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Archivio per Francesco Cortonesi

Un milione di maiali uccisi ogni anno nel più grande allevamento inaugurato in Cina


Francesco Cortonesi ne parla sul suo spazio FB, e io incollo pari pari ciò che lui ha scritto; provo un orrore senza pari, un vomito per la genia umana non ancora in grado di vivere senza uccidere, finché sarà così non avremo speranza per il nostro futuro, e questo già senza citare Ballard che, però, dona alla notizia il fattore esponenziale di un orrore e raccapriccio senza fine.
Questo è il Liberismo, in una delle sue tante inumane forme di distruzione omicida, impegnato a fare ingurgitare all’umanità qualcosa di non molto dissimile dallo sterco.
Ne avevo già parlato nel 2018, quando era ancora poco più di un progetto (trovate il post qui 👉 https://bit.ly/3Espgt7) e lo avevo soprannominato “il condominio” con velato riferimento a un romanzo di J.G. Ballard che racconta l’alienazione umana. In realtà era già dal 2013 che la Cina aveva in mente quello che è, di fatto, il più grande allevamento del mondo. Qui oltre 1, 2 milioni di maiali ogni anno troveranno la morte, dopo essere stati fatti nascere e allevati senza vedere mai la luce del sole.
Purtroppo in Cina, il mercato della carne è in crescita e l’inversione di tendenza che l’Europa sta registrando da qualche anno, dove gli allevamenti risultano sempre più in crisi, non sembra influenzare minimamente le scelte fatte dal governo di Pechino. D’altra parte anche da noi le persone continuano a essere lontane da una vera forma di consapevolezza e lo sbandierato amore per gli animali che sempre di più si diffonde in Occidente, s’infrange con le banali scelte alimentari di ognuno. Se non riusciamo noi, con tutte le opzioni vegan che abbiamo, a scegliere di non mandare più a morte milioni di animali, come possiamo aspettarcelo da un Paese che è ben lontano dall’offrire altrettante opportunità?
Le indicibili sofferenze, senza tra l’altro mai vedere la luce del sole, che soffriranno milioni di maiali fatti nascere e uccisi all’interno di questo “condominio”, sono l’emblema del nostro modo dissociato di pensare agli animali che, ormai, vengono persino “fabbricati” per essere uccisi.

La Trentunesima Ora – Trailer e film


Ho caricato sul Tubo sia il trailer che il film (postato più sotto) La trentunesima ora. È materiale realizzato agli inizi del Connettivismo, pregno di quel ribollire di idee che si hanno quando comincia qualcosa. Vi lascio alle note della pagina e ai credits che ho caricato sui video, sono passati ormai quindici anni e tante cose sono cambiate, ma il bagaglio creativo che ognuno nel film si porta ancora appresso è cresciuto, ed è di un altro passo.

Un matematico è prossimo alla morte, un cancro lo sta divorando così come un gusto per lo studio dei numeri primi sta divorando la sua creatività: egli è convinto che dietro ogni numero primo si celi un messaggio, un criptico esistere delle dottrine occulte che hanno attraversato le ere degli uomini. Feynman, il matematico, ha una storia con Ilaria, che è anche l’infermiera che segue i suoi frequenti soggiorni in ospedale; lei non sembra interessarsi ai numeri primi e non riesce a capire perché lui si ostini a rincorrere quelle bizzarre teorie, perdendoci il sonno e quel residuo di salute che gli è rimasta. Feynman è tormentato e fa fatica a discernere la realtà dai suoi pensieri, vede cose strane accadergli intorno che s’intrecciano, apparentemente, con i suoi deliri; tutto l’universo sembra parlargli e lui è ora certo di aver trovato la soluzione ai suoi supplizi cerebrali. Ma Feynman è davvero al sicuro quando ritiene la sua scoperta attinente soltanto al mondo sottile delle dottrine occulte e non, invece, passibile di applicazioni pratiche?

Con: Giulia Tramentozzi, Francesco Trani, Sandro Battisti. Regia di Marco Cerilli. Soggetto: Sandro Battisti. Sceneggiatura: Giovanni De Matteo, Marco Milani, Sandro Battisti, Francesco Cortonesi. Musiche: Kirlian Camera e Francesco Lucarelli.

La trentunesima ora – esperimenti visivi connettivisti


Agli albori delle attività connettiviste mi è capitato anche di recitare in un mediometraggio, dopo averlo cosceneggiato – assieme a Giovanni De Matteo, Marco Milani e Francesco Cortonesi – sulla base di un mio soggetto, e dopo aver individuato regista e attori. Parlo della Trentunesima Ora, e parlo anche del 2006; da allora, però, la voglia di esplorare il fantastico mondo del cinema mi è rimasta, e anzi è cresciuta a dismisura. Vi lascio alla sinossi del film, e se volete visionarlo non avete che da chiedere:

Un matematico è prossimo alla morte, un cancro lo sta divorando così come un gusto per lo studio dei numeri primi sta divorando la sua creatività: egli è convinto che dietro ogni numero primo si celi un messaggio, un criptico esistere delle dottrine occulte che hanno attraversato le ere degli uomini.
Feynman, il matematico, ha una storia con Ilaria, che è anche l’infermiera che segue i suoi frequenti soggiorni in ospedale; lei non sembra interessarsi ai numeri primi e non riesce a capire perché lui si ostini a rincorrere quelle bizzarre teorie, perdendoci il sonno e quel residuo di salute che gli è rimasta. Feynman è tormentato e fa fatica a discernere la realtà dai suoi pensieri, vede cose strane accadergli intorno che s’intrecciano, apparentemente, con i suoi deliri; tutto l’universo sembra parlargli e lui è ora certo di aver trovato la soluzione ai suoi supplizi cerebrali.
Ma Feynman è davvero al sicuro quando ritiene la sua scoperta attinente soltanto al mondo sottile delle dottrine occulte e non, invece, passibile di applicazioni pratiche?

Quindici anni fa


Nel pomeriggio di quindici anni fa aprivo il mio primo blog e scrivevo il primo post. Allora, il mio spazio si chiamava Cybergoth, il Connettivismo era in qualche modo già vivo ma non aveva per nulla i contorni e la consapevolezza non solo di adesso, ma nemmeno di quello che sarebbe stato già un paio di anni dopo. Su Cybergoth ero aiutato da un manipolo di amici che ritenevo giuste per l’esperimento, credo fossero altri quattro, tre dei quali continuano tuttora a vivere intensamente il Movimento (Umberto Bertani, Marco Milani e Francesco Cortonesi); De Matteo sarebbe arrivato nella line-up soltanto un mese dopo, e a quel punto l’onda caotica avrebbe cominciato a tracimare inarrestabile perché aveva raggiunto la massa critica, la creatività di tutti noi finalmente avrebbe presto raggiunto la completezza.

Nel pomeriggio di quindici anni fa è stato un po’ come cominciare, anche se l’inizio era partito un bel po’ prima; quindici anni fa non ero davvero cosciente di quello che sarebbe potuto accadere, avevo soltanto voglia di esprimere le mie idee, le mie sensazioni e visioni, incrementare la personale capacità di scrittura.

Grazie a tutti voi per tutti questi fantastici anni, che significa anche che il tempo è passato molto più in fretta di quanto lo abbiamo percepito. Ma quella è un’altra storia, perché il tempo non esiste (non qui, almeno).

T H E : N e X T : S T A T I O N | Dove eravamo rimasti?


È online il numero 4 della webzine NeXT-Station.org, curato come sempre da Giovanni De Matteo e Salvatore Proietti. In effetti, come dice Giovanni stesso nell’editoriale, è passato un po’ di tempo dal numero precedente della zine, che non vuol dire che si è stati fermi, ma tutt’altro. Il risultato è in calce all’editoriale, con una serie di articoli e rubriche (qui e qui i miei contributi) che appianano un po’ l’abisso del tempo passato, e dopo che NeXT è in stasi forzata da un eone più o meno simile a quello di NeXT-Station, ritrovare la voglia di fare informazione organizzata sulle volumetrie di una rivista è qualcosa che ci mancava, che mancava pure a me. Datevi da fare, leggete le novità che abbiamo disseminato nel tempo e preparatevi al salto quantico connettivo, si prevedono emancipazioni cognitive notevoli.

Zoopticon | Free animal, loved and respected


Sul blog di Roberto Contestabile, un post che relaziona un intervento del ben noto dalle nostre parti Francesco “DeadToday” Cortonesi, uno dei primi ad aver creduto nel Movimento Connettivo, ormai 13 anni fa, sia dal lato autoriale che cinematografico. Il tema? Antispecismo…

L’antispecismo è un movimento rivoluzionario che vuole mostrare ciò che pur essendo davanti ai nostri occhi viene abilmente nascosto da una società basata sul dominio. Un dominio subdolo che a sua volta viene occultato da una moltitudine di parole come “libertà”, “uguaglianza”, “solidarietà”, “fratellanza” usate impropriamente dal potere costituito come dei paraventi per rendere eticamente accettabile ciò che non lo è. La reclusione, proposta come forma positiva di controllo, strutturata secondo una precisa divisione spaziale trova nel Panopticon, la grande struttura utopica della fine del Settecento che Jeremy Bentham aveva immaginato, la figura architettonica ideale, riproducibile, a seconda delle esigenze, in forme perfettamente integrabili e accettabili nella società che ci avvolge.

Il suo effetto principale è indurre nel detenuto una coscienza del proprio stato di visibilità che assicurerebbe il funzionamento automatico del potere. Per Bentham il potere doveva essere visibile e al contempo inverificabile. Non sono più necessari strumenti coercitivi estremi come le catene, gli spazi totalmente ristretti, la violenza continua per ridurre alla docilità. Il detenuto deve percepire una parvenza di libertà all’interno dello spazio limitato e per far questo tutto quello che serve è che le separazioni siano nette e le aperture che permettono visibilità e controllo ben disposte. In poche parole, con il modello Panopticon la prigionia assume un’altra forma: non più coercizione estrema e punizione, ma controllo e osservazione.

Filmhorror.com – Cyborg Film Festival: al via la decima edizione!


Su FilmHorror la segnalazione della già decima edizione del Cyborg Film Festival, partito nel weekend scorso in Umbria e che si svilupperà fuori dalla sua sede naturale (Anghiari, Arezzo, il 29 settembre) fino a Genova, dove si concluderà il 15 ottobre. Segnalo anche una sezione del festival seguita dal nostro Francesco “DeadToday” Cortonesi intitolata “Animali e Fantascienza”.

Un saluto all’animatrice Luisella Chiribini, con la voglia di tornare al Cyborg!

Il dio dei polli – Free Animals, Loved & Respected


Dal blog di Roberto Contestabile la segnalazione di un racconto “a tema” di Francesco “DeadToday” Cortonesi, che è un piacere rileggere. Copioincollo il suo contributo, Il dio dei polli, che è breve e molto suggestivo.

“Il sole si acquatta lentamente dietro la collina. Le nuvole, venate di rosso sembrano vascelli ancorati alle montagne che circondano l’insenatura della valle. Nel sacco nero che Osvaldo porta sulle spalle, i pulcini si agitano disperati prigionieri di un cielo buio senza stelle. Gli alberi ondeggiano leggermente nella brezza e sembrano fantasmi che danzano al tramonto. Osvaldo getta a terra il sacco, prende la pala e inizia a scavare.
Ogni mese fa questo lavoro. Trenta, quaranta, cinquanta pulcini maschi, li chiude in un sacco e li seppellisce, poco lontano dalla fattoria. I pulcini maschi sono inutili alla produzione di uova, quelli che nascono vanno smaltiti. Questa comunque potrebbe essere l’ultima volta che fa così. La prossima settimana dovrebbe infatti arrivare il tritacarne e allora non dovrà far altro che metterli in una scatola e poi rovesciarli direttamente nell’imbuto che porta alle lame che riducono, in una manciata di secondi, i pulcini in tanti minuscoli granelli ottimi come mangime. Osvaldo scava, settanta, ottanta, novanta centimetri. Scava e fischietta. Poi prende il sacco e lo butta nel buco. Lo ricopre velocemente, mentre i pulcini si agitano nel sacco, scalpitano, pigolano. Osvaldo non li schiaccia più come faceva un tempo, la pala si macchia di sangue e tocca lavarla. Del resto, dopo l’ultima palata di terra, i pulcini tacciono. Osvaldo si ferma un istante a guardare il tramonto, a contemplare la campagna. Pensa a sua moglie, ai suoi due figli, Giovanni e Carolina. Quanto è fortunato si ripete, forse per la milionesima volta, quella è la vita che ha sempre desiderato. Una fattoria. Lontano dalle ansie. Lontano dalle angosce della città. Una bella famiglia, un bel lavoro. L’allevamento. Non molto grande. Abbastanza. Osvaldo torna verso la fattoria, non vede l’ora di mettersi a tavola. E’ ora di cena. Sta facendo buio. Tra le frasche che come muri di foglie e arbusti costeggiano il sentiero improvvisamente però sente qualcosa. Un rumore di passi, come di qualcuno che lo segue, forse un Animale. Osvaldo si ferma, si volta, non vuole mettersi a correre, non è nel suo carattere scappare e poi se fosse un Animale che vuole attaccarlo, un Cane selvatico mettiamo, probabilmente lo inseguirebbe. Vede le frasche muoversi. Oramai qualsiasi cosa sia è molto vicino, gli è quasi addosso. Osvaldo impugna la pala con due mani. Il mese scorso all’allevamento di Bernardo, giù a valle hanno rubato duecento Maiali. Ladri di bestiame. Puah. Se sono loro ne vuol lasciare almeno uno in terra. Sono ladri da poco, disperati, mai armati, organizzati a volte, ma non pericolosi. Ma cosa potrebbero mai volere da lui? Il borsello? L’orologio? Osvaldo si prepara a colpire. Tende i muscoli, alza la pala. Ora però è tutto silenzio. Osvaldo aspetta. Un minuto. Due. Cinque. Niente. Se era un Animale se ne è andato. Un Cinghiale sicuramente. Quelli appena sentono odore di uomo scappano a gambe levate, pensa Osvaldo, poi sorride della sua paura. Si sente uno sciocco. Osvaldo si volta e si riavvia verso casa. Fa qualche passo, cinque, dieci, quindici forse. Poi sente di nuovo le frasche agitarsi. Si ferma. Ma non ha certo intenzione di farsi prendere dalla paura come prima. Lentamente si avvicina al bordo del sentiero. Con una mano abbassa le frasche. Improvvisamente un colpo di becco potente come una picconata lo colpisce in piena fronte. L’osso del cranio si rompe. L’ultima cosa che Osvaldo intravede è un ombra.
Gli sembra quella di un pollo.
Un pollo gigante.
Poi Osvaldo cade a terra e muore.
Arriva l’alba e Osvaldo è ancora al centro del sentiero, disteso con le braccia larghe, come crocifisso e il cranio spaccato. Non lo hanno ancora trovato. Ci vorranno ancora due ore, ma lo stanno cercando. Così come nella stessa zona stanno cercando uno Struzzo scappato da un circo.”

Filmhorror.com – Torna il Cyborg Film Festival!


Con colpevole ma parziale ritardo segnalo, dal sito FilmHorror.com, l’annuncio del Cyborg FilmFestival di quest’anno, che si è svolto nel weekend appena concluso e che avrà una reprise dal 2 al 4 settembre (stavolta a Roma, non più ad Anghiari in provincia di Arezzo).

Torna ad Anghiari (Arezzo) il Cyborg Film Festival, uno dei più innovativi festival italiani dedicati alla fantascienza. Tre giorni per conoscere il meglio del meglio delle produzioni europee e non solo. Tra gli ospiti ci sarà anche il nostro Francesco “DeadToday” Cortonesi per parlare di La Scimmia, il romanzo di fantascienza ucronica sulla vivisezione che sta scrivendo. La prima parte di La Scimmia è stata pubblicata a puntate su VerdeRivista e si può leggere a questo link.

Un grande grazie a Luisella Chiribini che è sempre infaticabile nell’organizzare questo imperdibile festival di SF particolare, lontana dal clamore delle sale commerciali. Tornerò presto lì, è una volontà la mia, il Connettivismo è sempre stato ben accolto e io mi sono trovato ogni volta a casa…

Filmhorror.com – Ucronia, terrorismo, vivisezione: LA SCIMMIA, nuovo romanzo di Francesco Cortonesi!


Su FilmHorror la segnalazione (già evidenziata in passato su queste pagine) del nuovo lavoro di Francesco “DeadToday” Cortonesi: La scimmia. Ecco un passo della segnalazione attuale:

Cortonesi descrive La Scimmia come una sorta di romanzo di fantascienza ucronica lisergica postmoderna e postatomica che rilegge l’11 settembre con l’intenzione di parlare di vivisezione. Difficile dire cosa abbia veramente in mente il Nostro, ma le sedici puntate uscite fino a oggi sono davvero intriganti.

Due parole sulla trama: all’interno di una delle due Torri Gemelle, ricostruite dopo quella che sembra essere stata una catastrofe nucleare, un ex agente di sicurezza si interessa a un caso decisamente anomalo: una scimmia è stata uccisa al 91esimo piano. Inizia da qui una vera e propria discesa agli inferi porterà il protagonista a scoprire una terribile verità. Un avvertimento: la trama non è per niente lineare. Il nostro consiglio quindi è quello (in attesa di poter leggere il romanzo completo) di scegliere una puntata a caso e provare a vedere che effetto vi fa. Attenzione però, può dare dipendenza.

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