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Archivio per novembre 17, 2019

Edizioni NPE presenta “La tomba” | HorrorMagazine


Su HorrorMagazine la segnalazione di una nuova pubblicazione della NicolaPesceEditore: La tomba, adattamento in graphic novel del racconto omonimo di HP Lovecraft.

L’introverso Jervas trascorre la sua infanzia nella solitudine, trovando sollievo in antiche letture e solitarie escursioni nei campi e nei boschi che circondano le proprietà della sua ricca famiglia. Un giorno s’imbatte in una tomba di granito appartenente agli Hyde, una famiglia decaduta e dal passato oscuro di cui egli pare sia l’ultimo lontano discendente.
Jervas comincerà così a frequentare spesso quel luogo, che diventerà per lui una vera e propria ossessione.
Gli arcani e oscuri segreti di quell’antico lignaggio cominceranno a segnarne per sempre la personalità, così come l’innato terrore del fuoco e dei temporali che svilupperà sarà preludio di una angosciante scoperta, che lo abbandonerà in un oblio di paranoie e visioni di morte.

ProtoU – Electric Grounds


Terribili esitazioni della percezione sinestetica.

Pink Floyd – The Later Years (Unboxing Promo Video)


Una versione di High Hopes assai intrigante, più intima di quella che conosciamo… Buon ascolto di questo promo, in attesa della nuova produzione celebrativa e rivisitante dei Floyd.

Trieste Science Plus Fiction 2019: il Fedelissimo colpisce ancora | FantasyMagazine


Su FantasyMagazine il resoconto magnum di Lorenzo Davia sui film in programma al TriesteScience+Fiction Festival, in cui ha trovato posto anche un piccolo resoconto delle presentazioni di Sensorium e La prima frontiera – miei racconti di sesso quantico e curatela di antologia di strano weird. Vi lascio alle poche note che mi riguardano, invitandovi a leggere però tutto il resto dell’articolo, per capire quanto è grande e interessante il festival triestino.

È interessante come quest’anno si sia iniziato il festival con una presenza così Aliena. Non a caso martedì stesso, mentre veniva proiettato il film Little Joe (regia Jessica Hausner), ho assistito al reading di poesia quantistica connettivista tenuto da Sandro Battisti e Ksenja Laginja al Knulp. A essere onesto ho controllato il programma della manifestazione e non c’era cenno dell’evento, quindi forse dopotutto non rientrava nel festival; ma cosa volete: non si può pensare di organizzare un Festival della Fantascienza e non veder sorgere tanti eventi collaterali.
Dopo l’introduzione da parte di Alex Tonelli, il Battisti ha letto un brano tratto dalla sua raccolta di racconti Sensorium. Accompagnava la lettura l’esposizione di quadri dell’artista Ksenja Laginja, ispirati ai racconti.
L’incontro è idealmente continuato il mattino successivo con la presentazione, da parte di Ksenja Laginja, Alex Tonelli, Roberto Furlani e Sandro Battisti, di un’altra antologia connettivista, La Prima Frontiera.
“Il primo limite che s’incontra trascendendo, la prima barriera dell’inumano. In quelle regioni indefinite, dove anche la coscienza diviene un concetto astratto e sfuggente, come si trasforma la percezione del weird? Nel momento in cui qualcosa ci farà sussultare nella settima dimensione, o quando un essere alieno proverà una paura che non potrà esplicare, cosa sarà strano? La prima frontiera sarà lì, mostrandosi per come è.”
Abbiamo pure ascoltato in anteprima un brano audio del racconto Il corpo di Luigi Musolino, registrata da Casanova&Loreti audiobooks, e disponibile dall’1 novembre in ascolto gratuito su youtube.

Il cyberpunk raccontato da un suo fondatore: Bruce Sterling | FantasyMagazine


Su FantasyMagazine Bruce Sterling racconta gli inizi del cyberpunk. Ed è un bel fluire; anche quando poi, in chiave più contemporanea, raccomanda di leggere i connettivisti. Un estratto:

I programmi di videoscrittura hanno permesso di fare meglio e più rapidamente operazioni sperimentali sul testo scritto. Modifiche che prima si potevano solo comporre manualmente con colla e forbici ora potevano essere eseguite, ripristinate e ricomposte infinite volte semplicemente premendo un tasto. Inserire o eliminare una porzione di testo da mera possibilità tecnica divenne una caratteristica stilistica.
William Gibson, l’altro famoso padre fondatore del cyberpunk, ha formalizzato la scrittura di questo sottogenere. Il primo dei tre punti del metodo Gibson consisteva proprio nell’eliminare uno dei passaggi di una serie logica. L’autore esponeva una serie di fatti consequenziali, ne tralasciava uno e imponeva al lettore di connettere le parti, riempiendo i vuoti. Gibson, inoltre, comprimeva più concetti in un solo periodo, costringendo il lettore a digerirli rapidamente; in parole povere sovraccaricava il pensiero per mettere a disagio il lettore. La scrittura era volutamente strutturata per affaticare chi legge.

Il secondo tratto caratteristico della prosa cyberpunk era la presenza di oggetti inspiegabili e disorientanti come il filo spinato intorno a un parcometro. Perché ce lo hanno messo? Non si sa. Queste domande senza risposta servivano a evocare la sensazione di spaesamento di fronte a una cultura e a una logica estranee. Bastavano pochi dettagli sullo sfondo: se ce ne fossero stati troppi, si sarebbe caduti nel barocco. Infine, andava affrontato il tipico problema della fantascienza: come funziona questa tecnologia? Qui Sterling ha distinto tra quello che potrebbe aver senso illustrare perché comprensibile (le macchine a vapore dello steampunk) e quello che richiederebbe troppe ore di approfondimento (i protocolli di internet). La soluzione di Gibson fu l’inventario delle percezioni. La descrizione delle sensazioni registrate durante il funzionamento di una tecnologia sostituiva la spiegazione razionale. L’esperienza sensoriale ci permette di acquisire familiarità con qualcosa di nuovo a livello sufficiente per utilizzarlo. Il cyberpunk ha avuto il suo momento perché aveva qualcosa da dire sul rapporto tra esseri umani e macchine di nuova concezione. Oggi la domotica è esperienza accessibile a tutti, il futuro è arrivato velocemente e il problema dei nuovi scrittori di fantascienza è immaginare qualcosa che non esista già. Il consiglio di Sterling in questo caso, a parte assumerlo come consulente, è stato quello di leggersi le settemila e passa skill di Alexa. Le intelligenze artificiali che hanno un posto nella nostra vita quotidiana sono ampiamente sottoutilizzate e hanno abilità create apposta per loro da programmatori nerd appassionati di fantascienza. È uno spreco usarle solo come radiosveglia! I nuovi tecnogadget sono ben più di uno spunto o un intrattenimento.

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