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NeXT Hyper ObscureArchivio per Maggio 23, 2014
Corpi spenti: input #0 | Holonomikon
Quali sono le fonti di ispirazione di Corpi spenti, il nuovo romanzo di Giovanni “X” De Matteo che sta uscendo su Urania? Ce lo spiega l’autore stesso in questo post, che segue la sequenza di informazioni relative all’ambientazione e al corpo narrativo espresse nello scritto uraniano.
Il ciclo di articoli che inauguriamo oggi nasce quindi per offrire un risarcimento morale ai lavori che hanno esercitato un’influenza determinante su questo romanzo. Ci concentreremo sugli input provenienti da libri, cinema, arte e musica. Partendo con una canzone.
Chi se non David Bowie? Stavolta con un pezzo tratto dal suo album più distopico, non a caso fortemente influenzato dal 1984 di George Orwell. Ascoltiamoci Diamond Dogs.
Gesto gentile
Il dono di un fiore frattale per esercitare ogni arte interiore ed estetica, la gentilezza di veder espandere senza soluzione di continuità il gesto.
“PARTITA DI ANIME” ALL’ITALCON, CON GIOVANNI DE MATTEO | Giovanni Agnoloni – Writing and Travelling
Domani 24 maggio, alle ore 15,30, presentazione di Partita di anime (Galaad Edizioni) presso il Centro Congressi Europeo, nell’ambito dell’ItalCon a Bellaria (convention italiana della fantascienza – e non solo), con Giovanni “X” De Matteo, co-fondatore del movimento connettivista. De Matteo che, in precedenza, avrà presentato il suo Corpi spenti in uscita il mese prossimo per Urania. Intervenite numerosi, l’evento è ghiotto!
Il nuovo corso di Kipple ∂ Fantascienza.com
[Letto su Fantascienza.com]
Kipple Officina Libraria è una realtà editoriale che percorre il territorio della fantascienza, e più estesamente dell’arte, alternativa, fin dal 1995 quando Lukha Kremo Baroncinij — ora Lukha B. Kremo — l’ha fondata. La sua storia è costellata di riconoscimenti, il più eclatante riguarda la fanzine Avatar che ha vinto il Premio Italia nel 2003 e in quello stesso anno e nel 2002 l’ha vinto per il miglior saggio su rivista non professionale.
Nel 2010 la prima rivoluzione all’interno della casa editrice, con l’ingresso di Sandro “zoon” Battisti e Francesco Verso nella line-up editoriale, con l’aggiunta successiva di Luigi Milani come Ufficio Stampa. Ma da un po’ di mesi, fino alla fine dell’anno scorso, la bassa densità di uscite editoriali, limitate al Premio Kipple e ShortKipple, relegava la casa editrice in un angolo di poca visibilità, nonostante fosse stata nel dicembre 2010 la prima realtà a vendere più ebook che cartacei, raggiungendo poi nello stesso mese dell’anno dopo la quota di ben 1000 pubblicazioni digitali vendute.
La line-up della casa editrice ora si è stabilizzata, con l’uscita di Francesco Verso e con l’ingresso di Ksenja Laginja, addetta alle comunicazioni, e di Roberto Bommarito, come redattore del blog KippleBlog.blogspot.com, l’entusiasmo è tornato alle stelle e, con esso, le uscite editoriali. Alessandro Manzetti con Malanima, raccolta di noir estremamente malati uscito per la neonata etichetta k_noir, ha segnato il nuovo corso in febbraio, mentre sono in preparazione le uscite di Parigi Sud 5, uno spin-off anomalo di Caleb Battiago proveniente dal mondo perverso di Naraka, e di Danilo Arona, con L’ombra del dio alato, saggio a 360° su Pazuzu, nell’ambito di una nuova etichetta esoterica ed esotica dal nome che è tutto un programma, label che si aggiungono alle già conosciute Avatar e Capsule.
Il Connettivismo non sarà dimenticato, perché nei prossimi mesi sono previsti nuovi annunci, mentre il Premio ShortKipple e Kipple riserverà splendide sorprese poiché i vincitori dei due premi sono davvero delle ottime penne; anche la poesia avrà il suo giusto posto nel palinsesto Kipple del resto dell’anno.
Tutto ciò per sottolineare che la redazione Kipple è estremamente contenta del nuovo corso che si sta concretizzando e vuole far sapere a tutti i suoi lettori, vecchi e nuovi, che il brand Kipple ha già ripreso, con rinnovato vigore e freschezza — come mai prima — il suo posto tra le case editrici alternative italiane, forte dei media digitali ePub e Mobi. KeepTalking!
“TOMMY”, OPERA ROCK DEI THE WHO » PostPopuli
Su PostPopuli un bell’articolo incentrato sugli Who e sulla loro opera più celebre: Tommy. Parliamo di un disco della fine dei ’60, rafforzato un lustro dopo dall’interpretazione cinematografica di Ken Russell, che ricordo di aver visto più di trenta anni fa e che ha lasciato il segno sull’adoloscente che ero, uno dei primi mattoni a forgiare la mia sensibilità. Vi incollo, qui sotto, un estratto dal post:
Il 23 maggio 1969 uscì in Gran Bretagna uno dei lavori più importanti nella storia del rock: Tommy dei The Who. A testimonianza di quanto questo progetto fosse ambizioso nei suoi propositi, ci sono le dichiarazioni dell’autore, risalenti a ben otto mesi prima dell’uscita del disco: “C’è un ragazzo sordo, muto e cieco che vede le cose come vibrazioni, che noi [il gruppo] traduciamo in musica. Questo è quello che vogliamo fare: creare quella sensazione per cui chi ascolta la musica può prendere coscienza del ragazzo e di quello che gli sta intorno, perché siamo noi a crearlo mentre suoniamo”.
La dichiarazione di Pete Townshend, chitarrista e mente dei The Who, è forse un po’ contorta, e anche la storia è in effetti poco lineare. Come giustamente notava il bassista John Entwhistle, Tommy in realtà è un’associazione di idee. Ma funziona incredibilmente. Prima di parlare della storia, dobbiamo notare un fatto: che un disco contenga una storia è una novità per l’epoca. In Sgt. Pepper dei Beatles c’era un filo conduttore, ma non una vera e propria narrazione. Townshend usa la parola “opera” nell’intervista citata del 1968, e in effetti si dice che questa è la prima “opera rock” della storia, con tanto di ouverture e leitmotiven. Non proprio la primissima, in verità: c’erano stati dei tentativi precedenti, ma qui siamo su altri livelli.