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NeXT Hyper ObscureArchivio per marzo 4, 2019
Intervista a Zoon | nonquelmarlowe
Sul blog nonquelmarlowe, Lucius Etruscus mi ha posto una serie bellissima di domande a cui ho risposto con gran piacere. Fateci un giro, se vi va.
Ho perso il conto di quanti mesi fa ho iniziato ad accarezzare l’idea di intervistare Zoon, al secolo Sandro Battisti, che non si limita a scrivere di fantascienza ma a viverla fin nel profondo di sé: alla fine, ci sono riuscito solo ora, dopo mesi di idee lanciate, prese al volo, ripensati, rilanciate in una lunga partita di tennis con Zoon, che si è gentilmente prestato alla mia lentezza da intervistatore.
Finalmente ci siamo, è ora che il mondo conosca questo autore connettivista!
Oltre il tempo limite
In gran spolvero attivi le tue sensazioni mnemoniche finendo per farne sabbia tra le dita, qualcosa che ti sfugge che non puoi trattenere, qualcosa che ti disturba al solo pensiero: sei in tempo per le direttive finali, ma sbrigati…
Fantarock | Fantascienza.com
Su Fantascienza.com Giovanni De Matteo recensisce Fantarock, l’opera di Mario Gazzola ed Ernesto Assante che indaga le interconnessioni tra Rock e SF. Un estratto:
Con un approccio cross-mediale e una passione palpabile per la materia, Mario Gazzola, autore del romanzo Rave di morte, curatore del sito www.posthuman.it e firma regolare sulle pagine di Nocturno, e il giornalista di Repubblica e critico musicale Ernesto Assante confezionano un libro che riesce a fornire un’utile porta di accesso ai fan desiderosi di approfondire le loro esplorazioni musicali e accenderà inevitabilmente il dibattito tra i cultori della fantascienza e del rock.
Before The Light
Sfuggente alle reiterazioni segnalate, vedi la scia dei tuoi pensieri, e vi anneghi.
difesa berlinese, di carlo bordini: oggi, 4 marzo, a roma | slowforward
Oggi 4 marzo, alla libreria Tomo in via degli Etruschi 4, Roma, alle 19.30 viene presentato Difesa berlinese, ultima fatica di Carlo Bordini che affida ai flutti del suo tempo i ricordi che l’hanno reso ciò che ora è. – Via SlowForward.
La difesa berlinese è un’antica apertura del gioco degli scacchi, elaborata nell’Ottocento e oggi nuovamente in auge, in cui il nero si difende attaccando il centro. Questa difesa gli permette di raggiungere, fin dall’inizio, una posizione di sostanziale parità col bianco.
Questo può prestarsi alla metafora della situazione umana di chi è costretto a lottare in condizioni di inferiorità contro un avversario più forte, e sa di non poter vincere. È una forma di resistenza per continuare a vivere e per non soccombere. I personaggi presenti in questa raccolta sanno, infatti, di non poter vincere. Ma in qualche modo cercano di resistere. La loro, naturalmente, può anche essere una lotta contro se stessi.
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Sono sempre stato un ribelle e anche un timido nello stesso tempo. Dico questo per spiegare perché per me la parola “letteratura” è sempre stata sinonimo di qualcosa di odioso e di disprezzabile. Perché in essa ho sempre sentito la presenza dell’istituzione. Sempre per questo problema di odio e di timore nei confronti del padre mi sono identificato per lungo tempo con un gruppo trotskista ultraminoritario e anche per questa ragione ho avuto, all’interno della vita letteraria, una tendenza all’isolamento e una preferenza spiccata per situazioni piuttosto marginali.
Ho cominciato a scrivere molto giovane, ma non volevo pubblicare. Così come non volevo lavorare e in genere avevo difficoltà nelle situazioni personali. Per me scrivere era l’unico modo per avere un po’ di vita, l’unico modo per respirare.
Ho smesso di scrivere tra i 24 e i 32 anni, quando mi sono identificato con un progetto politico, e quando l’ho lasciato mi sono rimesso a scrivere. Quando ho deciso di pubblicare, nel 1975, non conoscendo nessuno, l’ho fatto con un ciclostilato. La mia scrittura ha suscitato l’interesse di due dei più importanti letterati del tempo (leggi: Fortini e Siciliano). Con la mia incapacità di capire la vita e con la mia negatività assoluta nei confronti delle pubbliche relazioni me li sono giocati in poco tempo. È iniziato così un lungo periodo di apnea e di marginalità. Questa solitudine mi era però necessaria, perché diventare un loro protetto e quindi in qualche modo anche un loro allievo, con l’insicurezza che mi ha sempre caratterizzato, questo l’ho capito dopo, mi avrebbe rovinato, mi avrebbe sostanzialmente condizionato, e mi avrebbe impedito di trovare quella parte di me che sono riuscito a trovare.
Un padre ti condiziona sempre. Soprattutto me, che non sono mai sicuro. Altri magari potrebbero sopportare il peso di un padre. Io no. Per questo, in definitiva, ho sempre rifiutato di avere un maestro. I movimenti e cenacoli letterari mi hanno interessato poco, e sempre per poco tempo. Non ho mai voluto imitare nessuno.
Credo che la mia sia una scrittura schizofrenica, e credo che ogni forma d’arte, quando funziona, riesca a raggiungere quella che io voglio chiamare qui “iperverità”. Schizofrenica, nel senso che cerca di mettere insieme vari registri, di seguire il ritmo del pensiero, che vaga con libertà e con completa illogicità. Alcuni mi definiscono un poeta narrativo, altri un poeta sperimentale. A me vanno bene tutte e due le definizioni, ma non completamente.
Difesa berlinese verrà presentato da Andrea Cortellessa, Guido Mazzoni e Gianluigi Simonetti; qui l’evento FB. Chi può vada!