccolgo sotto l’ombra di un complesso statico di pura matematica aliena, e lo apprezzo mentre cambia continuamente stato, trasfigurando ogni essenza del reale.
Sealed In Blood – Forest of the forgoten souls
11 aprile 2018 alle 18:28 · Archiviato in Empatia, Energia, Experimental, InnerSpace, OuterSpace, Surrealtà, Tersicore and tagged: Interrogazioni sul reale, Luce oscura, Paganism, Ridefinizioni alternative, Sealed in blood, Teoremi incalcolabili, Verde, Video
Il richiamo pagano della natura illumina ogni psiche a contatto.
Corpus hypercubicus
11 aprile 2018 alle 15:28 · Archiviato in Connettivismo, Experimental, Surrealtà and tagged: Interrogazioni sul reale, Ridefinizioni alternative, Salvador Dalí
Attimi atomici surreali, a comprendere l’afflato dimensionale.
Sphäre Sechs – Multiverse
11 aprile 2018 alle 13:14 · Archiviato in Catarsi, Empatia, Energia, Experimental, InnerSpace, Inumano, Oscurità, OuterSpace, Tersicore and tagged: Luce oscura, Siderale, Sphäre Sechs, Video
Mi trovo a descrivere i loop stellari di sapida sapienza oscura, flessuosa ed elegante come un dispiegamento di placide galassie.