Su AxisMundi un lungo trattato sul film Picnic at Henging Rock e a tutto quello che è sotteso all’interno della storia. Avevo già trovato altre corrispondenze recenti a queste teorie, che già conoscevo, e ora l’approfondimento è d’obbligo anche perché in quest’ultimo intervento il filo esoterico viene ricondotto in parte ad Apollo, e il gioco ora si fa grosso. Un estratto:
Nell’«eterno presente atemporale» sperimentato e vissuto delle collegiali sui pinnacoli di Hanging Rock, in uno stato di solitudine assoluta e di comunione con la Natura — celebrata con danze feriche sostenute da ineffabili flauti panici e dionisiaci — c’è tutta l’atmosfera paradisiaca dell’Arcadia locus idilliaco ed onirico del mito ellenico. L’aspetto atemporale dell’esperienza è sottolineato anche dalla frase pronunciata da una delle ragazze: «Un milione di anni… solo per noi». Le collegiali, forse inconsciamente, sembrano consapevoli di stare per uscire dal tempo samsarico, e di essere in procinto di sperimentare l’accesso a una dimensione sopraelevata — o il ritorno all’Origine.
Il personaggio di Miranda (interpretata da Anne-Louise Lambert) si trova indubbiamente al centro della conflagrazione degli eventi: è la più eterea e angelica delle studentesse del collegio di Appleyard, e nondimeno è al tempo stesso quella che maggiormente si distacca dagli schemi prestabiliti dalle convenzioni sociali.
La figura di Miranda, non a caso definita come un’epifania della Venere del Botticelli, che in molte sequenze vediamo sfocata ed evanescente sugli sfondi ancestrali di Hanging Rock, è la rappresentazione dello Spirito veramente libero, che vola dove vuole. Significativamente, in una delle scene conclusive della pellicola, Sarah dirà di Miranda che non è andata lì per caso e che conosce cose che pochi altri conoscono: segreti. Miranda è, in altre parole, l’Eletta — in modo non dissimile se vogliamo dalla Laura Palmer di Twin Peaks — o, per dirla in termini gnostici, lo Spirito Pneumatico che si eleva oltre la superficie delle cose per ritornare alla Fonte: per questo, Miranda è anche Sophia.
Nel personaggio di Miranda riconosciamo simboli antichissimi della nostra tradizione, di cui possiamo solo supporre Peter Weir fosse consapevole. D’altra parte, spesso i simboli agiscono in modo inconsapevole ai loro stessi ‘evocatori’, dunque di ciò non dovremmo sorprenderci. Bisogna dirlo subito e chiaramente: Miranda ha tutti i crismi di un’epifania apollinea ed iperborea. Fin dalle prime scene, le viene associato il cigno come ‘doppio’: la vediamo per esempio pettinarsi allo specchio e il suo volto appare vicino a una fotografia del volatile iperboreo per eccellenza. Nelle battute finali, l’amica Sarah prega una sua effige accanto a cui, nuovamente, è stata posta una statuetta del medesimo animale.
Ma c’è molto di più: Weir ci mostra in più di un’occasione, grazie all’espediente visivo della sovrapposizione, la sua intercambiabilità effettiva con il cigno apollineo, e proprio in quella forma si mostra a Michael in una scena altamente significativa. Dove prima c’era Miranda, improvvisamente appare un cigno; poi, scompare anche quello e nulla rimane. Miranda è ritornata all’Altro Mondo. Comprendiamo così che, ben lungi dall’essere ‘morta’, Miranda vive ancora in una forma ontologicamente superiore e più sottile di quella umana, e può in tal modo apparire nei sogni delle sue compagne o sotto forma di epifania teriomorfa a chi davvero sappia ‘connettersi’ con lei.
L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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