Su AxisMundi un’articolata storia dello Sciamanesimo, tra Asia centrale e steppe siberiane i passi evolutivi di questa non-religione che, da circa quattrocento anni, la civiltà occidentale prova a ricostruire.
A riabilitare il fenomeno dello Sciamanesimo, pesantemente gravato da pregiudizi evoluzionistici, è stato lo storico delle religioni Mircea Eliade, autore in una prima edizione dell’opera monumentale Le Chamanisme et les techniques archaïques de l’extase del 1951. È stato Eliade ad inaugurare gli studi moderni sull’argomento, ed è sulla sua opera che gli studiosi contemporanei sono costretti a partire. Profondo conoscitore delle tradizioni arcaiche e delle religioni orientali, ha fondato il suo lavoro sul primato antropologico riconosciuto alla categoria del sacro, a suo dire essenziale per la comprensione della struttura della coscienza umana.
Eliade ha fatto dello Sciamanesimo una categoria del pensiero e dell’esperienza religiosa dell’essere umano in quanto tale; questo approccio lo ha portato, però, ad una decontestualizzazione e ad una generalizzazione dello Sciamanesimo che è stato criticato dalla maggior parte dei ricercatori successivi. Eliade pone l’estasi al centro della sua riflessione sullo Sciamanesimo; un’estasi che nella sua visione metafisica riattualizza l’«illud tempus» mitico, in cui gli uomini potevano comunicare in concreto con il Cielo.
Sono precisamente le caratteristiche che Eliade riconosce all’estasi a non trovare il consenso degli studiosi: per Eliade, infatti, l’estasi sciamanica è caratterizzata esclusivamente dall’uscita extra-corporea che lo sciamano compie spiritualmente per viaggiare nei Mondi Celesti o Inferi. Abbandonando volontariamente il proprio corpo, lo sciamano sarebbe in grado di visitare gli altri mondi e quivi interagire con gli Dèi, recuperare un’anima perduta o combattere contro gli spiriti nocivi. Questa concezione dell’estasi esclude però la possessione, che secondo Eliade costituisce una innovazione recente e pertanto non connaturata all’estasi sciamanica propriamente detta.
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