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Archivio per giugno 2, 2018

Lesa Listvy – Way Home


Nella giungla a rincorrere ciò che ti rincorrere, nel buio malato e psichico della tua insana mentalità.

Old Byzantium


Bizantini espansi ovunque, come frattali alieni.

Dal fumetto alla letteratura fantastica: intervista a Enrico Lotti, sceneggiatore di Diabolik e Martin Mystère | KippleBlog


Su KippleBlog una bella intervista, a opera di Roberto Bommarito, a Enrico Lotti, sceneggiatore di Diabolik e Martin Mystère. Un estratto:

Ci descriveresti un po’ l’esperienza di essere uno degli autori di Martin Mystère?

Per me, è una delle cose più divertenti e stimolanti che si possano immaginare, perché il personaggio è straordinariamente ricco e vario: ti consente di parlare di ogni cosa! Fanta-archeologia, misteri storici, hi tech, fantascienza, thriller, leggende metropolitane… Non c’è argomento che non sia stato toccato da Martin Mystère, o che non possa essere toccato. Altri personaggi, invece, hanno un universo più ristretto e possono avere solo storie di un determinato registro, o trattare un numero limitato di temi.
Forse la fase più divertente è l’elaborazione del soggetto, perché sembra di ritornare studente alle prese con una tesi di laurea o quasi, e ogni volta in una disciplina diversa. A me, poi, piace molto scrivere in collaborazione con altri. Ho scritto diverse storie con Andrea Pasini; l’esperienza con le NAC (così chiamiamo la serie Le Nuove Avventure a Colori di Martin Mystère) è stata particolare, perché eravamo un team di sei sceneggiatori al lavoro su una serie articolata in dodici episodi, e abbiamo realizzato una specie di reboot del personaggio, con grande libertà creativa. Per Diabolik, faccio squadra con Alessandro Mainardi, uno sceneggiatore e scrittore col quale condivido parecchi gusti e interessi.

Dallo Sciamanesimo Siberiano allo Yungdrung Bön: un’ipotesi sul Bön Preistorico dell’Eurasia – A X I S m u n d i


Su AxisMundi un’articolata storia dello Sciamanesimo, tra Asia centrale e steppe siberiane i passi evolutivi di questa non-religione che, da circa quattrocento anni, la civiltà occidentale prova a ricostruire.

A riabilitare il fenomeno dello Sciamanesimo, pesantemente gravato da pregiudizi evoluzionistici, è stato lo storico delle religioni Mircea Eliade, autore in una prima edizione dell’opera monumentale Le Chamanisme et les techniques archaïques de l’extase del 1951. È stato Eliade ad inaugurare gli studi moderni sull’argomento, ed è sulla sua opera che gli studiosi contemporanei sono costretti a partire. Profondo conoscitore delle tradizioni arcaiche e delle religioni orientali, ha fondato il suo lavoro sul primato antropologico riconosciuto alla categoria del sacro, a suo dire essenziale per la comprensione della struttura della coscienza umana.

Eliade ha fatto dello Sciamanesimo una categoria del pensiero e dell’esperienza religiosa dell’essere umano in quanto tale; questo approccio lo ha portato, però, ad una decontestualizzazione e ad una generalizzazione dello Sciamanesimo che è stato criticato dalla maggior parte dei ricercatori successivi. Eliade pone l’estasi al centro della sua riflessione sullo Sciamanesimo; un’estasi che nella sua visione metafisica riattualizza l’«illud tempus» mitico, in cui gli uomini potevano comunicare in concreto con il Cielo.

Sono precisamente le caratteristiche che Eliade riconosce all’estasi a non trovare il consenso degli studiosi: per Eliade, infatti, l’estasi sciamanica è caratterizzata esclusivamente dall’uscita extra-corporea che lo sciamano compie spiritualmente per viaggiare nei Mondi Celesti o Inferi. Abbandonando volontariamente il proprio corpo, lo sciamano sarebbe in grado di visitare gli altri mondi e quivi interagire con gli Dèi, recuperare un’anima perduta o combattere contro gli spiriti nocivi. Questa concezione dell’estasi esclude però la possessione, che secondo Eliade costituisce una innovazione recente e pertanto non connaturata all’estasi sciamanica propriamente detta.

Manuale del sogno lucido: come dominare i propri sogni | L’indiscreto


Su L’Indiscreto un articolo che illustra le tecniche per scatenare il sogno lucido, ovvero la dominazione sul materiale onirico così da renderlo malleabile, indirizzabile dalla propria volontà.

La lucidità (la consapevolezza del sogno) è diversa dal controllo (il potere sull’esperienza onirica, che può includere la creazione di oggetti e persone, il possesso di superpoteri e il viaggio in mondi fantastici). Ma le due cose sono strettamente legate e molte antiche tradizioni spirituali insegnano che, con il tempo e la pratica, si possono controllare i sogni. Ma come?

In veste di ricercatore in psicologia, ho affrontato la questione scientificamente. Nonostante la storia dei sogni lucidi sia antica, solo nel 1975 i ricercatori hanno escogitato un ingegnoso metodo per verificare empiricamente il fenomeno. Il primo passo è stato intuire che, a differenza del resto del corpo, i muscoli degli occhi non sono paralizzati durante il sonno. A partire dal lavoro di Celia Green, l’ipnoterapista britannico Keith Hearne ha immaginato che questo poteva permettere ai sognatori lucidi di comunicare con il mondo esterno. Ha invitato un sognatore esperto a trascorrere diverse notti in un laboratorio del sonno, e gli ha insegnato a muovere gli occhi da sinistra a destra effettuando dei segnali quando fosse entrato in un sogno lucido. Il volontario ha avuto successo ed Hearne è stato in grado di registrare i movimenti – che corrispondevano con la fase del sonno detta “Rapid Eye Movement” (REM). Molti studi successivi hanno replicato questi risultati.

Sviluppare dei metodi affidabili per indurre i sogni lucidi si è rivelato però molto difficile. Sebbene dagli anni ’70 siano stati condotti circa quaranta studi sull’argomento, la maggior parte di essi ha riportato uno scarso successo – nella maggior parte delle ricerche, circa dal 3 al 13 per cento dei tentativi ha portato a un sogno lucido. Quando ho iniziato il mio dottorato però, ho notato che la maggior parte della ricerca era limitata dalle piccole dimensioni del campione e da misurazioni inaffidabili – così ho iniziato a osservare questi limiti e studiare alcuni dei metodi più promettenti.

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