Archivio per aprile 15, 2016
15 aprile 2016 alle 21:12 · Archiviato in Cerebralità, Filosofia, InnerSpace, Oscurità, Segnalazioni, Sociale and tagged: Cinismo, Emil Cioran, Interrogazioni sul reale, Ridefinizioni alternative
Per chi ama gli scritti e il pensiero di Cioran, o volesse semplicemente approfondire il cinico e lucido pensatore, un bel post su LaPoesiaELoSpirito. Un assaggio:
Nessuno come E.M.Cioran, scrittore e pensatore dal fascino contagioso, ha pugnalato con la scrittura l’essenza tragica dell’esistenza. Nessuno come lui, nel secolo scorso, si è servito del frammento per riassumere in un unico grande aforisma tutto il divenire che nelle cose mostra la sua spregiudicata metafisica. Chi è stato in compagnia di Cioran racconta che era impossibile uscire delusi da un incontro con lui.
Cioran invita il lettore a maneggiare con cura il suo pensiero dinamitardo. Siamo di fronte alla genialità di uno scettico che si interroga costantemente. Ma abbiamo davanti anche uno scrittore che è convinto che le grandi verità si dicono sulla soglia. «Se l’Ora del Disinganno suonasse per tutti nello stesso momento,si assisterebbe a una versione totalmente nuova sia del paradiso sia dell’inferno».
Quando scrive è consapevole di intingere la penna nel veleno della modernità contro la quale si scaglia con le sue invettive. Quella modernità che egli definisce un disastro troppo recente che ha l’inconveniente d’impedirci di cogliere i lati buoni dell’esistenza. Irriverente e cinico assiste al declino dell’uomo e di aforisma in aforisma costruisce il suo pensiero sempre disseminato di dubbi e di quesiti che hanno nell’amarezza la ragione sconfortante del loro esistere. Nel suo ragionamento, che tende sempre allo «squartamento» della vita, ama sempre coltivare il gusto dissacrante del paradosso. Quando scrive :« Il fatto che la vita non abbia alcun senso è una ragione di vivere – la sola del resto».
Egli è davvero un grande speculatore che sa insinuarsi nelle pieghe più intime di quell’assurdo significante che spiazzerebbe persino il pensatore razionale più acuto. Sono parole come queste che fanno di lui uno scrittore che si pone al di fuori delle regole del conformismo e delle convenzioni del pensiero.
Cioran è sempre lucido di fonte alla decomposizione delle idee. La sua intuizione aforistica ha uno scopo ben preciso: «La mia missione è di vedere le cose quali sono. Tutto il contrario di una missione». In tutto quello che ha scritto ha sempre fatto questo. È vissuto nel suo tempo annotando nei suoi taccuini di perdigiorno lo scandalo del tragicomico di un uomo insieme torturato e scettico, modesto ed esplosivo, totalmente disilluso, inesorabile e cinico, sempre convinto che l’apparenza fosse la notte dell’anima. Di fronte alla decadenza irreversibile la sua coscienza lo obbliga a non capitolare. Affascinato da tutto ciò che è estremo, Cioran interpreta la vita e il pensiero non trascurando mai l’ironia che si nasconde dietro l’enormità del vuoto che ammette soltanto all’eccesso del male.
15 aprile 2016 alle 18:26 · Archiviato in Creatività, Interviste, Kipple, Letteratura, SF and tagged: Giuseppe Iannozzi, Interrogazioni sul reale, Luigi Milani, Ridefinizioni alternative
Intervista a Luigi Milani, valente editor e persona squisita, nonché amico e autore raffinato. Sul blog di Giuseppe Iannozzi, qui sotto un estratto della chiacchierata.
Che cosa ha da offrire la fantascienza rispetto ad altri generi letterari, Luigi Milani? Oggi non sono pochi gli scrittori che, con cognizione di causa o no, amano contaminare i loro romanzi con degli elementi fantascientifici. A tuo avviso, questo accade solo per essere più commerciali, o c’è forse una ragione più profonda, di sostanza?
Domanda vieppiù acuta la tua, caro Beppe. Non credo che le contaminazioni cui ti riferisci rispondano tanto a logiche commerciali, anche perché la fantascienza “scritta” non è che se la passi granché bene, quanto piuttosto alla maggiore duttilità narrativa che questo genere offre rispetto ad altri. Da un punto di vista strettamente autoriale poter ricorrere a tecniche ed elementi tipiche della letteratura diciamo fantastica in senso lato offre certamente una marcia in più per sviluppare trame e storie che diversamente stenterebbero a decollare.
15 aprile 2016 alle 15:26 · Archiviato in Creatività, Digitalizzazioni, Experimental, News, Postumanismo, Tecnologia, Virtual Reality and tagged: Application Programming Interface, Behnaz Farahi, Interrogazioni sul reale, Moda, Ridefinizioni alternative, Scansioni 3D, Stampanti 3D
[Letto su Neural.it]
Per cause e in un periodo ancora da definire che si aggira tra i sei e i due milioni di anni fa, il genere umano ha lentamente perso il pelo spesso, lungo e denso che ricopriva il suo corpo. Per proteggerci dalla nudità, dal freddo e dagli sguardi altrui, nel corso dei secoli abbiamo utilizzato una vasta serie di materiali: dalle pelli animali alle stoffe, dando vita, inconsapevolmente prima e maniacalmente poi, ad un impero economico ed artistico che nei secoli recenti abbiamo chiamato “moda”. Mentre nei primi ominidi l’abbigliamento era strettamente legato alla sopravvivenza, da un certo punto in poi della storia umana fino al raggiungimento dei nostri tempi, esso ha assunto una ricchissima importanza sociale, entrando a far parte, a pieno titolo, della cultura di un popolo o di un’epoca storica. Caress of the Gaze, opera nata dalla preziosa ricerca dell’architetto e designer Behnaz Farahi, raggiunge un livello altissimo nel dibattito già aperto della stampa 3D, delle interfacce e della tecnologia indossabile. Grazie allo studio e all’applicazione di attuatori in lega a memoria di forma (SMA) e a un esperto uso della stampa 3D, l’iraniana Farahi “riveste” la sua modella di penne artificiali, forse di aculei o squame, di una seconda pelle senziente che, imitando la reazione umana della pelle d’oca, reagisce allo sguardo altrui con un movimento tanto realistico quanto affascinante. Come un nuovo rito di accoppiamento, Caress of the Gaze respira, intercetta, si muove e vede anche cose che chi la indossa non vede. Un terzo occhio, dunque, oltre che una seconda pelle. È questo il compito della pelliccia dell’animale del futuro?