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NeXT Hyper ObscureArchivio per giugno 20, 2018
Council of Nine – Red Alert
Voglio scivolare via, essere un lontano olografico e vibrare del mio Nulla senziente, che è ovunque.
Einstein | VERDE RIVISTA
Su RivistaVerde un piccolo racconto che rende bene il senso di alienato che verso la fine dei ’70 aleggiava nei Floyd, complice la paranoia psichiatrica che Roger Waters stava vivendo in quel momento. Un gioiello minuto davvero, eccovi un estratto:
Io mi guardai intorno, stupita. C’erano tantissime persone a vederli – ma non è questo il punto. Il punto è che erano tutti intenti a riprendere con il telefono. Stavano riprendendo il concerto di una cover band.
Le riprese dei telefoni erano identiche a quelle di quelli che riprendevano il concerto di Roger Waters allo stadio Olimpico anni prima: fumo, luci rosse, triangoli che si muovono sullo sfondo, gente che urla, schitarrate. Allora la teoria della relatività, allora. Allora Roger Waters non esiste. O meglio, il suo essere Roger Waters non dipende da lui come persona, ma dalla posizione dell’osservatore, dall’atteggiamento dell’osservatore e dalla curvatura dello spazio tempo. Voglio dire che in quel momento, partendo esclusivamente dal punto di vista dell’osservatore, non c’era nessun presupposto per negare il fatto che loro fossero i Pink Floyd.
I quesiti che mi posi anni fa, comunque, erano gli stessi.Il gruppo salutò, dichiarando che la loro formazione esiste dal ’74. Questo significava che loro erano una cover band dei Pink Floyd ufficialmente da pochissimo dopo che esistessero i Pink Floyd. E se loro, ufficiosamente, fossero una cover band dei Pink Floyd da prima dell’esistenza dei Pink Floyd giungendo così alla conclusione che i Pink Floyd non esistano come Pink Floyd ma nascano come cover band dei Pink Floyd?
Pensai anche che la cosa incredibile era che, per la teoria della relatività, non stava cambiando nulla, perché dalla posizione e dalle reazioni degli osservatori (il pubblico) quelli comunque erano i Pink Floyd.