HyperHouse
NeXT Hyper ObscureArchivio per giugno 11, 2018
La formazione dell’eggregore
Nessun tipo di confronto è possibile mentre attraversi lande di desolante solitudine, di pensieri ascetici che divengono ologrammi in odor di eggregore.
Superiorità quantica
Perché non sei compreso in alcuna esitazione decisionale, ecco il motivo per cui hai l’obbligo di essere sempre presente a te stesso, sempre diretto nella tua superiorità quantica.
Issandoti sulle olografie
Issandoti sulle proiezioni di abissi incontaminati ti dipingi impositivo, poi lasci che tutto scorra sotto il tuo sorriso accennato, impreziosito da una consapevolezza blesa.
Lankenauta | Lucenti
Su Lankenauta la recensione a Lucenti, l’ultimo romanzo di Uduvicio Atanagi, capolavoro oscuro e quasi lovecraftiano o macheniano, virato sulle atmosfere italiche, sulle asfissianti oscurità toscane che nascondono il nero fetido degli antichi riti etruschi. Davvero un capolavoro…
“I rituali venivano svolti da tre anziane del paese che, a quanto raccontavano, tramandavano le tradizioni e intrattenevano rapporti con le divinità silvane o con qualcosa del genere..” (pp.60). Questa l’evocazione di alcune strane pratiche che, a partire almeno dal XVII secolo, sembrano rivelare una realtà a dir poco malefica, probabilmente responsabile di aver infettato fino ai giorni nostri la vita intorno al podere di Pedro Lucenti, spietato proprietario terriero e capostipite di una famiglia che nei decenni sembra non riuscire a liberarsi della presenza di indefinite forze oscure e da una cappa oppressiva di morte e di decadenza.
Una situazione al limite sembra vivere anche il giovanissimo Mino, il “ragazzo dei Serrani”, che verso la metà degli anni ’90 del secolo scorso si ritrova con la sua famiglia proprio nei luoghi che avevano assistito alle disgrazie e ai crimini dei Lucenti. È la campagna toscana a sud di Siena, lontana dalle vie più trafficate; e qui Mino ha scelto un modo estremo per isolarsi: gli “piaceva passare le giornate nelle fosse fangose ai margini del paese, gli piaceva sprofondare trattenendo il fiato fino a quasi dimenticarsi di dover respirare mentre il suo corpo sembrava scomparire dentro la fossa” (pp.9). Anche Lucio, ragazzo che vive nei dintorni e avrà molto a che fare con Mino, non è del tutto in sé e sparisce per giorni all’interno del bosco. La presenza poi di una ragazzina, Teresa, probabilmente renderà ancora più complesse le strategie per difendersi da entità e da malesseri che sembrano riprodursi di generazione in generazione. Se infatti i luoghi di “Lucenti” sono per lo più quelli intorno al podere e quella campagna ammorbata da presenze che fanno pensare subito a “buio, fango e sangue”, il racconto – ovvero quello che è capitato a Pedro, il sanguinario capostipite, e poi a coloro che hanno abitato quelle terre, compreso uno sparuto gruppo di soldati tedeschi, ad Antonio Lucenti dal 1947, ai Serrani – non segue un’ordinaria linea temporale: presente e futuro si alternano, quasi ad evidenziare l’ineluttabilità del male. Oltretutto Uduvicio Atanagi, pseudonimo di un autore alquanto misterioso, non ha inteso esplicitare l’orrore sotto forma di ben definite entità mostruose. Semmai l’inquietudine è amplificata perché quasi tutto viene lasciato intuire, oscillando tra un’onnipresente analisi interiore e momenti in cui arcaiche tradizioni, esoterismo, peccati commessi in tempi lontani e mai espiati sembrano davvero dominare il destino di chi vive intorno al podere.