Su NeXTStation.org un altro intervento per festeggiare il decennale del Connettivismo: parliamo della poesia di Francesco Trulli – L’Universo Finito, a cura di Alex “Logos” Tonelli.
Versi dirompenti a avvolgenti, vi lascio all’antipasto qui sotto e vi invito a leggere l’articolo:
l’universo finito
mi sono permesso di bussare alla tua porta una volta di più
una volta ancora
una volta in piùmi sono osservato consumare
in balia di sussidi e ciotole di cibo secco
convinto che una seconda alba potesse di me
dipingere solo ornamentimi sono poi chiuso in gabbie sempre più strette
in stanze sempre più vuote
e dal fruscio delle cose ho ascoltato le sole apparenze
senza reagire alla curvatura dei pianeti
e ho sentito scricchiolare l’universo
collassare le vie parallele
udito la lava colare dai satelliti della parzialitàinteri asteroidi scollati e disuniti
vibravano al cospetto
di fuochi e fatui riflessiinconsistenti friabili
eppur poeticiho dato ascolto allo scricchiolio della terra
immagazzinato i rumori lontani
e fissato il tempo nei quadri appesi
nelle cantine degli inascoltati
dove l’umiltà delle amanti si nasconde nell’ignoranza della stradee ho consolato il crollo delle anime
giustificato il senso compromesso della spontaneità
creato equazioni impossibili
che potessero risolvere enigmi isterici…e ho perso il suono incantevole del fiato leggero…
vedo
ora
le gocce cadere
scivolare lisce
scendere piano
posarsi lentechiudersi amorfe
L’ha ribloggato su The Connective World.
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