Ho appena terminato la lettura di Sentieri di notte, il romanzo di Giovanni “Kosmos” Agnoloni, uscito da pochi giorni per Galaad Edizioni. Vergo poche note, dettate dal cono d’ombra imposto dalla lettura, che alberga ancora in me. Voglio innanzitutto segnalare che l’esperimento di Kosmos si configura come un ponte verso il mainstream, verso la scrittura non di genere; questo ponte è gettato non per sottrazione bensì per addizione, avendo Giovanni inserito nel plot più generi: SF, Fantastico, Thriller, Spy story, e anche ondate di filosofia energetica e religione. Il tutto calato in un alone fortemente decadente, mittleuropeo, in cui i fantasmi abissali del nazismo si muovono ancora determinando ombre cinesi, un futuro del pianeta inserito in disturbanti egemonie a opera delle multinazionali software.
200 pagine prettamente connettiviste da leggere tutte d’un fiato, fino alla catarsi finale, fino alla trasfigurazione della già raffinate macchine e, proprio per questo, possibili pietre miliari dell’evoluzione postumana: e se l’uomo del futuro passasse non per la ingegnerizzazione del suo carapace biologico bensì per l’evoluzione spirituale degli androidi?
Grazie, Giovanni…
Grazie a te, Sandro, di cuore.
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