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NeXT Hyper ObscureArchivio per marzo 13, 2019
Delitti al museo | ThrillerMagazine
Su ThrillerMagazine la recensione al Giallo Mondadori di questo mese, che contiene un po’ di racconti che m’intrigano, su tutti quello di Stefano Di Marino, che reinterpreta ancora Bas Salieri, già letto nel Palazzo dalle cinque porte. Un estratto:
Ovvero al museo archeologico nazionale di Napoli…
Mann-Hunter di Romano De Marco
Napoli, 29 agosto 2018. Una bella coppia: il colonnello Salvatore “Sacha” De Rosa e la fidanzata Ludovica Mazzotta di Milano, insegnante di storia dell’arte. In visita al museo archeologico nazionale. Colpo d’arma da fuoco e urla assordanti. Un uomo ucciso, ovvero Rudolph Schenker di Berlino. Caccia all’assassino con l’aiuto del Vicequestore Esposito. Tutto si concluderà nella sala numismatica. Bello il museo ma la pizza è sempre la pizza. Parola di Salvatore. Movimento, sorriso e ironia.
Il fauno di cenere di Stefano Di Marino
Qui ritroviamo un personaggio caro allo scrittore e ai lettori, ovvero Sebastiano “Bas” Salieri, ricercatore dell’occulto. Chiamato a Napoli da un suo amico per una questione delicata e ritrovato morto sgozzato nella sua villa, ovvero all’interno di una sorta di cripta “rifugio delle passioni segrete” del medesimo e di sua moglie che viene accusata dell’omicidio. Indagine affascinante e brividosa (con il contributo telefonico dell’assistente Zaira) tra riti sacrificali, sesso bizzarro, passaggi segreti e una importante statuetta bruciata. Ma ciò che sembra non è.
L’odore del disprezzo di Andrea Franco
Napoli 1846. Subito l’odore del disprezzo che emana dall’uomo che si autoaccusa dell’omicidio. E’ ciò che “sente” monsignore Attilio Verzi dotato di questa particolare “dono”. Un assassinio avvenuto al museo archeologico della città con un grosso pugnale risalente al 1 secolo dopo Cristo. Tutto sembra facile. Troppo facile. Il colpevole c’è già. Ma per Attilio Verzi qualcosa non quadra…Un viaggio all’interno dell’uomo e sul senso della vita.
Ancora auguri per la tua morte | SherlockMagazine
Su SherlockMagazine la recensione a una dittico cinematografico, dal plot assai stimolante anche se non del tutto originale: Ancora auguri per la tua morte, entrambi del regista Christopher Landon. Eccone una breve descrizione:
Nel primo film (Auguri per la tua morte) la popolare studentessa Tree Gelbman si sveglia la mattina del suo compleanno nella stanza di un ragazzo conosciuto la sera prima. Ancora intontita, con i postumi di una sbornia, si alza e se ne va. Deve infatti prepararsi per la sua festa di compleanno. Tuttavia, a fine giornata Tree viene aggredita e uccisa da un individuo mascherato. A questo punto la ragazza dovrebbe abbandonare la vita terrena… ma così non avviene, perché Tree si risveglia di nuovo nella camera da letto del ragazzo conosciuto la sera prima del suo compleanno. È l’inizio di un loop temporale in cui l’ultimo giorno della sua vita pare destinato a ripetersi all’infinito. Ogni giorno l’assassino riesce ad ucciderla e ogni giorno Tree si risveglia nella solita camera da letto. Tree cerca disperatamente una soluzione alla sua incredibile situazione, ma nessuno le crede ed è disposto ad aiutarla. L’unico modo per salvarsi è scoprire l’identità del suo assassino, impedirgli di ucciderla e ripristinare così il regolare corso del tempo.
In Ancora auguri per la tua morte Tree, convinta di essersi ormai lasciata alle spalle per sempre le terribili esperienze del primo film, scopre che il loop temporale ha generato due diverse dimensioni. Nel primo film la studentessa ha scoperto l’identità del suo aggressore… all’interno della prima dimensione. Adesso si ritrova però ad affrontare la seconda dimensione e quindi un nuovo assassino, e a porsi l’inevitabile domanda: che cosa ha causato il loop temporale?
Se nel primo film l’attenzione del pubblico era tutta incentrata sull’identità del misterioso assassino, tema poco originale ma reso molto attraente grazie allo stratagemma del loop temporale, in questo sequel abbiamo una trama più complessa: non si tratta soltanto di svelare l’identità dell’aggressore. Al centro della storia stanno nuove e più profonde tematiche: perché Tree è entrata in un loop temporale? E, ora che si ritrova di fronte all’esistenza di due diverse dimensioni, quale vita sarebbe meglio vivere?
Il substrato
Piccole rabbie estemporanee segnano l’abisso come un marcatore di percentuali aliene di sviluppo: e poi, cosa rimane del tuo substrato postumano?
Flowers for Bodysnatchers – The Scar Entombed
Quando la paura schiaccia il tuo senso critico, e diviene panico dell’insondabile. Il timor panico…