HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per dicembre 10, 2014
Strumento del dolore
Tempestato da onde di volontà contrapposte e discordanti, questo sei ora. Ti ricordi di essere un ventaglio di possibilità ma non hai ancora rastremato lo strumento del dolore, che discrimina.
Distante dalla sorgente
Sei distante quando osservi le foglie stendersi sul tappeto solstiziale buio, e quando non hai altro mezzo di vitalità che la ricerca nelle ombre psichiche mistiche; sei distante, ma non dalla sorgente.
Dono
Trovami le potenzialità represse nel castello psichico frattale di cui sei capace, solo quando sei nel dono della leggiadria. Poi riscuotile profonde e divine, dentro di te.
Il colmo
Svoltando lungo i viottoli del parco le ombre si allungano, quasi fino a toccare le distanze che credevi incolmabili. L’oscurità è dentro, fino al colmo del terrificante.
∂| ThrillerMagazine | Un blu dipinto di rosso
Torniamo su Tutto quel blu, il romanzo di Cristiana Astori già segnalato qui e qui. Su ThrillerMagazine un approfondimento; eccone uno stralcio:
Il cinema, dicevo, è il filo conduttore del romanzo. Il cinema, con i suoi echi e le citazioni tratte dai film di culto, è anche al tempo stesso marca di un’assenza simboleggiata dalle pellicole fuori circuito, un’assenza che è piuttosto una presenza che si sottrae, un fuori scena che somiglia al pezzo mancante di un puzzle, un enigma da risolvere, un buco di senso che risulta meno angosciante perché si suppone che una risposta ci sia, benché nascosta. Anche se si situa in un altro luogo, in un altrove quasi mitico, si tratta solo di trovarla.
Ritroviamo nel romanzo l’atmosfera un po’ onirica cara all’autrice, benché in taluni momenti minacci di dissolversi sotto l’impatto di una visione più dolente e realistica. Dopo aver raggiunto il sospirato traguardo della laurea — con una brillante tesi sul cinema di Dario Argento che viene accolta con snobismo dall’ingessato ambiente accademico — Susanna avverte più di altre volte l’amarezza di una condizione esistenziale che sta infine per traghettarla oltre le soglie della prima giovinezza, senza offrirle il compenso di un lavoro degno di questo nome.
La scrittura però non indugia su queste note di pessimismo. Cristiana Astori tratteggia scene e personaggi con il suo solito stile vivace e brillante, senza rinunciare a descrivere, con pennellate veloci e precise, idiosincrasie, caratteri e situazioni che, nella loro oscillazione tra il normale e l’insolito, a volte virano nel grottesco.