HyperHouse

NeXT Hyper Obscure

Archivio per luglio, 2016

La natura delle cose


Le successive raffinazioni dei discorsi mentali operano a livelli via via più profondi dell’estasi, mostrando la natura disincarnata dell’esistenza.

Parole musicali


L’angustia è palese soltanto se rimane creativa e distante, rimembranze fortuite mescolate alle parole musicali.

Loro essere


Non hai bisogno di nulla, neppure della ricorrenza estatica del tuo ricordo; eppure, mi scivoli oltre, addosso alle simbologie arcaiche del loro essere.

Riscontri


Il riscontro è pervaso da venature psichiche di simboli arcaici, movimenti surreali di ogni perfetta caratura umorale.

La soluzione


Ancora una prefettura di istanze cadenti e poi, radiosa, la soluzione psichica al nulla.

In the mouth of madness | scheggetaglienti


John Carpenter in 2001

Da ScheggeTaglienti questo post che condivido, specchio esemplare dei memi folli che l’energia psichica può sollevare, senza poi saperli gestire. Se guardi  a lungo nell’abisso

I protagonisti sono seduti in un ristorante a discutere. Improvvisamente un tizio armato d’ascia sfonda la vetrina, irrompe nel locale, e comincia a massacrare indiscriminatamente chi gli si trova davanti.
In the Mouth of Madness è un film di John Carpenter del 1994 che prevede la sanguinosa disintegrazione della società, e della realtà stessa, causata dalla diffusione del seme della follia attraverso i media come un virus.

Chi ha cominciato questa guerra immaginava come potrebbe finire?

Immoralità


Immoralità tese a rendersi conto dell’energia rappresa del continuum: ecco i ricordi farsi strada nel presente rimodulato e reso viscido dal sangue esploso.

Che fine ha fatto la carne sintetica? – OggiScienza


Su OggiScienza un bell’approfondimento sulla carne sintetica, che sia disponibile presto nei nostri punti vendita, e che sia davvero cruelty-free. Un estratto:

Il primo hamburger era stato assemblato praticamente a mano, aggiungendovi gli aromi per il sapore e dei coloranti per renderlo “più rosso” (colorazione che la carne vera deve alla proteina mioglobina) e plasmandolo a formare la polpetta. Quelli del futuro potrebbero arrivare da una stampante 3D, già predisposta per stamparli nella forma desiderata. A Mosa Meat sono fiduciosi nel successo della ricerca, ma anche in un aspetto altrettanto non scontato: pensano che il pubblico accoglierà con gioia un’alternativa sostenibile alla carne tradizionale, anche se sembra uscita da Star Trek.

Il quadro proposto da Post è questo: tra qualche anno ci troveremo di fronte al banco frigo, con due possibili scelte allo stesso prezzo. Un hamburger tradizionale e uno cresciuto in vitro, in modo più “environmental-friendly” e senza la sofferenza di alcun animale. La scelta diventerà via via più immediata e la carne artificiale cruelty free sostituirà gradualmente quella che conosciamo.

Uno dei possibili punti deboli, sollevati da subito anche dalla biologa Christina Agapakis (una lettura critica interessante), era proprio la combinazione tra cruelty free e i costi per passare alla produzione su larga scala. Con particolare attenzione per il siero fetale bovino in cui crescono le cellule della carne artificiale, un prodotto secondario della stessa industria della carne che viene raccolto dai feti durante il processo di macellazione. Si tratta del supplemento più usato per le colture cellulari di cellule eucariote, alle quali fornisce ormoni, vitamine fattori di crescita e molto altro. Non solo una mazzata al cruelty free (si tratta, volendo semplificare, del sangue di vitelli mai nati), ma uno sprint notevole per i costi. Agapakis nel 2012 metteva le mani avanti con notevole scetticismo, scrivendo

“La coltura cellulare è una delle tecniche più costose e che richiedono più risorse della moderna biologia. Tenere le cellule al caldo, in salute, ben nutrite e libere dai contaminanti richiede un sacco di fatica ed energia, anche nei recipienti da 10.000 litri usati dalle compagnie biotech. Per di più, anche in questi recipienti così sofisticati, le tecnologie tridimensionali richieste per crescere delle vere bistecche -con un misto tra muscoli e grasso- non sono ancora state inventate. E non perché non abbiano tentato. Aggiungendoci il fatto che questi mucchietti di carne tridimensionali dovrebbero essere mobilizzati regolarmente con macchinari che li allunghino, sostanzialmente creando delle palestre per la carne, possiamo iniziare a capire che incredibile sfida sia la produzione di carne in vitro su larga scala”

Nelle interviste più recenti Post ha spiegato che il limite del siero fetale bovino era uno di quelli che la ricerca avrebbe superato presto, sperimentando con una serie di alternative (che sta facendo assaggiare anche a vegani e vegetariani) che non richiedessero prodotti di origine animale, ad esempio delle miscele con lieviti, aminoacidi, sali e zuccheri. In questi ultimi anni la letteratura scientifica sulla carne in vitro si è arricchita di molti contributi: se da un lato l’ottimismo rimane, perché l’idea di un’alternativa sostenibile è una “sfida etica” che sarebbe ingiusto ignorare, dall’altra la fattibilità viene ancora messa in discussione.

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Internet Machine – GeNeTiC SinapSyS v3.0


Dal blog di Oblio, questo bellissimo video e il mood che lo sovrasta, assai cybergoth.

La fisicitá pervade il multistrato virtuale degli organici senzienti. Vite sovrapposte in codice binario liquido galleggiano sotto protezione. Backup e condizionamento. Le fragilità dell’umano si divincolano tra led ad intermittenza casuale. Silenzio. Le macchine non urlano il dolore cablato.

Solo il mare intorno, il booktrailer | false percezioni


Dal blog di Luigi Milani la segnalazione di un booktrailer che lo riguarda, assieme ad Angelo Marenzana e Danilo Arona: Solo il mare intorno. Complimenti, a tutti e tre.

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