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Archivio per ottobre 19, 2016

ROGER WATERS INTERVISTATO DA BILLBOARD | PINK FLOYD ITALIA


Una bellissima intervista – non so da dove cominciare per segnalarla – a Roger Waters, su PinkFloydItalia. Roger fa una vasta panoramica su sé, sulla scena politica internazionale, sulla musica, sul suo passato e futuro, sui Floyd e su ciò che ha significato e significa tutto ciò. Semplicemente grandioso, quest’uomo.

Waters fa progetti con Nigel Godrich per un album che pensa di far uscire entro la prossima estate.

Roger Waters non s’illude sul perché sia stato ingaggiato per concludere entrambi i weekend del Desert Trip festival in California: per nostalgia, in virtù del “mantello Pink Floyd” che si porta addosso. Infatti, dice che era piuttosto compiaciuto di “togliermi il cappello davanti a quella band.” Ma, come suo costume, ha sfruttato la circostanza per rivolgere il dito medio alle forze che nel mondo lui vede particolarmente oppressive – non escluso tra queste Donald Trump.
Waters si è seduto per un’intervista con Billboard a metà settimana tra i due concerti al Desert Trip per promuovere una tournée in Nord America (e, in definitiva, mondiale) che comincerà il 27 maggio 2017 a Kansas City, nel Missouri. Non avrebbe potuto annunciarlo in un momento migliore, un momento nel quale perfino i suoi fan meno avvezzi alle droghe volano alto come gli aquiloni (o i maiali) dopo lo spettacolo al Desert Trip, in merito al quale qualche spettatore imparziale ha detto che lui, Waters, ha vinto nel fine-settimana grazie a una stupefacente bizzarria audiovisiva.
Durante l’intervista, Waters parlerà brevemente di cose come il suono quadrifonico da stadio e i gonfiabili del concerto; è improbabile che si soffermi su queste cose per più di due minuti prima di passare ad argomenti che gli interessano di più – vale a dire, la distopia orwelliana che nella realtà odierna lui pensa sia andata avanti rispetto a quando era una mera ossessione in Animals e in Amused to Death. Non è preoccupato solo da Trump, che “dovrebbe stare in un ospedale psichiatrico”, ma anche da Hillary Clinton che “non sopporto, come quasi tutti in America.” E per il timore che la sua visione del mondo sia vista come di sinistra riscaldata, riconosce che le sue opinioni pro-Palestina ed anti-Israele talvolta “mi fanno sentire una minoranza fatta di uno solo” anche nell’ambito dell’industria musicale filoliberal… la qual cosa non lo induce alla rinuncia.
In questa versione condensata della nostra chiacchierata, Waters discute del successo del Desert Trip, del perché ha lavorato con un celebrato produttore per il nuovo album in lavorazione, di quel che pensa di Black Lives Matter [“Le vite dei neri contano”, movimento per i diritti civili nato nel 2013 negli USA sulla scia delle azioni omicide della polizia nei confronti della popolazione nera, n.d.t.] e del perché una reunion dei Pink Floyd fatta via e-mail questo mese sia stata uno dei momenti più felici che abbia mai vissuto. E rivela la parola che davvero voleva associare a Trump sul maiale in volo nel deserto… o almeno la prima lettera della parola.

NOI COME CITTADINI, NOI COME ANONIMA: I PUGNI NELLE MANI | VERDE RIVISTA


Su VerdeRivista la terza parte de Noi come cittadini, Noi come Anonima, il racconto a puntate di Vinicio Motta. Un estratto, assai significativo:

Mi sento fuori luogo.
A questo tavolo, infatti, nelle viscere di un bunker ipertecnologico, siedo accanto a filantropi che hanno fatto e che continuano a fare la differenza.
Alla mia destra: Elon Musk e Bart Jansen.
Musk è un businessman di successo, un ingegnere, e un inventore. Un genio puro.
Jansen, invece, quando non monta pannelli fotovoltaici sui tetti, converte cadaveri di animali in veicoli controllati a distanza. In una maniera tutta sua, un genio anche lui.
Alla mia sinistra, infine, a completamento del drappello: l’agente di Anonima sotto copertura Maria Antonietta.

«Addio Francia», dice Musk consultando il suo smartphone.
«Uno di questi giorni», interviene Jansen, «ci sveglieremo e non ci saranno più democrazie da salvare… Dobbiamo fare di più! Usiamo i miei GattoCotteri!»
«Assolutamente no, i tuoi veicoli sono ancora troppo sensibili ai puntatori laser, l’Antipapa vincerebbe facile».
«Elon ha ragione», dice Maria Antonietta.
Jansen abbassa il capo, sconsolato.

È più di un’ora che proponiamo soluzioni che poi, sistematicamente, bocciamo. Dove stiamo sbagliando? Il problema, forse, è nella tipologia di piano che stiamo cercando di elaborare. Ma certo! Ci stiamo preoccupando di essere stravaganti e nulla più. L’umanità, invece, necessita di piani soprattutto efficaci. Stiamo confondendo gli obiettivi…

«Conosco quell’espressione», mi dice Maria Antonietta. «Su, ragguagliaci».
Musk, Jansen, e Maria Antonietta mi guardano incuriositi.
Mi schiarisco la gola: «Benché in ognuna delle idee proposte finora ci sia qualcosa di buono, nessuna è davvero vincente. Giunti a questo stallo, ritengo che dovremmo utilizzare i punti di forza dei nostri progetti individuali per modellare un piano che ci convinca più della somma delle sue parti… Dovremmo amalgamare l’intelligenza militare di Maria Antonietta, le ossessioni di Bart e l’avvenirismo di Elon». Lavorare come un’unica mente.
«Cosa ne pensate?» chiede Maria Antonietta agli altri.
«Io e Bart», dice Elon, «siamo troppo diversi… la riflessione di Mattia è una chimera, non un progetto. E io vivo di progetti. Tutti credono il contrario. Ma non è così. Il nostro vero traguardo, il nostro sogno, non è la sconfitta dell’Antipapa, ma il processo che ci permetterà di ottenerla. E non è ragionando come un’intelligenza unica che vinceremo. Perché la nostra vera forza non è il gruppo, ma i nostri talenti individuali. Mi spiace, Mattia: io voto contro».
«Sii sincero Elon, tu odi i gatti. Abbi il coraggio di dirlo! E risparmiaci questa trafila di sovrastrutture pseudoingegneristiche!»

Seguimi nel buio | HorrorMagazine


Su HorrorMagazine la segnalazione del nuovo ebook di Simonetta Santamaria, vincitrice della sesta edizione del torneo letterario online IoScrittore del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol e dalle sue case editrici (Garzanti, Guanda, Longanesi, Editrice Nord, Salani e molte altre). Si parla di Seguimi nel buio, che ha un’affascinante trama (e come potrebbe essere diverso, per Simonetta?).

Valerio ha tredici anni ed è autistico. Una condanna per lui, e per sua madre, che lo ama con forza e disperazione ma che non riesce a entrare nel suo mondo, a instaurare una comunicazione né con lui, né con chi lo cura. Quando nella loro vita arriva la neuropsichiatra infantile Christina Kindermann, qualcosa, lentamente, sembra cambiare. Ma c’è qualcuno che è riuscito a raggiungere Valerio nel suo mondo segreto, che è riuscito a comunicare con lui, superando le barriere dell’autismo, grazie a una sorta di rete neurale in cui gli inconsci si relazionano tra loro, e sembrano vivere una vita “normale” senza le limitazioni che incontrano tutti i giorni. Questo qualcuno che ha già fatto molto, molto male e ora vuole usare Valerio per compierne altro. Christina deve trovare presto un modo per relazionarsi con il ragazzo, per farsi dire che cosa accade in quella sorta di realtà parallela che il Male ha invaso. Un thriller psicologico oscuro e potente, una storia che colpisce il lettore e lo trascina nel vortice della paura, fino allo sconvolgente finale.

Clock DVA – Buried Dreams


Agli albori della cibernetica moderna, nel deliquio di un sesso quantico interiore.

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Record di stabilità per il qubit vestito – Le Scienze


Realizzato un qubit, l’unità d’informazione su cui saranno basati i futuri computer quantistici, con lo spin di un atomo di silicio immerso in un campo elettromagnetico che oscilla costantemente nelle frequenze delle microonde. Il dispositivo, denominato qubit “vestito”, ha una stabilità dieci volte superiore a quella dei qubit ordinari realizzati finora.

Da Le Scienze un interessante articolo che apre prospettive sempre più concrete sull’avvento futuro di computer quantici. Un’enormità di potenza di calcolo in più che rivoluzionerà il mondo della computazione.

Secondo molti esperti del settore, il futuro del calcolo automatico sarà del computer quantistico. In esso il supporto di codifica del bit, l’unità d’informazione binaria dotata di due soli valori, o stati, indicati come 0 e 1, non sarà più un circuito elettrico aperto o chiuso, per esempio un transistor, ma gli stati quantistici di un sistema microscopico: fotoni, atomi o molecole, che costituiscono il supporto di un bit quantistico, o qubit. In questi casi il vantaggio è che ciascuno di questi oggetti del mondo microscopico può esistere in una sovrapposizione di stati quantistici diversi, espandendo enormemente la potenza di calcolo.

Chiaramente, maneggiare uno di questi oggetti microscopici a fini pratici è un compito più facile a dirsi che a farsi. In effetti uno degli obiettivi di molti laboratori in tanti paesi del mondo è realizzare qubit sempre più stabili e affidabili.

L’ultimo risultato in ordine di tempo è un nuovo tipo di qubit realizzato da ricercatori dell’Università del New South Wales (UNSW), in Australia, e descritto in un articolo su “Nature Nanotechnology”. Questo tipo di qubit è in grado di rimanere in una sovrapposizione stabile di stati per un tempo dieci volte superiore rispetto ad altri qubit simili realizzati finora. Ciò consente di espandere enormemente il tempo durante cui potrebbero essere effettuati i calcoli in un futuro computer quantistico. Si tratta in realtà di un “qubit vestito” (dressed qubit), un termine con cui si indica un atomo, in questo caso di silicio, accoppiato a con un campo magnetico.

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